Sospettato del duplice omicidio di bologna si avvale della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio

Sospettato del duplice omicidio di bologna si avvale della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio

Gennaro Maffia, sospettato del duplice omicidio di Luca Gombi e Luca Monaldi a Bologna, resta in carcere a Rebibbia e si avvale della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio con il gip Claudio Paris.
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Gennaro Maffia è indagato per il duplice omicidio dei coinquilini a Bologna; arrestato in Spagna, è attualmente detenuto a Rebibbia e ha scelto di non rispondere all’interrogatorio in attesa del trasferimento nel capoluogo emiliano. - Gaeta.it

Il 48enne Gennaro Maffia è al centro delle indagini per il duplice omicidio dei coinquilini Luca Gombi e Luca Monaldi, trovati senza vita il 2 giugno a Bologna, in piazza dell’Unità. Il sospettato, attualmente detenuto a Rebibbia, ha scelto di non rispondere alle domande durante l’interrogatorio con il gip, tenutosi in videoconferenza. Le indagini sono condotte dalla squadra Mobile della polizia sotto la guida del pm Tommaso Pierini.

Dettagli sull’interrogatorio e condizioni del sospettato

L’interrogatorio di garanzia con il gip Claudio Paris si è svolto in modalità telematica, a causa della detenzione di Gennaro Maffia nel carcere di Rebibbia a Roma. Maffia, di origini venezuelane e cittadino italiano, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’incontro. Il suo legale, Giampaolo Cristofori, ha spiegato che questa scelta è stata presa per diversi motivi. In particolare, l’avvocato ha sottolineato la necessità che il suo assistito venga interrogato di persona, quando sarà trasferito a Bologna. Inoltre, ha evidenziato alcune difficoltà legate alla lingua nell’intervista da remoto, che avrebbero potuto limitare la comunicazione.

Importanza della scelta di non rispondere

Il passo dell’interrogatorio senza risposta rappresenta un momento significativo nelle indagini, poiché consente a Maffia di non fornire al giudice elementi che possano influire sulle decisioni processuali in questa fase. Al momento, il trasferimento da Rebibbia a Bologna non è ancora stato autorizzato, in attesa del via libera dal Dap. Il legale ha indicato che l’attesa per il trasferimento potrebbe durare tra i dieci e i quindici giorni.

Arresto e fuga: dalla spagna a rebibbia

Gennaro Maffia è stato arrestato in Spagna il 9 luglio, pochi giorni dopo il ritrovamento dei corpi dei due coinquilini. Il fermo è avvenuto all’aeroporto di Barcellona, grazie a un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità italiane. Dopo la cattura, Maffia è stato trasferito nel carcere romano di Rebibbia, dove attualmente si trova.

Durante le indagini, Maffia ha respinto le accuse mosse contro di lui mentre era in Spagna, dichiarando la propria estraneità ai fatti. La sua permanenza fuori dall’Italia subito dopo il delitto ha attirato l’attenzione degli inquirenti, che hanno cercato riscontri sulle sue motivazioni e movimenti.

Ricostruzione dei fatti post delitto

Questo episodio ha contribuito a chiarire la sequenza dei fatti dopo il delitto, fornendo un quadro delle azioni del sospettato. La squadra Mobile di Bologna resta impegnata nella raccolta di prove e testimonianze per accertare la dinamica di quanto avvenuto nella casa di piazza dell’Unità, dove Gombi e Monaldi vivevano insieme a Maffia.

Prossimi sviluppi legali e situazione cautelare

In attesa di arrivare a Bologna, Maffia resta in custodia a Rebibbia con una misura cautelare che il suo avvocato sta valutando di impugnare. Giampaolo Cristofori ha dichiarato l’intenzione di presentare ricorso al Tribunale del Riesame nella speranza di ottenere una riduzione della custodia in carcere.

Questa strategia punta a modificare le condizioni di detenzione dell’imputato, possibilmente favorendo misure meno restrittive. Il procedimento penale è ancora nelle fasi iniziali, con l’inchiesta guidata dal pm Pierini che sta proseguendo con l’esame del materiale raccolto e l’audizione di eventuali testimoni.

Trasferimento atteso per interrogatorio

Il trasferimento di Maffia a Bologna è un passaggio atteso senza tempi certi. Solo dopo questa fase l’interrogatorio potrà svolgersi in modo più tradizionale, con la presenza fisica dell’imputato davanti al giudice. Rimane alta l’attenzione sulla vicenda, che ha suscitato scalpore in città per le modalità e la gravità del crimine.

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