L’assemblea generale dei soci di Latte Trento ha mostrato nel 2024 un andamento finanziario in crescita, con un incremento significativo del fatturato e del numero di soci. Sono emerse però diverse criticità che riguardano il rapporto con Concast Trentingrana e la necessità di una strategia condivisa per sostenere il comparto zootecnico locale. Gli assessori provinciali Giulia Zanotelli e Mario Tonina hanno lanciato un appello a favore dell’unità e della centralità dell’allevatore in un settore che si confronta con sfide complesse e urgenti.
Risultati economici di latte trento nel 2024: crescita e redistribuzione ai soci
Nel bilancio approvato dall’assemblea, Latte Trento ha fatto registrare un aumento del fatturato pari al 5,8% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una crescita dai 62,5 milioni di euro del 2023 a oltre 66 milioni nel 2024. Questo incremento testimonia una buona capacità di mercato del consorzio, che ha saputo mantenere valore e domanda per i prodotti lattiero-caseari locali, nonostante le difficoltà legate ai costi di produzione e al contesto globale.
I soci del consorzio sono passati da 167 nel 2023 a 190 nel 2024, un segnale di interesse e fiducia verso Latte Trento, anche se vanno tenute in considerazione le 28 stalle perse negli anni precedenti. Questa contrazione riflette cambiamenti strutturali nel tessuto agricolo trentino, con aziende che chiudono o si riorganizzano. Il valore redistribuito ai produttori raggiunge nel 2024 i 44,9 milioni di euro, calcolato su 58 milioni di litri di latte trasformato.
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Il prezzo riconosciuto al litro è cresciuto, con 77 centesimi per il latte alimentare e 83 centesimi per quello destinato alla produzione di grana. L’aumento, rispettivamente di un e tre centesimi rispetto al 2023, rimane comunque modesto rispetto alle oscillazioni dei costi. I numeri confermano l’importanza della stabilità economica per preservare le aziende agricole, soprattutto quelle di montagna, particolarmente vulnerabili.
Gli assessori zanotelli e tonina: priorità a un documento unico per la zootecnia trentina
L’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli ha spiegato che il Tavolo provinciale dedicato al comparto zootecnico lavora a un documento programmatico che possa riunire tutti gli attori interessati attorno a temi fondamentali come l’alpeggio, la formazione dei giovani operatori, il ricambio generazionale e la Politica agricola comune . L’obiettivo concreto è formulare una proposta unitaria da presentare ai livelli nazionale ed europeo, per sostenere le esigenze dell’agricoltura trentina di montagna.
L’attenzione sul ricambio generazionale nasce dalla difficoltà crescente delle aziende agricole a mantenere giovani che vogliano investire e proseguire attività tradizionali. Zanotelli ha sottolineato la necessità di creare condizioni che favoriscano la permanenza e l’ingresso dei giovani nel settore agricolo, fondamentale per assicurare continuità produttiva e tutela del territorio.
L’assessore Mario Tonina ha rilanciato l’importanza di riportare l’allevatore al centro del sistema, riconoscendo il ruolo chiave che la cooperazione gioca nel comparto zootecnico trentino. Tonina ha citato la recente decisione della Giunta provinciale che prevede il coinvolgimento di Franco Paoli, in accordo con la Federazione della Cooperazione, per accompagnare il consorzio verso un rafforzamento del modello cooperativo, elemento considerato cruciale per la tenuta del settore.
Persistono le tensioni nel rapporto tra latte trento e concast trentingrana
Il presidente di Latte Trento, durante la sua relazione all’assemblea, ha evidenziato la complessità del rapporto con Concast Trentingrana, uno dei nodi centrali nelle dinamiche del comparto lattiero-caseario locale. Questo punto ha raccolto l’attenzione anche degli assessori Zanotelli e Tonina, che hanno toccato la questione nelle loro dichiarazioni.
Le tensioni derivano da diversi fattori, tra cui le condizioni di mercato, la ripartizione del valore aggiunto e le strategie produttive adottate. Il confronto tra i due soggetti risulta decisivo per costruire una filiera solida e garantire trasparenza e equità nei rapporti commerciali. La risoluzione di questo contrasto appare fondamentale per evitare che difficoltà interne si riflettano negativamente sull’intero comparto.
Il coinvolgimento della Giunta provinciale con figure di riferimento come Franco Paoli indica la volontà di mediare e accompagnare la cooperazione verso modelli più inclusivi, dove l’allevatore possa avere voce e ruolo più chiari. Il consorzio Latte Trento cerca di mantenere un equilibrio tra esigenze produttive e rapporti con i partner, in un contesto che resta però delicato.
Il ruolo della cooperazione come garanzia per gli allevatori trentini
La cooperazione è vista come un punto di riferimento imprescindibile per gli allevatori della provincia di Trento. Non a caso, l’assessore Mario Tonina ha rimarcato come il modello cooperativo offra un presidio stabile nel mondo zootecnico locale. Questo meccanismo organizzativo permette di tenere insieme interessi diversi e facilita il trasferimento dei ricavi verso i produttori, evitando dispersioni di valore lungo la filiera.
La presenza di una rete cooperativa coesa aiuta inoltre nella gestione delle crisi di mercato e offre strumenti per affrontare cambiamenti normativi o economici, dalla Pac alle richieste ambientali. La Provincia di Trento riconosce questa funzione e per questo sostiene iniziative che rafforzino il legame tra allevatori e cooperative.
L’attenzione sul recupero del ruolo centrale dell’allevatore si lega anche all’idea di valorizzare la qualità produttiva del latte trentino, con particolare attenzione alla filiera del grana, simbolo di questa realtà. Per mantenere un sistema sostenibile e competitivo serve un equilibrio tra sviluppo tecnologico, competenze e tutela delle tradizioni agricole di montagna.
Il contesto rurale e le sfide per la zootecnia di montagna
La provincia di Trento presenta caratteristiche morfologiche e ambientali che condizionano profondamente l’attività zootecnica. Le aziende agricole sono spesso situate in aree montane dove l’alpeggio rappresenta una pratica chiave per sfruttare i pascoli estivi. Questo modello produttivo tradizionale è tuttavia sottoposto a pressioni diverse: dall’invecchiamento della popolazione agricola all’aumento dei costi di gestione.
Il mantenimento delle stalle e la gestione del territorio diventano elementi essenziali per evitare il fenomeno dell’abbandono delle terre. Latte Trento, insieme alle istituzioni provinciali, si impegna a dare risposte concrete a queste sfide. La formazione e il supporto ai nuovi coltivatori sono strumenti fondamentali per favorire la continuità produttiva.
Le difficoltà nel ricambio generazionale riflettono una crisi demografica non solo agricola ma sociale, che richiede politiche di lungo termine. Il settore lattiero-caseario continua a godere di una domanda costante, ma serve fare i conti con una struttura produttiva che tende a ridimensionarsi e riorganizzarsi.