Un’operazione dei carabinieri di Torre Annunziata ha portato al sequestro di un ingente patrimonio, stimato intorno ai 25 milioni di euro, tra immobili, terreni, veicoli, società e conti finanziari. L’intervento fa parte di un’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha portato all’emissione di ordinanze di custodia cautelare per undici persone accusate di appartenenza al clan D’Alessandro. Le indagini si concentrano su episodi di estorsione, detenzione illegale di armi e altre attività criminose.
Dettagli sull’operazione e il sequestro patrimoniale
L’azione antimafia messa in atto nel territorio di Torre Annunziata ha consentito il blocco di beni mobili e immobili riconducibili al clan D’Alessandro, noto per la sua presenza radicata nella zona. Gli investigatori hanno identificato e sottoposto a sequestro diversi tipi di asset, tra cui case, appezzamenti di terreno, automobili, aziende e rapporti economici su conti bancari. Questi beni rappresentano, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il frutto delle attività illecite del gruppo criminale.
Procedure di sequestro e implicazioni
Le procedure di sequestro hanno seguito accertamenti approfonditi per tracciare la provenienza dei beni, collegando in modo diretto le proprietà ai soggetti indagati. L’operazione mira a colpire la solidità economica del clan, riducendo la loro capacità di gestire risorse finanziarie e immobiliari su cui poggia gran parte della loro influenza criminale.
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Imputazioni contestate agli indagati e quadro giudiziario
Gli undici soggetti destinatari delle ordinanze di custodia sono accusati di diversi reati, tutti aggravati dall’uso del metodo mafioso. Le contestazioni principali sono associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi da sparo, oltre a corruzione in atti giudiziari. Questi reati rappresentano elementi centrali dell’attività criminale del clan D’Alessandro, come evidenziato dagli atti investigativi.
Ruolo dell’associazione mafiosa e corruzione
L’associazione mafiosa è al centro dell’indagine, che punta a smantellare strutture consolidate nel territorio, capaci di esercitare controllo sociale ed economico con la minaccia e l’intimidazione. Le accuse di corruzione indicano anche un tentativo di influenzare l’andamento di processi giudiziari, aspetto che aumenta la gravità delle imputazioni.
Contesto criminale e ricadute sul territorio del napoletano
Il clan D’Alessandro opera da anni nell’area di Torre Annunziata e comuni limitrofi, radicando la propria influenza con metodi intimidatori e il controllo di varie attività illecite. Le forze dell’ordine, con questa operazione, hanno inferto un colpo significativo, interrompendo un sistema che da tempo condiziona il tessuto economico e sociale del territorio.
Importanza del sequestro e strategia delle autorità
Il sequestro di beni per milioni di euro mette in luce l’entità dei guadagni ottenuti attraverso pratiche criminali. Questa azione rientra in una più ampia strategia delle autorità di contrasto alla criminalità organizzata, orientata a colpire non solo i singoli esponenti ma anche la rete economica che sostiene la loro presenza.
Le indagini proseguiranno per approfondire ulteriormente la struttura e le attività del clan, con l’obiettivo di disarticolare le sue ramificazioni e limitare la diffusione della criminalità nelle zone interessate. L’azione dei carabinieri e della Dda segna una tappa rilevante nel contrasto alla mafia nel napoletano.