Si chiude a spoleto la terza edizione dello zefferino d’oro monini dedicata all’olio extravergine

Si chiude a spoleto la terza edizione dello zefferino d’oro monini dedicata all’olio extravergine

Lo Zefferino d’Oro Monini premia l’eccellenza dell’olio extravergine d’oliva di Puglia, Lazio e altre regioni del Centro-Sud Italia, evidenziando sfide produttive e la spinta verso qualità e innovazione.
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Lo Zefferino d’Oro Monini a Spoleto premia l’eccellenza dell’olio extravergine d’oliva del Centro-Sud Italia, evidenziando la qualità e le sfide del settore olivicolo nazionale. - Gaeta.it

Lo Zefferino d’Oro Monini ha portato a Spoleto i migliori produttori di olio extravergine d’oliva del Centro e Sud Italia. Questa kermesse, giunta alla terza edizione, ha premiato olî di altissima qualità in quattro categorie diverse, sottolineando la forza del Meridione e di alcune realtà del Lazio. L’evento conferma le sfide che il settore olivicolo italiano deve affrontare, ma evidenzia anche la volontà di puntare a una qualità che possa tenere testa ai mercati mondiali.

L’importanza dello zefferino d’oro nella valorizzazione dell’olio italiano

Lo Zefferino d’Oro rappresenta un momento cruciale per la filiera dell’olio extravergine d’oliva fatta in Italia. Nata dall’impegno di Monini, questa manifestazione si è rapidamente imposta come il primo riconoscimento dedicato esclusivamente alla qualità della materia prima. Il premio mira a mettere sotto i riflettori le particolarità e l’unicità del prodotto italiano, sempre più sotto pressione in un mercato globale affollato e competitivo.

Alla terza edizione 2025 hanno partecipato frantoiani importanti, provenienti da regioni vocate alla produzione come Puglia, Lazio e altre aree del Centro-Sud. Il riconoscimento non si limita a premiare l’eccellenza, ma vuole anche stimolare un confronto tra produttori e un desiderio condiviso di rilanciare la reputazione dell’olio italiano, messa alla prova da numeri in calo e difficoltà produttive.

Come ha ricordato Zefferino Monini, Presidente e AD, “l’Italia, per la prima volta, è scesa al quinto posto nella classifica mondiale dei produttori di olio di oliva.” Una posizione che testimonia le difficoltà accumulate negli ultimi anni e che sottolinea quanto sia urgente puntare sulla qualità. L’adesione numerosa allo Zefferino d’Oro è per l’azienda il segnale che la strada è quella giusta e che produttori e industrie del settore sono pronti a spingere per rilanciare il prodotto italiano in ambito internazionale.

La puglia protagonista con tre premi su quattro categorie

La Puglia si conferma terra di olio di alta qualità, ottenendo ben tre delle quattro lattine d’oro assegnate. Questo dato evidenzia come la regione resti un punto di riferimento per la produzione di oli extravergini di oliva. Le aziende premiate in categorie diverse raccontano storie di mestiere e attenzione al territorio, che in Puglia ormai si declina anche in un dialogo tra tradizione e innovazione.

Frantoio oleario di carone anna

Il Frantoio Oleario di Carone Anna, situato a Sannicandro di Bari, è stato premiato nella categoria Fruttato Leggero. Nato nel 2012 da un progetto che unisce passione e profondo legame con la terra, il frantoio è diventato luogo dove la qualità delle olive si riflette in oli capaci di esprimere le caratteristiche autentiche del paesaggio pugliese. Leonardo Carone, fondatore, ha portato avanti un lavoro che valorizza ogni singola oliva, garantendo un prodotto denso di sapori genuini.

Frantoio oleario paparella salvatore

Anche il Frantoio Oleario Paparella Salvatore, premiato nella categoria Fruttato Intenso, racchiude un’esperienza ultracentenaria. Dal 1891 lavora olive tra la valle dell’Ofanto e le pianure del Tavoliere, con uno stabilimento che ogni anno molisce quantità elevate di materia prima, puntando al miglioramento costante dei processi di estrazione e alla qualità finale dell’olio. La combinazione di tradizione e tecnologie di lavorazione moderne conferma la volontà di soddisfare clienti esigenti, dentro e fuori l’Italia.

Frantoio oleario biorussi di carpino

Infine, il Frantoio Oleario Biorussi di Carpino, premiato nella categoria Olio Biologico, porta avanti da oltre un secolo la produzione di olio biologico a partire da uliveti estesi e ben curati. La monocultivar Ogliarola del Gargano si presta a un olio con profili di gusto equilibrati, con sentori di piccante e amaro che rivelano la storia agricola del territorio. Il biologico rappresenta una scelta importante per la sostenibilità e la cura dell’ambiente, elementi sempre più apprezzati nel settore oleario.

La conferma del valore produttivo del lazio con l’oleificio cooperativo di canino

Oltre alla Puglia, anche il Lazio si è fatto notare con l’Oleificio Società Cooperativa di Canino, vincitore nella categoria Fruttato Medio. Questa cooperativa opera dal 1965 raccogliendo intorno a sé più di 1.200 soci, che coltivano oliveti per oltre 3.300 ettari nell’area di Viterbo. Il territorio si distingue per un ecosistema ancora integro, dove la coltivazione è supportata da tecniche come la lotta integrata per preservare le piante da attacchi parassitari.

L’oleificio può lavorare ogni giorno grandi quantità di olive, con impianti capaci di gestire 3.450 quintali, una cifra importante che contribuisce a mantenere elevato il volume produttivo e la qualità finale. La partecipazione a questa terza edizione e il nuovo riconoscimento confermano il ruolo del Lazio come regione capace di coniugare tradizione agricola e cura del prodotto.

Importante ricordare che l’Oleificio di Canino era già stato premiato nella prima edizione dello Zefferino d’Oro e mostra continuità nel mantenere standard di qualità riconosciuti a livello nazionale. La sua esperienza, sul campo, racconta l’attaccamento a un mestiere fatto di cura costante e attenzione alle olive, elementi che portano a un olio che rispetta la natura del territorio.

Lo scenario attuale della produzione italiana di olio extravergine

I dati recenti collocano l’Italia al quinto posto nella classifica mondiale per quantità di olio prodotto, una posizione che segna una flessione rispetto agli anni passati. Questo segnale preoccupa chi osserva da vicino l’andamento del settore, specie in regioni storicamente vocate come la Puglia, il Lazio o la Calabria.

Tra le cause principali vi sono anomalie climatiche, attacchi parassitari e cambiamenti nell’uso del terreno. Queste difficoltà rendono necessario un impegno maggiore sul fronte della qualità, attraverso investimenti in tecnologie di estrazione e selezione delle olive. Solo puntando su oli di alta gamma l’Italia può sperare di consolidare e migliorare il suo ruolo sui mercati globali.

Lo Zefferino d’Oro si inserisce in questo contesto come un evento che spinge verso un rilancio fatto di professionalità e scelte precise. L’adesione delle aziende, ma anche delle cooperative e dei piccoli produttori, dimostra la volontà di mantenere un livello alto e di supportare un prodotto che resta tra i più apprezzati nel mondo. La strada per tornare a primeggiare sarà lunga ma lo sforzo comune parte proprio da iniziative capaci di mettere insieme tradizione, territorio e innovazione.

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