La solitudine è diventata una delle fragilità più gravi nella società contemporanea, con impatti evidenti sulla salute fisica, psicologica e sociale delle persone. Studi recenti mostrano come l’isolamento possa aumentare sensibilmente i rischi di demenza e di mortalità precoce. A Roma, un importante evento discusso al centro congressi della Sapienza punta a mettere al centro il ruolo delle comunità come antidoto a questa emergenza sanitaria e sociale.
La solitudine come emergenza sanitaria e sociale
La solitudine non è solo uno stato d’animo o una situazione temporanea. Negli ultimi anni si è confermata una vera emergenza che colpisce fasce sempre più ampie della popolazione. Diversi studi hanno dimostrato un nesso diretto tra isolamento sociale e comparsa di malattie neurodegenerative come la demenza, con un aumento del rischio fino al 50%. Inoltre, la solitudine incide sulla mortalità prematura, stimata tra il 20 e il 30% in più rispetto alla media.
Non si tratta solo di un problema individuale ma di un fenomeno che coinvolge vari ambiti della vita sociale e sanitaria. Le condizioni di isolamento aggravano le fragilità esistenti e impediscono di accedere a forme di assistenza e supporto essenziali. La pandemia di Covid-19 ha accentuato questo fenomeno, evidenziando quanto importante sia mantenere vivi i legami sociali per tutelare la salute pubblica.
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Il ruolo delle comunità per la prevenzione
L’esperienza degli ultimi anni ha mostrato come il tessuto sociale e le relazioni tra le persone rappresentino una forma di prevenzione e cura. Restare insieme, partecipare ad attività di quartiere o semplicemente mantenere un contatto regolare con altri può fare la differenza per la salute mentale e fisica.
Il convegno della Sapienza, organizzato in occasione della ventesima edizione del Master in Management e Innovazione nelle Aziende Sanitarie, intende proprio sviluppare questo tema. Saranno presentate le esperienze italiane che hanno sperimentato interventi a livello locale per costruire comunità coese e attive. Questi progetti mirano a ridurre la solitudine, offrendo risposte concrete nelle diverse età della vita, dai giovani agli anziani.
Un impegno condiviso a roma
L’iniziativa gode del patrocinio di AGENAS, Roma Capitale, con il supporto dell’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute, oltre a coinvolgere enti importanti come Federsanità, ANCI regionali e Cittadinanzattiva. Nel corso della giornata si confronteranno cittadini, medici di famiglia, volontari e rappresentanti delle istituzioni per elaborare strategie comuni.
Un programma internazionale e nazionale
La giornata del 19 giugno si aprirà con una sessione dedicata allo scenario internazionale. Per la prima volta nella capitale italiana arriveranno rappresentanti di organismi come l’OMS Europe, Wonca, il Frome Medical Practice . Inoltre, interverrà Mons. Domenico Pompili, con il punto di vista della Conferenza Episcopale Italiana sulla centralità delle relazioni umane nella cura della persona.
Nel pomeriggio il focus si sposterà sul quadro nazionale italiano. Interverranno esperti dal Ministero della Salute, rappresentanti di AGENAS, il Comitato di Medicina Sociale e l’Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie. L’Assessora Barbara Funari presenterà poi le strategie messe in atto a Roma Capitale, dinamica complessa per la sua dimensione e le caratteristiche demografiche.
Infine, la giornata si concluderà con tavoli di lavoro in cui i partecipanti, utilizzando tecniche partecipative, definiranno raccomandazioni e pratiche utili da adottare per rafforzare il legame tra sanità e comunità.
La sanità come luogo di relazioni e alleanze
Il senso principale degli interventi è richiamare l’attenzione sulla sanità non solo come sistema di cura ma come luogo di relazioni. Comunità coese possono creare una prossimità che contrasta l’isolamento e sostiene sia i servizi sanitari sia le persone fragili. Lo sappiamo: malattie complesse e condizioni di sofferenza richiedono approcci che vanno oltre il singolo paziente.
Le comunità sono alleate indispensabili per costruire un senso di appartenenza e fornire risposte dove la solitudine diventa un fattore di rischio. Questa visione invita a ripensare organizzazioni e interventi, puntando su una dimensione ecosistemica che coinvolge cittadini, professionisti, volontari, Terzo settore e istituzioni.
A Roma, il confronto avviato in questo convegno prova a dare una spinta concreta verso iniziative che coinvolgano territori e realtà sociali. La collaborazione e il sostegno reciproco diventano così strumenti di salute collettiva da recuperare e valorizzare ogni giorno.