Stefano Cobolli racconta il ruolo di papà e coach nel cammino verso la top 25 Atp di Flavio Cobolli

Stefano Cobolli Racconta Il Ru

Stefano Cobolli tra papà e coach nel percorso di Flavio verso la top 25 Atp. - Gaeta.it

Armando Proietti

20 Settembre 2025

Stefano Cobolli, padre e allenatore di Flavio Cobolli, numero 25 del ranking ATP nel 2025, condivide l’esperienza di seguire il figlio tra tornei importanti e sfide mentali. Dal ruolo complesso del coach genitore alla crescita tecnica e personale del giovane tennista, il racconto si sviluppa tra la Laver Cup di San Francisco, la conquista del titolo ad Amburgo e la gestione degli equilibri in campo e fuori.

L’emozione della Laver Cup e l’importanza dell’esperienza condivisa

Stefano Cobolli descrive la partecipazione alla Laver Cup come un momento di grande valore per Flavio. L’evento, svoltosi a San Francisco, è una sfida tra selezioni europee e del resto del mondo, che riunisce giocatori e capitani di alto livello. Per Flavio è stata un’occasione unica per confrontarsi con campioni affermati e ricevere consigli difficili da trovare altrove. Stefano sottolinea come la Laver Cup rappresenti non solo una gara, ma un’esperienza formativa e stimolante, capace di far capire al giovane atleta a che punto è arrivato nella sua carriera. Il clima di squadra e la presenza di grandi figure del tennis fungono da incentivo per alimentare la consapevolezza necessaria per puntare più in alto.

Una stagione altalenante ma decisiva per la crescita di Flavio Cobolli

Il 2025 si è rivelato un anno con momenti difficili e svolte importanti nella carriera di Flavio. Stefano ricorda come l’inizio dell’anno sia stato segnato da otto eliminazioni al primo turno, facendo sorgere qualche dubbio sulla capacità di mantenere la posizione in classifica. Tuttavia, il giocatore ha mostrato una reazione solida, dimostrando forza anche nel controllo mentale delle partite. Questo atteggiamento è culminato con la vittoria del primo titolo ATP ad Amburgo, conquistato a maggio, che ha segnato un salto di qualità tecnico e psicologico. Nei mesi successivi, Flavio ha ottenuto risultati rilevanti, ribaltando situazioni che solo l’anno prima sarebbero finite negativamente. L’approccio deciso ha permesso al tennista romano di stabilizzarsi tra i primi 30 al mondo, superando una fase iniziale più complicata.

La strategia musicale per ritrovare equilibrio durante gli allenamenti

Un aspetto originale nella routine di allenamento riguarda l’uso della musica per aiutare Flavio a recuperare serenità e concentrazione. Stefano ha scelto di accompagnare tutte le sedute con playlist studiate appositamente, senza dirlo al figlio all’inizio. A volte il giovane mostrava nervosismo e poca disponibilità a ricevere consigli dal padre, ma l’ascolto musicale ha contribuito a migliorare l’atmosfera. Tra i brani c’erano canzoni legate a Roma, pezzi motivazionali e brani di rock anni Settanta. Un motivo ricorrente era “Cicirinella teneva teneva”, una canzone popolare nei paesi romani, che Stefano ha introdotto come rituale finale degli allenamenti. Questo momento, un po’ ironico ma funzionale, ha creato un legame speciale, portando un sorriso e un buon segno dopo fatiche e tensioni.

La doppia responsabilità di essere padre e allenatore sul campo

Il ruolo di papà-coach richiede a Stefano una gestione attenta dei tempi e delle parole, perché Flavio assorbe i consigli solo in certe circostanze. Stefano racconta che con altri allievi può parlare liberamente, ma con il figlio serve cautela: “a volte basta uno sguardo per comunicare ciò che serve.” L’esperienza insegna quali momenti sono giusti per intervenire e quali no. Per migliorare la comunicazione, nello staff è stato inserito un collaboratore con il compito di fare da intermediario in alcune situazioni, evitando tensioni inutili. Questa figura aiuta a far arrivare le indicazioni in modo più efficace, alleggerendo sia il carico emotivo sia la complessità del rapporto.

Il confronto e la crescita accanto a Sinner e Musetti

Stefano sottolinea che la presenza di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti ha rappresentato uno stimolo e un punto di riferimento per Flavio. Se da un lato i loro risultati eccezionali rendono più difficile ottenere visibilità immediata per posizioni come la sua attuale al numero 25, dall’altro spingono Cobolli a dare il massimo per non restare indietro. Con Musetti, Flavio ha un rapporto di amicizia nato nell’infanzia, avendo condiviso tornei e percorsi giovanili. Anche i loro genitori mantengono contatti cordiali. Per quanto riguarda Sinner, Flavio nutre rispetto e ammirazione, considerando Jannik quasi un “extraterrestre” per le sue capacità tecniche. Il confronto tra loro ha coinvolto allenamenti comuni e momenti in Coppa Davis, arricchendo il percorso di crescita personale e agonistica di Cobolli.

Prospettive e nuove figure nello staff per puntare alla top ten

Guardando al futuro, Stefano spiega che la strategia sarà modulata. Con pochi punti da difendere nei mesi a venire, Flavio può migliorare la sua posizione concentrandosi su tornei importanti ed evitando di sprecare energie in molte partite di contorno. L’obiettivo è arrivare riposato ai grandi appuntamenti come gli Slam e i Masters 1000, dove avere il ruolo di testa di serie crea vantaggi significativi. Il programma prevede un’intensificazione degli allenamenti unita a una gestione più oculata del calendario. L’ipotesi di inserire un allenatore esperto è stata valutata, ma Stefano sottolinea che questo passo sarà preso con attenzione per non aggiungere pressioni premature. È confermato l’ingresso di un nuovo allenatore nello staff previsto per il prossimo anno, che affiancherà Cobolli senior nel lavoro quotidiano. L’obiettivo resta mantenere una crescita costante, affrontando il percorso un gradino alla volta.