La recente sconfitta della nazionale italiana di calcio a Oslo, che complica il percorso verso i mondiali USA 2026, ha acceso il dibattito sulle responsabilità tecniche e gestionali. Alessandro Costacurta, ex difensore di Milan e opinione autorevole del calcio italiano, ha espresso un giudizio chiaro sul ruolo dell’allenatore Luciano Spalletti e sulla gestione federale. Da Belluno, dove ha partecipato al secondo Sport Business Forum, ha voluto tranquillizzare tifosi e addetti ai lavori, puntando l’attenzione su problemi più profondi nel gruppo azzurro piuttosto che sul tecnico.
Il commento di costacurta sulla sconfitta a oslo e il ruolo di spalletti
Durante l’evento di Belluno, Costacurta ha riferito che la nazionale non sta riuscendo a vincere le partite chiave da tempo, inclusa l’ultima a Oslo contro la Norvegia. Pur ammettendo che si tratta di una battuta d’arresto importante, ha escluso che la responsabilità sia da attribuire a Spalletti. Secondo lui, infatti, la squadra ha un valore tecnico superiore rispetto a quanto mostrato in campo.
Ha sottolineato che “non si tratta di un problema di talento, ma piuttosto di una difficoltà a rispondere nei momenti decisivi della gara.” Questa incapacità, ha ricordato, si è già vista più volte nelle ultime uscite.
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Delusione e dinamiche di squadra
Costacurta ha specificato che la delusione sulle mancate qualificazioni deriva da una serie di errori collettivi, non da una resa del tecnico. Il CT, a suo avviso, ha lavorato bene e la squadra dovrebbe essere in grado di esprimere prestazioni migliori. L’ex Milanista ha evidenziato che un gruppo come quello guidato da Spalletti non può nascondere il proprio valore dietro a una singola prestazione negativa.
Responsabilità della federazione e contestualizzazione del momento attuale
Costacurta ha respinto le accuse rivolte alla Federcalcio dopo la partita, affermando che la federazione ha dato tutte le condizioni per far rendere al massimo sia la squadra che lo staff tecnico. Ha ribadito che “è difficile ipotizzare cosa avrebbe potuto fare di più, perché l’organizzazione ha messo a disposizione risorse e mezzi adeguati per prepararsi ai match.”
Il problema non è gestionale né politico, ma piuttosto legato alle dinamiche della squadra e alla gestione del gruppo in campo.
Un ciclo nuovo da costruire
Nel contesto attuale, lo sfondo è quello di una nazionale che ancora non ha trovato una continuità di rendimento. La federazione ha scelto Spalletti proprio per rilanciare un ciclo nuovo, ma i risultati faticano ad arrivare. Costacurta ha quindi invitato a guardare oltre le polemiche immediate e a considerare la costruzione di un percorso più ampio.
Il rilievo del talento e delle aspettative sulla nazionale italiana
L’ex difensore sottolinea che la nazionale italiana possiede giocatori di talento, che possono garantire un livello competitivo elevato. Non si tratta di una squadra priva di qualità tecniche, ma di una formazione che ha problemi a gestire l’adrenalina e la tensione nelle partite decisive.
La mancata qualificazione non può dipendere dalla scarsa qualità individuale, ma da una difficoltà collettiva nel gestire le pressioni. Questo aspetto, per Costacurta, deve essere affrontato con attenzione per evitare cali psicologici in momenti cruciali.
Rilanciare la nazionale con il carattere
L’idea è quindi quella di rilanciare la squadra con un lavoro mirato sul carattere e la capacità di concentrazione, senza sovraccaricare di responsabilità un allenatore che ha dimostrato impegno e preparazione.
Costacurta sembra fiducioso che con il giusto approccio la nazionale potrà ancora aspirare a grandi traguardi internazionali. La sconfitta di Oslo rappresenta un campanello d’allarme, ma non una sentenza definitiva sul valore del gruppo.
Prospettive future e gli scenari per il cammino verso i mondiali
Lo scenario verso i mondiali 2026 appare complicato dopo la sconfitta in Norvegia, ma non chiuso. La nazionale deve trovare soluzioni per evitare errori che in passato hanno pesato sulle qualificazioni.
Costacurta evidenzia che si tratta di un momento critico, in cui serve concretezza e calma per riorganizzarsi. La federazione, riflette, ha fornito tutte le chance possibili per far emergere un progetto solido. Toccherà ai giocatori e allo staff tecnico trovare le chiavi per trasformare le prestazioni negative in occasioni di crescita.
Difficoltà e coesione di gruppo
A quel punto sarà possibile capire meglio quali strade intraprendere, ma rimane difficile immaginare che le dimissioni di Spalletti possano risolvere le difficoltà in modo immediato. I problemi dunque sono più radicati e richiedono un confronto profondo sulle dinamiche interne alla squadra.
La sfida più grande è trovare la coesione necessaria in un gruppo che deve dimostrare di saper vincere quando conta davvero.