Il decennale di Tenimenti Leone segna un importante capitolo per la famiglia Veronesi e la loro scommessa sulle potenzialità uniche della zona dei Castelli Romani. A Lanuvio, la cantina ha radicato un progetto vitivinicolo che unisce radici storiche, caratteristiche ambientali specifiche e pratiche agricole attente all’ambiente. Ecco come è nata questa esperienza, il suo sviluppo e cosa rappresentano oggi i vini di questo territorio particolare.
L’acquisizione e la rinascita di un territorio storico
Nell’estate del 2015 la famiglia Veronesi ha acquisito Tenimenti Leone, un’azienda situata a Lanuvio, nel cuore dei Colli Albani. Un territorio noto per la sua origine vulcanica e rilievo collinare, che ha offerto da sempre condizioni favorevoli alla coltivazione della vite. L’obiettivo era chiaro: non si trattava di costruire qualcosa di completamente nuovo ma di riportare in luce un patrimonio agricolo spesso trascurato.
La decisione non si limitava solo alla produzione vinicola ma si fondava su un’idea più ampia, capace di valorizzare l’identità culturale e ambientale della zona. Da subito, la famiglia ha puntato su un approccio sostenibile e rispettoso della biodiversità locale. Il recupero delle vigne esistenti, anche se richiedeva tempo e lavoro, ha permesso di mantenere un dialogo con la storia e il paesaggio, interpretando la tradizione con un occhio verso metodologie biologiche e attente alla natura.
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Il lavoro sull’azienda ha avuto anche una forte componente di innovazione, integrando sistemi come pannelli fotovoltaici e irrigazione sotterranea. Il rispetto delle caratteristiche del terreno vulcanico ha guidato ogni scelta produttiva, con l’intento di far emergere dall’ambiente le peculiarità uniche di questo vino senza stravolgerle. Così Tenimenti Leone ha iniziato a consolidarsi come simbolo di un legame autentico tra uomo e territorio, in una realtà che conserva ancora oggi un tono speciale.
La filosofia produttiva basata sul territorio e la biodiversità
Dieci anni dopo, Tenimenti Leone si estende per 72 ettari complessivi, di cui oltre metà sono coltivati a vigneto. Qui crescono 12 varietà diverse, selezionate per adattarsi alle condizioni pedoclimatiche e per raccontare in bottiglia la complessità ambientale della zona. La famiglia Veronesi ha voluto seguire un metodo biologico, limitando trattamenti e ritmi artificiosi, così da mantenere intatta la vitalità della vite e la peculiarità di ogni annata.
Il terreno vulcanico regala ai vini una mineralità distintiva, un elemento che si sente nei profumi e nei sapori di ogni bottiglia. Le viti godono di un microclima particolare, che unito alla posizione elevata nella campagna laziale, permette di ottenere frutti equilibrati e ricchi di carattere. Questo risultato deriva anche da una vendemmia manuale che privilegia la qualità, evitando processi standardizzati.
A livello produttivo, l’azienda dedica particolare attenzione a ogni fase, dalla scelta delle uve sino alla fermentazione. I vini bianchi, per esempio, vengono vinificati in acciaio senza passaggi in legno per preservare la freschezza e i sentori originari della frutta e degli agrumi. Nessuna filtrazione aggressiva interviene prima dell’imbottigliamento, così che i vini mantengano tutta la loro struttura naturale e i sali minerali del suolo.
La cantina non si limita a produrre vini ma punta a raccontare una storia fatta di rispetto per il territorio e amore per la biodiversità, che si riflette nel modo in cui coltiva la terra e protegge l’ambiente. Nello stesso tempo, questa cura ha permesso di ottenere bottiglie che incontrano il favore di chi cerca un prodotto identitario, capace di evocare il luogo d’origine in modo netto e autentico.
I vini principali e la loro espressione del territorio
Tra i vini che rappresentano al meglio Tenimenti Leone emergono tre etichette di rilievo: Vulc Num, Caliga e Aspis. Ognuno di essi porta con sé una storia che rimanda alle radici vulcaniche o alle tradizioni locali di Lanuvio.
Vulc Num è un bianco fatto in purezza con uve Bellone. Si presenta con un colore giallo paglierino e riflessi verdi, profumato di agrumi e fiori delicati. Al gusto risalta una fresca mineralità che ricorda il terreno da cui arriva, un omaggio ai Colli Albani e al loro passato vulcanico. È un vino che vuole catturare l’essenza della terra, senza aggiungere orpelli.
Caliga, invece, si distingue per il blend che comprende Bellone, Vermentino e Chardonnay. Anche qui il colore è giallo paglierino, ma offre una complessità aromatica più ampia: sentori di mandarino, limone, ma anche frutta bianca e note floreali. Il nome si rifà all’imperatore Caligola, che nella storia romana ha un legame forte con la zona, creando un collegamento tra storia e produzione.
Aspis è il vino rosso della linea, ottenuto da Syrah, Merlot e Montepulciano. Il carattere fruttato domina con lampone e ciliegia, accompagnato da lievi spezie e un profumo floreale. L’origine del nome cuce un legame con la mitologia locale, evocando il serpente sacro protettore di Lanuvio. Questo vino si propone di essere immediato, fresco e adatto a chi cerca una bottiglia espressiva e diretta.
L’enologo Vincenzo Mercurio sottolinea come ogni vino venga trattato con cura per mantenere la massima espressione naturale, evitando modifiche forzate in cantina. Le scelte enologiche si indirizzano alla conservazione delle caratteristiche organolettiche delle uve e del suolo, così da offrire prodotti di qualità sostenuta e coerenti con il territorio.
Il valore aggiunto dell’enoturismo e dell’accoglienza a lanuvio
Da alcuni anni Tenimenti Leone ha integrato l’offerta con l’enoturismo, aprendo le porte dell’agriturismo Il Casale degli Ulivi. Si tratta di una struttura immersa nella proprietà, dotata di camere doppie, triple e nuovi appartamenti, pensati per chi voglia passare qualche giorno a contatto con la natura e l’atmosfera dei Castelli Romani.
Gli ospiti possono vivere un’esperienza che va oltre la semplice degustazione, esplorando i vigneti, la cantina e i sentieri attorno a Lanuvio. Questa proposta si basa su un’idea di turismo lento, dove il ritmo è dettato dal territorio e dal ciclo della natura. Lo spazio intorno consente di apprezzare la biodiversità dell’area, tra boschi, coltivi e resti storici.
L’enoturismo ha ampliato la capacità di comunicare il progetto di Tenimenti Leone, evidenziando il legame con il territorio attraverso i sensi, non solo con l’assaggio ma anche con l’immersione diretta nel paesaggio. Per chi visita, la combinazione tra natura, storia e sentori del vino regala una visione completa che dà senso all’intera esperienza.
In questo modo il decennale di Tenimenti Leone non celebra solo dieci anni di attività produttiva ma anche la creazione di un luogo dove il vino, la cultura e la terra si incontrano e si mostrano al pubblico con continuità e autenticità.