Il virus West Nile continua a espandersi in Italia, con un numero crescente di infezioni che preoccupano le autorità sanitarie. Nel 2025 il Belpaese registra la maggior parte dei casi europei, con una diffusione accentrata soprattutto nel Centro-Sud e dati di mortalità significativi. Sardegna segnala sette casi confermati, mentre in Sicilia si è spento un sospetto focolaio. Le amministrazioni locali intensificano gli interventi di disinfestazione e le campagne informative per prevenire nuovi contagi.
La diffusione del virus west nile in Italia e la sua incidenza europea
L’Italia emerge nel 2025 come il paese europeo più colpito dalla febbre del Nilo, con 351 casi confermati e 22 decessi, una quantità che rappresenta circa l’82% dell’intero continente. Questo virus, trasmesso principalmente dalle zanzare, si manifesta spesso in modo asintomatico, ma presenta rischi elevati per persone anziane o con difese immunitarie compromesse. Le regioni del Centro-Sud mostrano una diffusione particolarmente attiva, mentre l’indice di letalità supera il 13%. La presenza del West Nile in Italia impone uno sforzo costante per monitorare la situazione, intervenire tempestivamente e ridurre i contagi tramite strategie combinate di controllo e informazione. I numeri preoccupano perché suggeriscono una diffusione incompleta, senza ancora aver raggiunto il picco massimo previsto dagli esperti per l’anno in corso.
Sette casi confermati di febbre del Nilo in Sardegna con ricovero a Cagliari
In Sardegna, l’emergenza West Nile si fa sentire con sette casi ufficialmente accertati nell’anno. Il più recente riguarda un uomo di 62 anni residente a Terralba, attualmente ricoverato nel reparto di Neurologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari. Le sue condizioni sono definite buone. Gli altri sei contagiati sono di età compresa tra i 65 e i 90 anni e mostrano un quadro variegato: quattro di loro sono ancora in cura presso strutture ospedaliere, mentre due sono stati dimessi dopo il recupero. Il dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria della Regione ha immediatamente programmato una disinfestazione mirata del territorio circostante, concentrata in un raggio di duecento metri dall’abitazione del paziente. A questa misura si accompagna un’indagine epidemiologica volta a tracciare l’origine del contagio e impedire la diffusione ulteriore. In parallelo sono state rafforzate le campagne di sensibilizzazione rivolte direttamente alla popolazione.
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Il caso sospetto escluso a Palermo e le indagini virologiche
A Palermo, la situazione ha visto un caso sospetto di febbre del Nilo: una donna di 73 anni è stata ricoverata in terapia intensiva al Policlinico cittadino per sintomi riconducibili a un’encefalite, patologia che può essere causata dal virus. L’Azienda Sanitaria Provinciale ha attivato il protocollo sanitario prelevando zanzare sul territorio, nel comune di Montelepre, per analisi approfondite. Le indagini condotte dal laboratorio regionale di riferimento hanno però escluso la positività al virus West Nile sulla paziente. Il professor Antonino Tuttolomondo, esperto coinvolto nella diagnosi, ha chiarito che la donna ha avuto contatto con il virus, ma non presenta infezione attiva. Questo episodio richiama l’attenzione sulla necessità di un monitoraggio continuo e meticoloso, soprattutto in aree a rischio, vista la particolare vulnerabilità legata all’età e alle condizioni di immunodepressione.
Strategie di prevenzione e misure di sicurezza in tutta Italia
L’allarme sul virus West Nile ha spinto le autorità italiane a intensificare le azioni di prevenzione, in particolare attraverso le campagne informative mirate. Regione e dipartimenti sanitari distribuiscono materiale divulgativo, come locandine e brochure, in ospedali, farmacie e municipi, per mettere in guardia la popolazione sui possibili rischi e sulle precauzioni da adottare. Le misure pratiche suggerite comprendono l’eliminazione di ristagni d’acqua vicino alle case — come sottovasi e grondaie — poiché rappresentano il luogo ideale per la riproduzione delle zanzare. L’uso di repellenti cutanei nelle ore serali, l’installazione di zanzariere alle finestre e la scelta di abiti chiari e coprenti quando si è all’aperto contribuiscono a ridurre l’esposizione alle punture. Parallelamente, i comuni italiani hanno attuato interventi di disinfestazione localizzati, in particolare attorno alle case delle persone infette, per limitare la circolazione del virus. Queste precauzioni possono rallentare la diffusione dell’epidemia, che nei prossimi mesi potrebbe ancora crescere.
La situazione in Italia rimane sotto osservazione, con un monitoraggio capillare delle aree più colpite e continue segnalazioni. Le autorità sanitarie invitano la popolazione a mantenere alta l’attenzione sulle zanzare e a seguire le raccomandazioni per limitare nuovi casi di infezione.