Stop al rinnovo dei contratti per i medici gettonisti: le conseguenze negli ospedali italiani dal 31 luglio 2025

Stop al rinnovo dei contratti per i medici gettonisti: le conseguenze negli ospedali italiani dal 31 luglio 2025

dal 31 luglio 2025 i contratti dei medici gettonisti assunti tramite cooperative non saranno rinnovati, con possibili criticità per la copertura dei turni e le ferie nel sistema sanitario nazionale.
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Dal luglio 2025 i contratti dei medici “gettonisti” assunti tramite cooperative non saranno più rinnovati, per contenere costi e dipendenze esterne, ma la decisione rischia di aggravare la carenza di personale soprattutto nei pronto soccorso. - Gaeta.it

Da fine luglio 2025, i contratti dei medici cosiddetti gettonisti, assunti tramite cooperative e impiegati soprattutto in pronto soccorso e reparti ospedalieri per tamponare carenze di personale, non verranno più rinnovati. Verranno mantenuti soltanto gli accordi già in corso fino alla loro scadenza naturale. Questo provvedimento mira a contenere un fenomeno controverso, che ha suscitato contestazioni soprattutto per gli stipendi elevati riconosciuti a questi professionisti. La scelta interessa il sistema sanitario nazionale, dove il ricorso ai medici “a gettone” ha rappresentato una risposta frequente a problemi di organico.

Il ruolo dei medici gettonisti negli ospedali e l’impatto del blocco dei contratti

I medici gettonisti, assunti spesso tramite cooperative private, hanno coperto un ruolo rilevante in molti ospedali italiani soprattutto nei pronto soccorso, dove la carenza di personale è più marcata. Il blocco al rinnovo dei loro contratti, stabilito dal 31 luglio, impedirà di fatto nuove assunzioni in questa categoria. I contratti già firmati resteranno validi fino alla loro naturale scadenza, consentendo una transizione graduale.

Diverse strutture avevano fatto affidamento su questi medici per garantire la continuità assistenziale in momenti di particolare pressione lavorativa. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aveva più volte evidenziato la necessità di ridimensionare questa pratica per limitare costi e dipendenze da risorse esterne. Tuttavia negli ospedali cresce una certa apprensione sui possibili vuoti a breve termine, specialmente con l’avvicinarsi del periodo estivo e delle ferie del personale medico.

Alcune ASL stanno valutando interventi alternativi per compensare la progressiva uscita dei gettonisti.

Le difficoltà legate alle ferie e alla copertura dei turni medici

Pierino Di Silverio, segretario del sindacato Anaao-Assomed che rappresenta i medici ospedalieri, mette in evidenza che fino al 31 luglio non si prevedono criticità immediate dovute alla fine di questi contratti, poiché l’attività proseguirà fino alla scadenza dei contratti esistenti. Tuttavia il problema più urgente riguarda proprio le ferie del personale medico e sanitario.

La scarsità di organico rischia di impedire a molti medici di usufruire del riposo estivo. Le difficoltà nella copertura dei turni restano elevate e le assenze programmate, come quelle per ferie, potrebbero acuire le tensioni sulle strutture sanitarie. La situazione appare complessa indipendentemente dalla presenza o meno dei gettonisti, a causa di carenze generali nel reclutamento e nella gestione del personale.

La situazione delle carenze di organico nel pronto soccorso e le percentuali di copertura con medici cooperativi

Il presidente della Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza , Alessandro Riccardi, fotografa una situazione delicata in molti pronto soccorso italiani. Secondo alcune stime Simeu, circa il 18% dei posti vacanti nei reparti di emergenza è coperto attualmente da medici assunti tramite cooperative esterne.

La scadenza dei contratti per questi professionisti, per il 42% entro tre mesi, lascia intravedere un progressivo calo del personale di supporto. Alcune strutture si affidano in gran misura a questi medici, che possono coprire oltre il 60% dei turni complessivi. La cessazione di tali contratti rischia di aggravare la carenza di organico e di pesare sui servizi sanitari pubblici.

Pur riconoscendo la necessità di ridurre l’impiego di gettonisti, Riccardi sottolinea che mancano soluzioni immediate nel sistema per sostituire i medici in uscita, con un rischio concreto di tensioni crescenti nei pronto soccorso.

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