Stabilimento Stellantis di Melfi: produzione in calo del 59,4% nel primo semestre 2025 rispetto al 2024

Stabilimento Stellantis di Melfi: produzione in calo del 59,4% nel primo semestre 2025 rispetto al 2024

Lo stabilimento Stellantis di Melfi registra un calo produttivo del 59,4% nel primo semestre 2025, con impatti su occupazione e indotto; la transizione verso modelli elettrici e ibridi è cruciale per il rilancio futuro.
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Lo stabilimento Stellantis di Melfi registra un forte calo produttivo nel 2025, con pesanti ripercussioni su occupazione e indotto, mentre si prepara alla transizione verso nuovi modelli elettrici e ibridi. - Gaeta.it

Lo stabilimento Stellantis di Melfi ha subito un pesante ridimensionamento della produzione nella prima metà del 2025. I numeri mostrano un peggioramento significativo sia rispetto all’anno precedente che al periodo precedente la pandemia. Il calo produttivo ha già inciso sull’occupazione e sull’indotto locale, mentre la fabbrica si prepara alla transizione verso nuovi modelli elettrici e ibridi. La situazione preoccupa sindacati e istituzioni, impegnati sulla gestione dell’emergenza e lo sviluppo futuro dell’area.

Dati di produzione e confronto con il passato

Nel primo semestre del 2025, lo stabilimento di Melfi ha prodotto 19.070 veicoli, registrando un crollo del 59,4% rispetto alle 46.965 unità realizzate nello stesso periodo del 2024. La contrazione cresce se si prende in considerazione il confronto con il livello pre-Covid 2019: oltre 133mila vetture in meno prodotte, pari a un calo dell’88%. Questo declino segna uno dei peggiori risultati all’interno dell’intero gruppo Stellantis in Italia, con Melfi e Pomigliano a guidare la lista dei siti con maggiori perdite volumetriche. Nel semestre, lo stabilimento ha visto una diminuzione complessiva di 27.950 unità.

I dati emergono dalla ricerca presentata dalla Fim Cisl durante una conferenza stampa a Torino, dove il sindacato ha evidenziato le conseguenze di questo calo industriale. La produzione si è concentrata su pochi modelli e destinazioni limitate. Questo valore così basso di output non rappresenta solo una flessione temporanea ma riflette una fase di transizione importante del sito verso nuovi segmenti tecnologici.

Evoluzione della produzione e modelli in produzione nel 2025

Dopo una fase di stop produttivo, la fabbrica ha riavviato la linea di assemblaggio della 500X. Da febbraio fino a settembre 2025 sono previste circa 5.000 unità destinate soprattutto al mercato algerino, un segmento piuttosto specifico. La presenza di questo modello a listino, però, non basta a ripristinare volumi significativi.

Restano in produzione anche Jeep Compass e Renegade, con una produzione complessiva di 18.153 veicoli, che rappresenta una contrazione del 37% rispetto allo scorso anno. Oltre a questi modelli, sono incominciate le prime produzioni della DS8, con circa 700 unità previste, e di altri modelli che stanno entrando nel processo produttivo con circa 200 vetture in fase iniziale.

La produzione si è dunque affievolita, limitata a poche linee di montaggio con volumi decisamente ridotti. Questo influenza non solo il sito principale, ma coinvolge tutto l’indotto stabile intorno a Melfi.

Impatto sulla forza lavoro e gestione delle assenze

Il calo della produzione ha causato effetti diretti anche sull’occupazione. Dal 2021, circa 2.200 lavoratori sono usciti con incentivi volontari, riducendo la forza lavoro attiva dagli oltre 7mila unità a 4.860 dipendenti attuali. Questa riduzione del personale avviene in un contesto in cui l’utilizzo del Contratto di Solidarietà ha rappresentato una misura fondamentale per gestire le assenze.

Nel semestre sono stati contati 25 giorni di fermo totale con 124 turni a zero produzione, coperti da Contratto di Solidarietà. Nei giorni lavorativi senza fermo, l’utilizzo medio del contratto si è attestato intorno al 65%, coinvolgendo ogni giorno circa 3.160 lavoratori con orari ridotti. Questo sistema ha limitato il numero di licenziamenti diretti ma ha ridotto le ore effettive di lavoro e la capacità produttiva complessiva.

La situazione rimane preoccupante anche dal punto di vista sociale, con la necessità di mantenere il più possibile l’occupazione e gestire gli effetti dell’inerzia produttiva prolungata.

Prospettive di transizione e nuovi modelli elettrici e ibridi

Lo stabilimento di Melfi sta attraversando una fase cruciale di trasformazione verso la nuova piattaforma BEV Stla Medium. La Fim Cisl ha ottenuto una revisione del piano iniziale di Stellantis, che ora prevede versioni ibride per quasi tutti i modelli elettrici, ad eccezione della DS8 per problemi di tempistica. I modelli elettrici previsti passano così da 4 a 7, includendo ibridi che allargano la gamma e offrono maggiori opportunità di mercato.

Il calendario di produzione per i prossimi anni è definito con tappe precise. Per il 2025 si attendono la DS8 elettrica e la Jeep Compass elettrica . Nel primo semestre 2026 è prevista la produzione della Compass ibrida, della DS7 in versione elettrica e ibrida. Nella seconda metà del 2026 sarà la volta della Lancia Gamma, disponibile in entrambe le versioni.

Queste novità sono considerate fondamentali per rilanciare i volumi e contenere la crisi occupazionale in atto, ma al momento lo scorcio di 2025 vede ancora un equilibrio delicato e tensioni tra la domanda di lavoro e la disponibilità di produzione.

Le difficoltà dell’indotto e le richieste degli enti sindacali

Le ripercussioni del calo produttivo si estendono all’intero indotto collegato allo stabilimento di Melfi. Diverse aziende fornitrici soffrono per la riduzione degli ordini. Di conseguenza, serve garantire l’uso degli ammortizzatori sociali per permettere alle imprese di affrontare questo periodo senza pesanti licenziamenti.

Il sindacato chiede di dare priorità agli acquisti e alle forniture dalle aziende locali per mantenere in vita una filiera industriale già provata dal minimo di produzione. Sul piano istituzionale si stanno attivando canali per intervenire su più livelli, con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e sostenere le aziende in difficoltà.

In questo contesto, emergono proposte per sfruttare strumenti specifici previsti nei vari accordi di programma e nell’area di crisi complessa, con l’aspirazione di attrarre nuovi investimenti a lungo termine. Il futuro del territorio lucano dipende molto dalla capacità di mantenere la produzione e introdurre modelli compatibili con la mobilità elettrica.

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