La missione Solar Orbiter dell’Agenzia spaziale europea ha ottenuto immagini inedite dei poli del Sole, aprendo una nuova fase nell’osservazione della nostra stella. Finora, tutte le fotografie solari sono state prese lungo il piano equatoriale, a causa dell’orbita di Terra e delle sonde che si muovono attorno al Sole seguendo il piano eclittico. Il Solar Orbiter, inclinando la sua traiettoria, ha cambiato questa prospettiva offrendo una vista diretta sulle regioni polari solari. Queste immagini rappresentano un passo importante per la comprensione dei fenomeni magnetici che influenzano il ciclo solare e, in generale, l’attività della nostra stella.
Il punto di vista nuovo del solar orbiter sulle regioni polari solari
Il 16 e 17 marzo 2025, il Solar Orbiter ha scattato immagini di dettagli prima invisibili dai poli del Sole, principalmente dal polo sud, osservando la stella da una posizione circa 15 gradi sotto il suo equatore. Questa angolazione è stata raggiunta modulando l’orbita per uscire dal piano eclittico, dove si trovano la Terra e gli altri pianeti del sistema solare. Il risultato è stato un collage di fotografie ottenute grazie ad alcuni strumenti chiave di bordo: il Polarimetric and Helioseismic Imager , l’Extreme Ultraviolet Imager , e il Spectral Imaging of the Coronal Environment .
Osservazioni ravvicinate mai fatte prima
In effetti, nessun altro veicolo spaziale aveva mai potuto osservare direttamente questi poli in modo così ravvicinato. Solo pochi giorni dopo queste riprese, la sonda ha raggiunto un’inclinazione ancora più alta, sfiorando i 17 gradi, iniziando a compiere un’orbita completa “da polo a polo” attorno alla nostra stella. Attualmente, questa fase di volo permette di studiare fenomeni polari che erano praticamente invisibili finora, come le dinamiche dei flussi magnetici ad alta latitudine.
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Come le immagini polari aiutano a capire l’attività magnetica solare
Uno degli obiettivi centrali del Solar Orbiter è chiarire i meccanismi che regolano l’attività magnetica del Sole. Con questi dati nuovi, gli scienziati puntano a spiegare meglio il ciclo solare di 11 anni, che porta a periodi di attività intensa alternati a fasi di calma, caratterizzate dall’inversione dei poli magnetici della stella. Lucie Green, esperta del Mullard Space Science Laboratory dell’UCL che lavora con il progetto dal 2005, sottolinea che osservare i poli è cruciale per capire come si sviluppa e cambia il campo magnetico su tutta la superficie solare.
Finora, i flussi magnetici ad alta latitudine erano stati solo ipotizzati o osservati indirettamente. Ora invece, con i dati del Solar Orbiter, si vede come questi trasportino elementi magnetici verso le regioni polari, controllando l’inizio e la fine di ogni ciclo solare. Queste immagini e misurazioni offrono così un’importante chiave per ricostruire la dinamica solare e migliorare la previsione delle tempeste solari che influenzano anche la Terra.
Curiosità e risultati ottenuti con gli strumenti del solar orbiter
Il Solar Orbiter, lanciato dall’ESA, è equipaggiato con un set di strumenti scientifici pensati per esplorare il Sole in modo dettagliato. Il Polarimetric and Helioseismic Imager si occupa di mappare il campo magnetico e le onde interne della stella. L’Extreme Ultraviolet Imager cattura immagini in luce ultravioletta che mostrano la corona e le sue strutture complesse. Il Spectral Imaging of the Coronal Environment analizza lo spettro della corona per comprendere la composizione chimica e i movimenti dei gas in atmosfera solare.
Questi strumenti, lavorando insieme, hanno ottenuto per la prima volta scatti con un’angolazione insolita che mette in risalto dettagli prima nascosti. La corona solare, regione di intensa attività luminosa e magnetica, è stata osservata da prospettive diverse con particolare attenzione ai poli, rivelando strutture e dinamiche più complesse di quanto si immaginava. Questi dati aiuteranno anche a calibrare modelli solari più accurati, utili ad esempio per la previsione delle radiazioni che possono influire sulle missioni spaziali umane e robotiche.