due casi autoctoni di virus West Nile confermati in lombardia, cresce l’allerta sanitaria
Due nuovi casi di infezione da virus West Nile sono stati accertati in Lombardia, coinvolgendo due donne di età differente: una 38enne residente a Milano e una 66enne di Pavia. Solo la paziente più anziana si trova attualmente in ospedale. Le autorità regionali hanno diramato l’informazione ufficiale confermando le anticipazioni della stampa locale. Questi casi sottolineano l’importanza dei controlli e della sorveglianza sul virus trasmesso dalle zanzare, molto presente nella stagione estiva.
La Regione Lombardia ha strutturato un sistema di vigilanza articolato per identificare e contenere la diffusione del virus West Nile. Il monitoraggio vede la collaborazione della Regione stessa con le Ats locali, i Comuni interessati e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. Questi enti lavorano in sinergia per mettere in campo attività di controllo sia sulle zanzare vettori sia sugli animali coinvolti nella trasmissione, come gli uccelli selvatici e gli equidi.
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L’utilizzo delle trappole a CO2
Specifiche trappole a CO2 senza luce vengono posizionate in punti strategici, scelti dagli entomologi per la loro stabilità e georeferenziazione. La CO2 attira le zanzare, permettendo una raccolta mirata per l’identificazione delle specie responsabili. Le zanzare catturate vengono ritirate ogni quindici giorni per l’analisi di laboratorio. In questo modo si riesce a tenere sotto costante osservazione la presenza del virus nel territorio.
Analisi e protocolli di intervento
Le specie vengono catalogate e raggruppate in pool, inviati poi all’Istituto Zooprofilattico per test molecolari accurati. Grazie a questo sistema, appena si rileva il virus in una trappola parte immediatamente un protocollo restrittivo, con controlli estesi su sangue, organi e tessuti destinati a donazioni umane. La misura si applica alla provincia interessata e a un raggio di 5 chilometri sulle province limitrofe.
Il ruolo degli enti e le misure attivate dopo i rilevamenti
I Dipartimenti veterinari delle Ats locali svolgono un ruolo centrale nella raccolta, identificazione e analisi del materiale vettore, impegnandosi in attività di campo e supporto tecnico-scientifico. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna opera come centro di riferimento per le analisi molecolari garantendo la rapidità e accuratezza dei risultati.
Il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti permette l’attivazione tempestiva di interventi di prevenzione e controllo. Alla prima conferma della presenza del virus si attivano controlli specifici sulle donazioni di sangue e organi nelle aree circostanti, per evitare ogni possibile rischio di trasmissione.
Misure di contenimento e raccomandazioni
Questi interventi puntano a limitare la diffusione del virus sul territorio e a tutelare la salute pubblica. La presenza di due casi autoctoni in Lombardia, legati alla trasmissione locale da zanzara, indica una fase critica per la stagione estiva 2025. Le autorità raccomandano comunque la prudenza e il rispetto delle misure di prevenzione contro le punture di zanzara.
Restano sotto stretta osservazione i focolai individuati, anche per potere aggiornare rapidamente i protocolli di intervento in base all’andamento epidemiologico regionale.