Sulmona in subbuglio: il Coordinamento Clima boccia il progetto inceneritore e chiede chiarezza sul futuro

Sulmona in tensione per l’inceneritore get energy, il coordinamento clima critica sindaco e consigliera per gestione insufficiente e chiede tutela ambientale e sviluppo sostenibile della Valle Peligna.
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Protesta del Coordinamento Clima contro l’inceneritore a Sulmona. - Gaeta.it

Sulmona è nel mezzo di un acceso dibattito politico e ambientale legato all’inceneritore Get Energy Prime Italia Srl. Il Coordinamento Per il Clima Fuori dal non le manda a dire al sindaco Luca Tirabassi e alla consigliera regionale Maria Assunta Rossi, accusandoli di sottovalutare la questione e di limitarsi a una semplice “vigilanza”. La tensione cresce, così come le preoccupazioni dei cittadini, che guardano con ansia al futuro della città e della valle, chiedendo maggiore attenzione alla tutela del territorio e allo sviluppo.

Il Coordinamento attacca: “Sindaco e consigliera non bastano”

Il Coordinamento Per il Clima Fuori dal non ha usato mezze misure nel criticare le autorità locali coinvolte nel progetto dell’inceneritore Get Energy. In una nota dura, il comitato contesta il modo in cui sindaco Tirabassi e consigliera Rossi stanno gestendo la situazione, giudicandolo insufficiente e poco rassicurante. Al centro della polemica c’è il trattamento dei rifiuti plastici: secondo i documenti ufficiali depositati in Regione Abruzzo, l’impianto rientra nella categoria degli inceneritori, ma viene affrontato come un problema “tecnico”.

Per gli attivisti, invece, si tratta di una scelta politica che richiede decisioni strategiche sul futuro del territorio. Le amministrazioni sembrano limitarsi a semplici controlli e monitoraggi, senza una vera visione o azioni concrete per tutelare ambiente e salute. Secondo il Coordinamento, questo modo di procedere non tranquillizza affatto la popolazione, che resta preoccupata.

La protesta si concentra anche sulla scarsa trasparenza e comunicazione da parte del Comune e della Regione. Il coordinamento denuncia la mancanza di informazioni chiare sull’impianto, in particolare sugli effetti delle emissioni e sul rischio di inversione termica, un fenomeno che spaventa molto gli abitanti per i suoi potenziali danni alla salute.

Sulmona e la sua valle: un tesoro da salvare

Il Coordinamento Per il Clima Fuori dal richiama l’attenzione sul valore storico, culturale e ambientale di Sulmona e dintorni. La città, incastonata tra diversi Parchi regionali, ha un patrimonio naturale e paesaggistico che merita una protezione più decisa. Qui ci sono risorse uniche e testimonianze storiche importanti, un paesaggio che potrebbe diventare la base per uno sviluppo sostenibile, lontano da progetti industriali pesanti che rischiano di rovinare tutto.

Gli attivisti sottolineano come la presenza di impianti come l’inceneritore Get Energy, la grande discarica, la centrale Snam, la turbogas Metaenergia, il deposito militare di Monte San Cosimo e il carcere di massima sicurezza finisca per stravolgere l’identità di Sulmona. Per il Coordinamento, questo modello di sviluppo rischia di prosciugare le risorse naturali e culturali, con un impatto negativo sulla qualità della vita e sull’attrattiva del territorio.

La richiesta è chiara: serve un impegno forte da parte di chi governa Sulmona per proteggere questi valori, senza farsi condizionare da interessi industriali ed economici poco sostenibili. Il comitato chiede una svolta che metta al centro la tutela dell’ambiente e un progetto di crescita capace di invertire la tendenza allo spopolamento e al degrado.

Spopolamento e perdita d’identità: il rischio che incombe

Il Coordinamento Per il Clima Fuori dal guarda anche al futuro di Sulmona e della Valle Peligna, mettendo in guardia sul pericolo che si trasformi in un “anonimo paesone” senza più una sua vocazione. Se non si cambia strada, dicono, la città rischia di diventare un luogo dominato da inceneritori, discariche e impianti industriali che deturpano il paesaggio e danneggiano economia e benessere.

Lo spopolamento sarebbe la conseguenza più drammatica di questo modello di sviluppo, legato all’assenza di politiche che valorizzino le risorse locali e creino nuove opportunità. Il timore più grande è la perdita della ricchezza culturale e naturale che ancora caratterizza Sulmona. La trasformazione ambientale e demografica potrebbe diventare irreversibile, portando a una progressiva marginalizzazione.

Il dibattito pubblico si fa più acceso, mettendo sotto accusa il ruolo della politica locale nel decidere il destino della comunità e della sua identità. Ora la questione torna al centro del confronto tra politica, cittadini e gruppi ambientalisti, con richieste chiare di trasparenza e partecipazione sulle scelte che riguardano direttamente la vita di chi abita in questa parte d’Abruzzo.