Gli attacchi dell’esercito israeliano nella striscia di gaza hanno causato oggi la morte di sette persone, secondo le fonti mediche presenti sul territorio. I raid hanno colpito diverse zone della striscia, provocando vittime soprattutto tra civili e famiglie. Un’ulteriore escalation arriva dalla conferma di attacchi con droni contro rifugiati palestinesi in una scuola, pur senza vittime al momento.
Vittime nella zona di al-mawasi e impatto sugli abitanti
A Khan Yunis, nella parte meridionale della striscia di gaza, cinque membri della stessa famiglia hanno perso la vita. La tragedia si è verificata nella località di al-mawasi, dove una tenda è stata colpita durante un attacco aereo israeliano. Fonti dell’ospedale nasser hanno fornito la conferma della morte dei familiari, sottolineando che si trovavano rifugiati in un luogo abitualmente usato per ripararsi. Questi attacchi colpiscono persone che spesso non hanno spazi sicuri dove vivere, aggravando la situazione umanitaria già critica della striscia di gaza.
La distruzione causata in queste aree non riguarda solo le strutture fisiche ma impatta profondamente la vita quotidiana delle persone, aggravando condizioni di emergenza e provocando timori tra la popolazione che vive sotto continue minacce aeree. Le organizzazioni mediche registrano un aumento della richiesta di cure per i feriti, mentre cresce anche la difficoltà nel garantire l’assistenza a chi rimane senza protezione.
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Nuova emergenza sanitaria e umanitaria
La distruzione e il pericolo costante hanno ripercussioni non solo immediate ma anche a lungo termine sulla popolazione. Le strutture sanitarie sono sotto pressione continua e spesso insufficienti per far fronte al crescente numero di feriti e malati.
Nuovi morti a jabalia, rifugiati sotto attacco nei centri abitati
Altrove, a jabalia, nella parte settentrionale della striscia, altri due palestinesi sono stati uccisi negli attacchi delle forze israeliane. Le informazioni arrivano dall’ospedale al-shifa, centro medico di riferimento per la zona che cura quotidianamente le vittime del conflitto. Questi ultimi episodi confermano la pericolosità delle operazioni militaresche che si concentrano su entrambe le estremità della striscia, senza esclusione di zone residenziali dense di civili.
Abitazioni e rifugiati sotto pressione
Jabalia conta una grande popolazione rifugiata che vive in condizioni precarie. Gli attacchi aerei e con artiglieria rendono ogni giorno più difficile la sopravvivenza e l’accesso a soccorsi immediati. Lo stress causato da questa situazione si riflette nel sistema sanitario locale, vulnerabile e ormai sotto pressione da mesi di conflitto incessante.
Uso di droni contro rifugiati in una scuola a deir al-balah
L’agenzia al jazeera ha segnalato che le forze israeliane hanno lanciato attacchi con droni contro palestinesi rifugiati in una scuola a deir al-balah, nella zona centrale della striscia di gaza. Al momento non risultano vittime, ma la scelta di colpire un centro che ospita civili, inclusi bambini, mette in luce la gravità degli scontri. Questi raid aumentano il rischio di escalation e di nuove vittime tra chi cerca protezione in strutture considerate sicure.
Scuole come rifugi e indicatori di crisi
Le scuole sono spesso usate come rifugi durante i raid aerei, e ogni attacco rappresenta un danno anche dal punto di vista umano e psicologico, oltre che materiale. La comunità internazionale ha più volte segnalato la necessità di garantire la tutela dei civili nei conflitti, ma le immagini che arrivano da gaza mostrano uno scenario dove questi principi vengono spesso ignorati.
Le operazioni militari nella striscia di gaza continuano senza segni di rallentamento. Il bilancio delle vittime civili cresce, e la popolazione che vive nei territori colpiti vive momenti di grande difficoltà e insicurezza. Le condizioni mediche e di assistenza rimangono critiche, mentre le tensioni tra israeliani e palestinesi si mantengono alte.