Un controllo dell’ispettorato del lavoro e della polizia municipale a pomigliano d’arco ha rivelato un’attività irregolare all’interno di alcune imprese commerciali locali. Due persone, una beneficiaria della naspi e una pensionata, sono state sorprese a lavorare in nero in una pizzeria, sommando così illecitamente redditi da indennità e da lavoro non dichiarato. La vicenda ha portato a denunce per truffa aggravata e un intervento più ampio su altre attività con diversi lavoratori irregolari. Il caso mette in luce un fenomeno diffuso che danneggia le casse pubbliche e la concorrenza leale.
Scoperta di dipendenti irregolari in una pizzeria a pomigliano d’arco
Il primo agosto 2025 l’ispettorato del lavoro, insieme alla polizia municipale, ha condotto una serie di verifiche su varie attività commerciali di pomigliano d’arco, comune alle porte di napoli. In una nota pizzeria è stata individuata una coppia di lavoratori senza contratto: un uomo di 26 anni residente a sant’antimo, che percepiva regolarmente la naspi, e una donna di 74 anni pensionata di sant’anastasia. Entrambi esercitavano mansioni all’interno della pizzeria pur continuando a incassare i sussidi statali legati alla disoccupazione e alla pensione.
Questa situazione configura una evidente violazione delle norme sul lavoro, in particolare sul divieto di cumulo di benefici assistenziali con attività lavorative non dichiarate. L’uso della manodopera in nero da parte dell’esercizio commerciale si traduce quindi non solo in un illecito sul piano contrattuale, ma anche in un vero danno economico allo stato. Gli ispettori hanno trasmesso gli atti alla procura per procedere contro i lavoratori coinvolti, con l’accusa di indebita percezione di erogazioni pubbliche.
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Meccanismi di frode e complicità: un sistema più articolato
L’indagine va oltre il singolo episodio di lavoro sommerso. La presenza di due persone con specifici benefici che lavorano senza regolare contratto nella stessa pizzeria suggerisce un meccanismo più articolato, dove il datore di lavoro e i lavoratori agiscono in combutta per eludere le regole. Questa organizzazione travalica la semplice irregolarità per assumere i contorni di una truffa, accompagnata dalla volontà di aggirare controlli e ottenere profitti illeciti.
Il fenomeno, già diffuso in diverse aree del paese, sottrae risorse pubbliche ed erode la fiducia dei cittadini e delle imprese che rispettano le leggi. Creare concorrenza sleale con pratiche illegali danneggia tutta la comunità lavorativa e i consumatori, che si trovano di fronte a strutture commerciali che ignorano i diritti dei lavoratori e le norme fiscali. Le autorità evidenziano come la repressione di questi casi rappresenti un tema cruciale per garantire equità e trasparenza nel mercato del lavoro.
Sanzioni e controlli in diverse attività commerciali
L’operazione dello scorso agosto non ha riguardato soltanto la pizzeria; gli ispettori hanno scoperto oltre dieci lavoratori in nero distribuiti tra un centro estetico, un negozio di abbigliamento e altre realtà commerciali della stessa zona. Per queste attività è stata disposta la sospensione immediata, in attesa delle ulteriori verifiche richieste dalla normativa. Le multe stabilite ammontano a circa 38.000 euro complessivi.
Fra i lavoratori irregolari individuati figura anche un cittadino straniero senza permesso di soggiorno, già noto alle forze dell’ordine per casi legati alla macellazione abusiva di cinghiali in un edificio privato di pomigliano d’arco. La segnalazione di questa persona evidenzia legami tra diverse forme di illegalità sul territorio, impegnando ulteriormente le istituzioni nel contrasto ai fenomeni illeciti.
Abusi edilizi e violazioni urbanistiche emersi durante i controlli
Accanto alle irregolarità nel lavoro, l’intervento ha portato alla luce anche abusi edilizi all’interno di alcuni locali commerciali controllati. Sono state riscontrate modifiche non autorizzate alle strutture, rese per ampliare gli spazi di produzione o per aumentare la superficie dedicata al servizio. Questi interventi mancano dei permessi richiesti dalle normative urbanistiche e di sicurezza, creando rischi per lavoratori e clienti.
La presenza di costruzioni senza regolare autorizzazione in contesti commerciali amplifica le violazioni e impone un’attività di vigilanza che coinvolga anche gli uffici tecnici comunali e altri enti responsabili del controllo edilizio. Integrazione fra i vari ambiti del controllo si dimostra fondamentale per limitare i danni causati da comportamenti fuori legge.
Necessità di interventi più rigorosi per contrastare le frodi al lavoro
I risultati dell’operazione confermano una diffusione preoccupante di pratiche illegali legate al lavoro in nero e a forme di truffa verso lo stato. La combinazione fra benefici assistenziali e impiego irregolare si traduce in un danno economico rilevante e in una scarsa tutela dei diritti dei lavoratori. Ai datori di lavoro che chiudono un occhio o che partecipano a questi meccanismi si aggiungono le difficoltà di contrasto generate da sistemi poco trasparenti.
Aumentare la trasparenza nella gestione dei rapporti lavorativi passa attraverso un uso più diffuso e approfondito della digitalizzazione, con database incrociati fra INPS, Agenzia delle Entrate e ispettorato del lavoro. Il controllo integrato potrebbe smascherare più tempestivamente i casi di indebita percezione di fondi pubblici e le posizioni irregolari. Solo un intervento deciso può tenere a freno la diffusione di queste frodi e garantire rispetto e regole sul lavoro.