Stabilizzazione dei precari PNRR al ministero della giustizia, mobilitazione a un anno dalla scadenza dei contratti

Stabilizzazione dei precari PNRR al ministero della giustizia, mobilitazione a un anno dalla scadenza dei contratti

I sindacati FP CGIL, UIL PA e USB PI chiedono la stabilizzazione dei 12.000 precari del ministero della giustizia entro la legge di bilancio, con mobilitazioni a Napoli e Torre Annunziata il 30 giugno e 1 luglio.
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I sindacati FP CGIL, UIL PA e USB PI chiedono la stabilizzazione dei 12.000 precari del ministero della giustizia assunti con fondi PNRR, organizzando mobilitazioni il 30 giugno e 1 luglio per garantire risorse nella legge di bilancio e prevenire disoccupazione e sovraccarichi di lavoro. - Gaeta.it

Le organizzazioni sindacali FP CGIL, UIL PA e USB PI tornano a chiedere con forza la stabilizzazione dei 12.000 precari assunti al ministero della giustizia con fondi PNRR. La scadenza dei contratti si avvicina, mancano sei mesi all’approvazione della legge di bilancio che dovrà garantire le risorse necessarie. I sindacati denunciano il rischio di migliaia di disoccupati e la pressione su chi già lavora a tempo indeterminato.

Il contributo dei precari alla giustizia italiana e le criticità del sistema

I precari assunti con il PNRR hanno svolto un ruolo decisivo nella modernizzazione del sistema giustizia. Hanno contribuito a ridurre l’arretrato e supportato l’innovazione digitale e organizzativa, parti essenziali per rendere efficiente la macchina giudiziaria italiana. Il settore, però, resta fortemente sotto organico. Secondo i dati forniti da Rosanna Ferreri, segretaria regionale Funzioni Centrali FP CGIL Campania, oggi sono 12.000 i lavoratori precari in servizio.

Rischio per il futuro dei precari

Il problema principale riguarda il futuro di questi lavoratori. Se si stabilizza solo una parte, come previsto al momento dal governo, si rischia di creare una frattura pesante nel personale. Migliaia di persone potrebbero perdere il lavoro appena scadranno i contratti, mentre chi rimane in servizio a tempo indeterminato dovrà fare fronte a un carico di lavoro aggiuntivo. Questo si traduce in una riduzione delle garanzie per i lavoratori e un peggioramento generale della qualità del servizio offerto alla collettività.

Le richieste sindacali e la mobilitazione in programma il 30 giugno e 1 luglio

FP CGIL, UIL PA e USB PI hanno deciso di rilanciare la mobilitazione per chiedere la stabilizzazione di tutti i precari. Le sigle sindacali hanno organizzato due giornate di assemblee e presidi davanti ai principali palazzi di giustizia e tribunali su tutto il territorio nazionale. L’appuntamento è fissato per il 30 giugno e il 1 luglio. I sindacati chiamano a raccolta tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, ma anche chi vuole sostenere la causa.

Obiettivi delle iniziative

Le iniziative mirano a ottenere un investimento reale negli organici e a sollecitare il governo a destinare fondi adeguati nella prossima legge di bilancio per assicurare stabilità contrattuale. Le assemblee serviranno anche a mettere pressione sul ministero e far emergere le condizioni di lavoro attuali, con attenzione particolare alle tutele e alle garanzie occupazionali.

Focus sulle manifestazioni a napoli e torre annunziata

A Napoli la mobilitazione si terrà il 30 giugno dalle 10 alle 12 in piazzale Porzio, all’esterno del Palazzo di Giustizia. Il giorno seguente, 1 luglio, il presidio è previsto dalle 10 alle 12 davanti al tribunale di Torre Annunziata. Entrambi gli eventi hanno l’obiettivo di dare visibilità alle istanze dei precari e dei sindacati campani, sottolineando l’urgenza della stabilizzazione.

Preoccupazioni per il sistema giustizia

Queste iniziative si inseriscono in un quadro di forte preoccupazione per il futuro lavorativo di migliaia di persone e per la tenuta del sistema giustizia nel suo complesso. Non c’è solo il rischio di un aumento della disoccupazione, ma anche di un sovraccarico per chi già lavora fisso, che potrebbe aggravare ritardi e inefficienze. I sindacati continueranno a monitorare la situazione e a promuovere azioni di pressione finché non arriveranno risposte chiare dalle istituzioni.

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