Un telefono cellulare completo di sim attiva e cavo di ricarica è stato scoperto all’interno di una cella del reparto alta sicurezza della casa di reclusione Morandi a Saluzzo, in provincia di Cuneo. L’oggetto è stato sequestrato dagli agenti della polizia penitenziaria durante un controllo notturno, bloccando così possibili comunicazioni non autorizzate dall’interno della struttura.
Scoperta e intervento nel reparto alta sicurezza
Nel corso di un turno notturno, gli agenti della polizia penitenziaria hanno effettuato un controllo all’interno del reparto di massima sicurezza della casa di reclusione Morandi a Saluzzo. Durante l’ispezione, è stato rinvenuto un telefono cellulare perfettamente funzionante, completo di scheda sim attiva e, cosa rara in queste condizioni, un cavo per la ricarica. La presenza di un dispositivo di questo tipo all’interno di una cella ad accesso controllato rappresenta un problema serio per la sicurezza interna, dato che potrebbe essere usato per comunicazioni vietate o per coordinare attività illecite. L’immediato intervento della polizia penitenziaria ha bloccato qualsiasi tentativo di utilizzo del telefono, consentendo il sequestro del dispositivo e limitando potenziali rischi per la gestione del carcere.
Il ruolo degli agenti durante il turno
L’intervento tempestivo degli agenti durante il turno notturno evidenzia la necessità di mantenere costante vigilanza, specialmente nei reparti di massima sicurezza, dove il controllo sulle comunicazioni è cruciale.
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Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, ha rilasciato una dichiarazione sottolineando l’importanza dell’operazione messa a segno. Secondo Beneduci, questo intervento deve essere riconosciuto e valorizzato dall’amministrazione penitenziaria come esempio di professionalità e impegno da parte degli agenti. Il segretario ha evidenziato quanto sia cruciale mantenere controlli severi e pronti a contrastare eventuali tentativi di violazione delle regole del carcere. Gli agenti impegnati nel turno notturno hanno dimostrato attenzione e prontezza, caratteristiche fondamentali in un contesto delicato come quello del reparto alta sicurezza.
Approfondimenti sulle indagini in corso
Dopo il ritrovamento del telefono cellulare, sono state avviate indagini per capire come il dispositivo sia potuto entrare all’interno della struttura. Il carcere Morandi di Saluzzo ha rigide normative di controllo per l’introduzione di oggetti nei reparti, ma la presenza di un telefono completo di sim indica probabilmente una mancanza nella sicurezza o complicità interna. Le autorità stanno lavorando per ricostruire la catena di eventi che ha permesso il passaggio del telefono. L’obiettivo è scoprire se si tratta di un caso isolato o se ci siano altre situazioni simili, e prendere le misure necessarie per evitare il ripetersi di questa criticità all’interno del carcere. Al momento le indagini sono riservate, ma è chiaro che il ritrovamento ha sollevato seri dubbi sull’effettiva tenuta dei controlli interni.
Alcune ipotesi investigative
La possibilità di complicità interna o lacune nei protocolli di sorveglianza è al centro delle prime ipotesi investigative condotte dalle autorità penitenziarie.
Rischi legati all’uso non autorizzato di dispositivi elettronici in carcere
Un telefono cellulare acceso e completo di sim in una cella di massima sicurezza rappresenta un rischio evidente per la gestione interna del carcere. Questi strumenti possono essere usati per comunicare con persone all’esterno con finalità illecite, come azioni criminose, coordinamento di traffici o pressioni su testimoni. Inoltre, la possibilità di contattare l’esterno senza controllo mette a rischio l’ordine e la sicurezza, elementi fondamentali in una struttura detentiva. Le istituzioni penitenziarie puntano a eliminare ogni mezzo che consenta di aggirare i controlli o di violare le regole, per garantire un ambiente più sicuro e stabile per operatori e detenuti. Per questo, la scoperta e il sequestro immediato del cellulare sono stati giudicati un intervento necessario e urgente.