Dal porto di Sperlonga parte l’iniziativa “Stop food oils & fats in the sea” per contrastare l’inquinamento da oli alimentari esausti: un pericolo silenzioso che soffoca gli oceani.
Ogni anno tonnellate di oli vegetali esausti finiscono in mare, trasformando le acque in una trappola letale per flora e fauna marina. Uno scarto comune, spesso sottovalutato, si rivela tra i nemici più insidiosi dell’ambiente. Da Sperlonga, proprio nella giornata mondiale dedicata agli oceani, parte una campagna che unisce aziende, porti e diportisti per invertire la rotta e proteggere il Mediterraneo.
Un mare soffocato da oli e grassi: perché è un’emergenza
Lo sversamento di oli e grassi alimentari nel mare rappresenta un pericolo grave e persistente per gli ecosistemi. Una volta in acqua, queste sostanze non si sciolgono, ma formano una pellicola sulla superficie marina, impedendo il passaggio dell’ossigeno. Questo compromette direttamente la sopravvivenza di numerose specie marine, sia vegetali che animali. Il danno, spesso invisibile, è continuo e può accumularsi in modo irreversibile, soprattutto in aree a elevata frequentazione nautica.
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Eppure, questi stessi oli, se raccolti correttamente, possono essere trasformati in biodiesel e altri materiali utili per l’industria nautica, l’edilizia o il settore manifatturiero. Una risorsa sprecata, dunque, che potrebbe invece alimentare un ciclo virtuoso basato su economia circolare e sostenibilità.
Parte da Sperlonga la campagna per salvare il mare
Il progetto “Stop food oils & fats in the sea” sarà lanciato ufficialmente domenica 8 giugno dal porto turistico di Sperlonga, nel cuore della Riviera di Ulisse. L’iniziativa è firmata dal Conoe (Consorzio nazionale per il recupero degli oli esausti) e dalla Nuova C Plastica, realtà specializzata nella produzione ecologica. Entrambi saranno protagonisti di una campagna informativa rivolta ai diportisti, per evitare lo sversamento in mare dell’olio utilizzato nelle cucine di bordo.
Per facilitare il processo di raccolta, verrà distribuita gratuitamente la tanichetta “Marino”, contenitore realizzato in plastica riciclata certificata, in parte recuperata proprio dagli oceani. Uno strumento pratico, ideato per essere usato su piccole imbarcazioni e ridurre l’abbandono in mare degli oli. Parallelamente, nei porti coinvolti, verrà installata la stazione di conferimento “Olivia”, punto fisso per lo smaltimento corretto, accessibile e tracciabile.
Un progetto che punta alla coscienza collettiva
La scelta di Sperlonga come porto di partenza non è casuale: la cittadina laziale ha ottenuto nel 2025 la prestigiosa Bandiera Blu per gli approdi turistici, un riconoscimento alla qualità ambientale e ai servizi offerti. L’obiettivo è quello di trasformare ogni porto in presidio ambientale e ogni diportista in sentinella ecologica.
Tommaso Campanile, presidente del Conoe, ha ribadito l’importanza del progetto: “Costruire una coscienza collettiva è il primo passo per difendere l’ecosistema marino da una delle sue minacce più subdole. Il nostro impegno è attivo e costante, sia a terra che in mare”.
Piero Camoli, presidente della divisione ambiente della Nuova C Plastica, ha aggiunto: “Con Marino e Olivia vogliamo dare strumenti concreti per trasformare il rifiuto in risorsa, contribuendo davvero a un futuro sostenibile”.
Il progetto proseguirà toccando altri porti italiani durante l’estate, facendo di ogni approdo un’occasione per salvare il mare, una tanica alla volta.