Sistema unops-un2720 apripista degli aiuti a Gaza: numeri e criticità di un meccanismo nato nel 2023

Sistema unops-un2720 apripista degli aiuti a Gaza: numeri e criticità di un meccanismo nato nel 2023

Il sistema UnOps-Un2720, istituito dal Consiglio di Sicurezza Onu per gestire gli aiuti umanitari a Gaza, mostra difficoltà nella distribuzione: oltre il 60% dei materiali viene intercettato o bloccato sul territorio.
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L'articolo analizza il sistema UnOps-Un2720, istituito nel 2023 per gestire e monitorare gli aiuti umanitari a Gaza, evidenziando le difficoltà nel garantire che i materiali raggiungano effettivamente la popolazione a causa di interferenze e deviazioni sul territorio. - Gaeta.it

Negli ultimi mesi, il flusso degli aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza ha trovato un punto di passaggio cruciale nel sistema unops-un2720, istituito a dicembre 2023 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione 2720. Questo meccanismo era pensato per gestire il passaggio e la distribuzione degli aiuti attraverso Paesi neutrali, con lo scopo di garantire trasparenza e sicurezza nella consegna di beni essenziali. I dati recenti, tuttavia, mostrano una realtà più complessa, tra problemi logistici e interferenze sul territorio palestinese.

Dati recenti sulla distribuzione degli aiuti a gaza: un divario preoccupante

Secondo le rilevazioni raccolte dall’agenzia Adnkronos sul sito ufficiale di UnOps-Un2720, negli ultimi due mesi si sono contabilizzati quasi 40mila pallet scaricati ai varchi di entrata verso Gaza. Questi corrispondono a circa 40mila tonnellate di materiali variegati, tra cibo, medicinali ed energia. Il dato di per sé conferma una capacità logistica notevole nel far transitare le forniture.

Il meccanismo di raccolta e distribuzione ha però subito una notevole dispersione. Dei 40mila pallet, circa 30mila sono stati presi in carico per la consegna nel territorio palestinese. Soltanto 4.200 spedizioni hanno raggiunto il destinatario previsto senza interferenze lungo il percorso. La gran parte dei materiali, oltre 25.700 pallet equivalenti a 23.350 tonnellate, è stata deviata o bloccata durante il transito a Gaza.

Intercettazione dei carichi: definizioni e impatti

Il fenomeno viene descritto dalle Nazioni Unite come “intercettazione” dei carichi. Questa definizione include due scenari: la presa pacifica da parte di persone affamate, oppure l’appropriazione forzata da parte di gruppi armati. I numeri indicano che più di metà degli aiuti realmente entrati nella Striscia non arriva alle agenzie umanitarie o alle comunità di riferimento. Al contempo, non esiste una ripartizione precisa di quanto sia attribuibile a semplici sottrazioni civili o a sequestri organizzati.

Origine e scopo del sistema unops-un2720

La risoluzione 2720 del Consiglio di Sicurezza Onu, approvata il 22 dicembre 2023, ha creato le basi per un sistema inedito dedicato alla gestione degli aiuti a Gaza nel pieno della crisi regionale. Il mandato affidato al Segretario generale prevedeva la creazione di un meccanismo per facilitare, coordinare, monitorare e verificare l’ingresso dei beni umanitari tramite Paesi che non fanno parte del conflitto. L’obiettivo dichiarato era offrire un controllo rigoroso, evitando influenze dirette da parte dei gruppi armati e garantendo che gli aiuti raggiungessero le persone bisognose.

Il sistema unops-un2720 si presenta come un’infrastruttura amministrativa e tecnica, con un controllo centralizzato sull’accesso e la circolazione dei beni. La sua funzione non è sostituire le singole agenzie umanitarie, come il Wfp o l’Unicef, ma affiancarle fornendo un percorso sicuro e una catena di responsabilità chiara. Ogni collo spedito viene identificato da codici univoci e etichette, per tracciare con precisione il percorso degli aiuti fino alla destinazione finale. Questo processo mira a limitare il rischio di deviazioni e appropriazioni indebite.

Sigrid kaag e la leadership del meccanismo

A capo di questa struttura c’è l’ex ministra olandese Sigrid Kaag, nominata a gennaio 2025 Coordinatrice Speciale per la pace nel Medio Oriente. La sua esperienza politica e il ruolo di coordinamento in ambito umanitario la rendono l’interfaccia ufficiale per questo progetto complesso. Non va trascurato che Kaag è sposata con Anis al-Qaq, figura legata alla politica palestinese, un dettaglio che alcuni commentatori ricordano nel ricostruire il quadro istituzionale e diplomatico attorno alle attività di UnOps-Un2720.

Reazioni e implicazioni politiche sul terreno

Le cifre pubblicate ricalcano in parte la linea difensiva sostenuta dal governo israeliano, da anni impegnato nel controllo rigoroso della Striscia. Secondo Tel Aviv, la scarsità di cibo e medicine dipende in gran parte dal controllo delle milizie di Hamas, che avrebbe il potere di decidere quali aiuti distribuire e in che modalità. Questo controllo, naturalmente, complica la situazione umanitaria aggravando la crisi tra la popolazione civile.

Le agenzie umanitarie sul campo, tra cui Wfp, Unicef, Croce Rossa, Medici Senza Frontiere e l’Organizzazione mondiale della Sanità, operano in un contesto complicato, dovendo gestire la realtà degli aiuti deviati senza poter evitare del tutto le interferenze militari o civili. L’origine degli ostacoli varia da passaggi bloccati a comunicazioni limitate tra le organizzazioni e i gruppi armati.

La struttura UnOps-Un2720, pur mantenendo una posizione neutrale e trasparente, non riesce a garantire il completo successo nella distribuzione degli aiuti. Il sistema funziona come unico ingresso ufficiale e modalità di controllo, mentre sul terreno restano forti dinamiche di potere informale che condizionano ogni operazione. Questo rende ardua la gestione dei flussi, con conseguenze dirette sulla capacità delle agenzie di fornire aiuto efficace alla popolazione di Gaza.

Il ruolo di sigrid kaag e le prospettive del meccanismo unops-un2720

L’ex ministra olandese Sigrid Kaag guida il sistema unops-un2720 dalla sua nascita, con compiti di coordinamento operativo e politico. Il suo incarico come Coordinatrice Speciale per la pace nel Medio Oriente aggiunge un livello di responsabilità nella definizione delle strategie diplomatiche legate alla crisi. La conoscenza delle dinamiche regionali e la sua rete di contatti rappresentano un asset importante per il funzionamento del meccanismo.

Kaag ha insistito più volte sulla neutralità del sistema e sull’obiettivo di garantire trasparenza e tracciabilità. In quest’ottica, il sistema fornisce uno standard unico che dovrebbe semplificare e monitorare il passaggio degli aiuti. La complessità crescente della situazione sul terreno, però, pone limiti strutturali difficili da superare.

Le prospettive per il futuro del sistema dipendono dall’evolversi del conflitto e dalla volontà delle parti in causa di rispettare gli accordi internazionali. Il meccanismo al momento serve a quantificare e portare dati concreti sul campo, anche se evidenzia fragilità importanti nella capacità di arrivare con effettivi aiuti alla popolazione più vulnerabile.

I numeri forniti da UnOps-Un2720 aprono uno scenario inedito rispetto alle narrazioni pubbliche recenti, offrendo nuovi elementi per comprendere l’impatto reale degli aiuti nella realtà complicata della Striscia di Gaza.

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