Nel pomeriggio del 7 gennaio 2025, la situazione in via Giovan Giovine a Taranto è precipitata. Due donne sono salite sul tetto di un edificio dichiarato pericolante, minacciando di lanciarsi nel vuoto. Il gesto ha attirato l’attenzione di forze dell’ordine e soccorritori, chiamati a gestire una crisi nata dall’emergenza abitativa e dalle condizioni precarie dell’edificio.
Il contesto dell’edificio inagibile e lo sgombero disposto dal comune
L’immobile al centro dell’allarme era stato dichiarato inagibile per il crollo parziale del cornicione verificatosi il 19 aprile dello scorso anno. Tale criticità aveva indotto il Comune di Taranto a disporre lo sgombero già dal 3 maggio, in ottemperanza alle norme di salvaguardia pubblica. La commissaria straordinaria del comune, Giuliana Perrotta, ha ricordato che tutte le procedure formali sono state seguite, dalla comunicazione ai residenti fino alla sospensione delle utenze, come quella idrica.
La decisione di sospendere l’erogazione dell’acqua ha aggravato la situazione delle famiglie che ancora risiedono nell’edificio. La tensione ha raggiunto un punto critico quando due donne hanno deciso di salire sul tetto a segnalare il disagio estremo. L’ordinanza di sgombero è motivata da rischi strutturali oggettivi, eppure parte dei residenti continua a rimanere nell’immobile, rifiutando di trasferirsi nonostante le soluzioni abitative proposte dagli uffici sociali.
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Intervento di polizia, vigili del fuoco e 118: gestione dell’emergenza
Sul luogo sono intervenute diverse squadre di emergenza. La polizia di stato ha subito circoscritto l’area per garantire la sicurezza pubblica e per facilitare il recupero delle due donne in difficoltà. I vigili del fuoco hanno predisposto un materasso gonfiabile, misura precauzionale per evitare conseguenze gravi in caso di caduta.
Il personale del 118 ha monitorato le condizioni di salute delle persone coinvolte, pronto a intervenire in caso di necessità. La presenza combinata delle forze dell’ordine e dei soccorsi indica la delicatezza della situazione e la volontà di evitare tragici sviluppi. L’episodio è il punto più teso di uno stato di agitazione che si era manifestato già la sera precedente, quando alcune famiglie erano scese in strada per protestare contro la sospensione dell’acqua e la mancanza di risposte concrete dal Comune.
Dichiarazioni ufficiali e proposta di supporto sociale dal comune di taranto
Giuliana Perrotta ha espresso in modo chiaro le priorità dell’amministrazione: “evitare ogni rischio ai cittadini e trovare soluzioni per chi vive in condizioni difficili.” Ha sottolineato come gli uffici sociali abbiano cercato di offrire percorsi alternativi di sistemazione alle famiglie coinvolte. La richiesta principale è che la comunità colpita collabori accettando i trasferimenti, perché “insistere nel rimanere in un edificio pericolante può provocare danni gravi.”
La commissaria ha rivolto un appello preciso alle donne sul tetto, ricordando il peso delle scelte soprattutto per i figli. Garantire la sicurezza fisica e la salute delle persone resta la priorità del Comune. Non a caso, la disponibilità a sostenere i nuclei familiari con interventi specifici è stata annunciata, a condizione che ci sia apertura in senso collaborativo.
Emergenza abitativa a taranto e confronto con il responsabile del cis
L’episodio di via Giovan Giovine si inserisce in un quadro più ampio di emergenza abitativa a Taranto. Il Comune ha avviato un dialogo con l’onorevole Dario Iaia, responsabile del Comitato Interministeriale per la Stabilità . Il confronto mira a utilizzare risorse economiche importanti, tra cui un fondo da 40 milioni di euro, destinato a migliorare le condizioni degli alloggi e a eliminare situazioni di pericolo.
Questo intervento rappresenta un tentativo di affrontare la crisi abitativa con un taglio strutturale, nella speranza di prevenire ulteriori episodi di protesta e rischi per i residenti. Il lavoro congiunto tra amministrazione, forze dell’ordine e rappresentanti nazionali si concentra dunque sull’offerta di soluzioni più stabili e sicure, ma richiede tempo e una disponibilità a lasciare spazi ora pericolosi.
L’attenzione resta alta a Taranto, dove i fatti di questo pomeriggio mettono in evidenza la tensione tra sicurezza pubblica e necessità abitative di chi vive in situazioni precarie. Gli sviluppi di questa vicenda saranno monitorati con attenzione nelle prossime ore.