Il caso di denisa ha fatto rumore nelle ultime settimane tra prato e montecatini. L’indagine in corso punta a chiarire come si è svolto il delitto, mentre emergono nuove ipotesi sulla dinamica e sulle persone coinvolte. Le testimonianze e le prove raccolte indicano che l’uomo fermato non abbia agito da solo, e la scena del crimine presenta ancora punti oscuri da decifrare.
La difficoltà di ricostruire la dinamica in camera a prato
La scena del delitto a prato ha dato risultati contrastanti agli investigatori. La guardia giurata che ha formulato ipotesi sul luogo e sulle modalità di uccisione sostiene che la tesa di denisa non possa essere stata recisa nella stanza del residence. Questo perché nell’ambiente non sono state trovate tracce di sangue, aspetto decisivo per capire dove siano avvenute le fasi più critiche del crimine.
Aspetti chiave della ricostruzione
Il fatto che nel luogo in cui la vittima è stata soffocata manchino segni evidenti rende più complessa la ricostruzione e sostiene l’idea che l’omicidio sia proseguito altrove. Le dichiarazioni rese fino a ora dal sospettato mostrano diverse incongruenze che suggeriscono la presenza di altre persone.
Leggi anche:
Le confessioni piene di lacune e la possibile complicità
Le due confessioni dell’uomo fermato presentano vuoti e contraddizioni che hanno portato gli inquirenti a ipotizzare la complicità di terzi. Nonostante le ammissioni, la mancanza di elementi coerenti con la scena del crimine indica che la versione ufficiale sia incompleta. L’impianto accusatorio non si basa solo sulle parole del sospettato ma anche su riscontri materiali che hanno fatto emergere incongruenze nel suo racconto.
Ipotesi di un coinvolgimento più ampio
Gli investigatori valutano che qualcuno potrebbe aver partecipato all’azione o dato supporto logistico, facendo pensare a un contesto più ampio rispetto a un atto isolato.
Il ritrovamento della vertebra e l’ipotesi del trasferimento a montecatini
Un elemento chiave che ha spostato le indagini riguarda il ritrovamento di una vertebra umana, individuata da unità cinofile operative in zona montecatini. L’osso potrebbe appartenere proprio a denisa, e se così fosse, indicherebbe che la decapitazione è avvenuta lontano dal luogo dove era stata soffocata, ovvero al residence di prato.
Nuove prospettive investigative
Questo fatto apre nuovi scenari investigativi e conferma la possibilità che l’omicidio sia stato compiuto in più fasi e spazi diversi. L’ipotesi di un trasferimento della vittima o dei resti al di fuori della prima scena del crimine ha fatto aumentare la complessità delle operazioni.
Le indagini proseguono con attenzione, cercando di mettere insieme i frammenti di una vicenda che al momento appare complicata e controversa. La ricerca di riscontri precisi non lascia spazio a supposizioni, puntando a far luce sulle responsabilità e su tutti i soggetti coinvolti.