A SoloVino 2025, in programma il 15 marzo al Palarocche di Santo Stefano Roero, trentadue vignaioli dall’Italia e dall’estero racconteranno le loro esperienze di migrazione e le collegheranno alla sostenibilità, all’inclusione e alla riscoperta della natura. Quest’evento della fiera-mercato, dedicato ai vini artigianali, sarà l’occasione per esaminare il profondo legame tra vino e i temi di migrazione culturale e professionale.
Vignaioli e il ritorno alla terra
La fiera SoloVino si fa portavoce di storie di vita in cui i vignaioli partono da contesti diversi. Da chi ha scelto di lasciare la vita urbana per dedicarsi alla viticoltura, a coloro che migrano dall’estero per continuare una tradizione. Sono questi i protagonisti di “Vignaioli in movimento”, che vogliono esplorare la connessione intrinseca tra il vino e la migrazione. Ecco alcuni esempi significativi: Sean O’Callaghan, noto come Il Guercio, arriva dallo Sri Lanka e ha trovato nel Chianti la sua nuova casa vitivinicola, mentre Tommaso Cappa e Agnese Caprioli, provenienti da Torino, hanno avviato una piccola azienda a Dogliani. Anche Gabriele Buondonno e Valeria Sodano, giunti da Napoli, hanno creato un’azienda agricola in Toscana improntata sul biologico, manifestando come la modernità possa incontrare tradizioni secolari.
Il movimento verso una vita legata alla terra rappresenta più di un semplice cambiamento di paesaggio. È un’esperienza di trasformazione culturale, un modo per allontanarsi dalle avversità della vita urbana e riprendersi attraverso il contatto diretto con la natura e il lavoro nei vigneti. Ci sono anche coloro che vengono da percorsi professionali diversi: Giuseppe Amato e Kyriaki Kalimeri hanno scelto di trasferirsi a Corneliano d’Alba, combinando le loro competenze scientifiche per creare vini unici.
Sostenibilità e innovazione nella viticoltura
Un elemento centrale di SoloVino è rappresentato dagli approcci sostenibili nello sviluppo vitivinicolo. Pratiche biologiche e biodinamiche caratterizzano la cantina Sette di Nizza Monferrato, come anche la tedesca Philine Isabelle, che opera a Barolo, dove l’impegno verso la sostenibilità è evidente. A Priocca, la collaborazione tra Michele Pasquero e Annette Hilberg si traduce in un’azienda dal forte orientamento ecologico, mentre il Domaine Camille Thiriet dalla Borgogna, ospite dell’edizione, promuove pratiche orientate alla biodiversità, creando una simbiosi tra flora e vigneti.
Queste storie incapsulano la visione di un futuro in cui il viticoltore non si limita a produrre vino, ma diventa custode di un ecosistema. L’adozione di approcci sostenibili non è solo una scelta responsabile, ma un modo per garantire la qualità dei prodotti e la loro integrità nel tempo. I vignaioli presenti a SoloVino intendono far luce sulle sfide e sui successi di un’agricoltura che rispetta l’ambiente e favorisce pratiche di coltivazione rispettose.
Collaborazione e inclusione nel mondo del vino
La trasformazione del settore vitivinicolo si evidenzia anche in un passaggio da approcci competitivi a modelli collaborativi. Questo cambiamento implica la creazione di reti di produttori, che lavorano fianco a fianco per promuovere e valorizzare le denominazioni d’origine e le specificità dei loro territori. L’associazione SoloRoero, che organizza SoloVino, rappresenta perfettamente questo spirito collaborativo. Attraverso la condivisione di conoscenze e pratiche, i produttori si uniscono per coltivare vitigni come Arneis e Nebbiolo, garantendo una produzione naturale e di alta qualità.
Inoltre, il Roero si distingue anche per l’innovativa cooperazione con il CAS di Santo Stefano Roero, dedicato all’accoglienza e integrazione dei migranti. Questa realtà mostra come il lavoro agricolo possa fungere da ponte verso nuove opportunità. L’inserimento dei migranti nel lavoro nei vigneti offre loro l’opportunità di integrarsi e avviare una nuova vita, beneficiando così la comunità locale con il loro contributo.
Un evento di comunità: SoloVino 2025
SoloVino rappresenta quindi non solo un appuntamento dedicato alla degustazione dei migliori vini artigianali, ma una concreta occasione di dialogo su temi sociali e ambientali. La giornata inizierà con una tavola rotonda incentrata sull’accoglienza, seguita da una serie di degustazioni che si protrarranno fino a sera, accompagnate da piatti della cucina locale. Il coinvolgimento del Centro di Accoglienza Migranti di Santo Stefano Roero dimostra l’impegno della fiera nel promuovere un messaggio di inclusione e solidarietà.
Con una forte attenzione alla cultura e al valore delle relazioni umane, SoloVino diventa una vetrina non solo per eccellenti vini, ma anche per una comunità che si impegna a fare la differenza, celebrando la bellezza naturale del Roero e il potenziale di crescita condiviso.