La giunta comunale di Sesto Fiorentino ha deciso di sospendere, nelle otto farmacie gestite direttamente dal Comune, la vendita di farmaci da banco, parafarmaci, dispositivi medici e cosmetici prodotti da aziende israeliane o a capitale israeliano. La misura prenderà avvio il 1° luglio 2025 e segna un precedenti senza paragoni in Italia. L’obiettivo dichiarato è manifestare una posizione contraria al conflitto nella striscia di Gaza. La decisione, però, ha alimentato un acceso dibattito fra cittadini e rappresentanti locali. Nel testo che segue si approfondiscono le implicazioni di questa scelta e le sue reazioni nel tessuto sociale di Sesto Fiorentino.
La delibera del comune di Sesto Fiorentino
Lo scorso aprile, la giunta comunale di Sesto Fiorentino ha approvato una delibera che impone il divieto di vendita, nelle farmacie di proprietà comunale, di tutti i prodotti che provengono da aziende israeliane o da imprese con capitale israeliano. Fra i prodotti interessati figurano farmaci da banco, parafarmaci, dispositivi medici e cosmetici. Il provvedimento scatterà il primo luglio 2025. Si tratta di una prima volta per quanto riguarda i boicottaggi a livello istituzionale nei confronti di Israele su scala nazionale.
Il testo specifica che l’intento è esprimere un segnale politico e morale contro la guerra in corso nella striscia di Gaza. Per evitare disagi ai cittadini, il Comune ha garantito che sarà sempre possibile acquistare prodotti equivalenti provenienti da altri paesi o rivolgersi alle farmacie private presenti nel territorio. Il blocco riguarda quindi unicamente le farmacie gestite direttamente dal Comune. I dettagli della delibera restano comunque riservati.
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La posizione del sindaco e la motivazione politica
Il sindaco di Sesto Fiorentino ha illustrato le ragioni dietro questa mossa, definendola una presa di posizione forte e chiara contro il conflitto armato che coinvolge Gaza. Ha spiegato che il Comune non intendeva creare difficoltà ai cittadini, ma piuttosto fornire un segnale concreto di solidarietà verso le vittime civili della guerra e di protesta contro le azioni militari israeliane. Questo voto in consiglio comunale è stato motivato come un atto che vuole spostare l’attenzione pubblica sull’area mediorientale, che da anni vive una situazione instabile.
Il sindaco ha compreso le preoccupazioni di categorie come anziani o persone con particolari esigenze sanitarie e per questo ha sottolineato che non mancheranno alternative. Le farmacie private, infatti, continueranno a vendere tutto quello che non sarà più disponibile negli esercizi pubblici. Gli operatori farmaceutici hanno ricevuto comunicazioni precise per eseguire la delibera senza compromettere il servizio sanitario locale.
Le reazioni della comunità e la discussione pubblica
La decisione ha acceso un dibattito tra i residenti, i rappresentanti politici e diversi gruppi sociali di Sesto Fiorentino. Fra chi sostiene l’iniziativa con la convinzione che le istituzioni debbano esprimere posizioni etiche forti, si contrappongono invece voci di dissenso. Questi ultimi evidenziano possibili rischi di discriminazioni, nonché potenziali disagi nel reperimento di farmaci per chi vive in condizioni di fragilità.
In particolare, alcune associazioni di categoria e cittadini hanno espresso dubbi sulla reale efficacia di un boicottaggio che riguarda solo le farmacie comunali, senza ampliare a tutti gli esercizi. Altri puntano il dito contro il rischio di strumentalizzazioni politiche che si allontanano dalla fisiologia della sanità pubblica.
Anche a livello politico la presa di posizione ha diviso. Mentre l’amministrazione si ritrova compatta dietro alla delibera, segnalazioni di dissenso sono arrivate da esponenti di partiti locali e nazionali. Questi invitano a mantenere la sanità fuori da conflitti internazionali, per garantire a ogni cittadino l’accesso senza restrizioni.
Impatto e conseguenze pratiche sul territorio
La sospensione della vendita di prodotti israeliani nelle otto farmacie comunali di Sesto Fiorentino avrà effetti concreti sul mercato farmaceutico locale. I cittadini che abitualmente acquistavano questi prodotti dovranno rivolgersi ad altre farmacie o scegliere prodotti equivalenti di provenienza diversa. Il Comune ha assicurato un monitoraggio attento della situazione per evitare rotture nella catena dei medicinali essenziali.
In effetti, gran parte delle farmacie private nel territorio continuerà a lavorare regolarmente e a fornire la gamma completa di prodotti. Quindi l’eventuale disagio dovrebbe limitarsi a chi si affida esclusivamente alle farmacie comunali. Non mancheranno controlli accurati per evitare il fenomeno del mercato nero o scambi informali che possano eludere la decisione.
Questa misura istituzionale ha la potenzialità di innescare un precedente in Italia e potrebbe spingere altri comuni a valutare scelte simili. Il caso di Sesto Fiorentino sarà quindi seguito anche fuori dalla Toscana per capire se la formula del boicottaggio politico nei servizi pubblici possa essere replicata o meno. Risultati e riscontri verranno aggiornati nel corso dei mesi successivi all’avvio dell’effetto delibera.