Scoperta una struttura piramidale ellenistica nel deserto della giudea con reperti unici

Scoperta una struttura piramidale ellenistica nel deserto della giudea con reperti unici

Nel deserto della Giudea in Israele, archeologi dell’Israel Antiquities Authority scoprono una fortezza piramidale ellenistica con reperti ben conservati che rivelano aspetti storici e culturali del II-III secolo a.C.
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Nel deserto della Giudea in Israele è stata scoperta una struttura piramidale ellenistica, probabilmente una fortezza, insieme a numerosi reperti ben conservati che offrono nuove informazioni sulla vita e la cultura del periodo. - Gaeta.it

Nel deserto della Giudea, nei pressi di Nahal Zohar in Israele, un gruppo di archeologi ha riportato alla luce una insolita costruzione piramidale risalente al periodo ellenistico. I lavori, condotti dall’Israel Antiquities Authority insieme al Ministero del Patrimonio, hanno rivelato non solo questa imponente struttura in pietra, ma anche numerosi reperti che illuminano aspetti poco conosciuti della vita oltre duemila anni fa in questo territorio. La scoperta rappresenta uno dei ritrovamenti più significativi degli ultimi decenni nel deserto e offre nuovi indizi sulla storia e sulla cultura locale.

La scoperta della struttura piramidale e dei reperti archeologici

La costruzione ritrovata si eleva per circa cinque o sei metri e si compone di rocce tagliate a mano, ciascuna con un peso superiore a 180 chilogrammi. All’inizio, gli archeologi credevano di aver individuato una tomba, ma con il proseguire degli scavi si è capito che si trattava di un edificio dalla forma originale, molto probabilmente una fortezza risalente al periodo ellenistico. Questa fase storica, che segue la conquista di Alessandro Magno nel 332 a.C., ha lasciato tracce profonde nella regione.

I reperti ritrovati accanto alla struttura

Accanto alla struttura, gli esperti hanno portato alla luce vari reperti di grande interesse, tra cui papiri in lingua greca, monete di bronzo appartenenti ai regni dei Tolomei e di Antioco IV, armi antiche, mobili in legno perfettamente conservati e tessuti colorati. Sono emersi anche gioielli, bottoni e utensili da cucina. Il clima arido del deserto ha infatti consentito a questi oggetti di mantenere un ottimo stato nonostante il trascorrere dei secoli. Il sito presenta così tante informazioni che gli archeologi lo considerano una fonte preziosa per comprendere meglio la quotidianità di quel periodo.

Il contesto storico del periodo ellenistico in israele

Il periodo ellenistico in Israele iniziò con l’arrivo di Alessandro Magno, che conquistò la Palestina intorno al 332 a.C. Dopo la sua morte, la regione entrò sotto il controllo di due delle sue dinastie successorali: il regno tolemaico d’Egitto e quello seleucide. Il primo fu fondato da Tolomeo I Sotere nel 305 a.C., mentre il secondo da Seleuco I Nicatore nel 312 a.C. Entrambe queste potenze mantennero viva la cultura greca nella regione, influenzando fortemente architettura, politica ed economia locali.

La scoperta della fortezza nel deserto della Giudea cambia alcune interpretazioni precedenti: fino a oggi, infatti, si pensava che l’area appartenesse a un’epoca diversa, quella del Primo Tempio. I nuovi dati mostrano invece che la struttura è più recente, legata a un periodo in cui la zona era importante anche dal punto di vista commerciale e militare. La presenza di monete e documenti in greco conferma legami stretti con i governi ellenistici.

Ipotesi sull’uso della struttura piramidale e sul significato del sito

Il significato preciso della costruzione resta un mistero. Gli esperti avanzano diverse ipotesi sul suo scopo originale. Una possibilità è che la fortezza servisse come punto di controllo e osservazione su un’importante via commerciale attraversata da carovane di merci. Altra ipotesi la considera un luogo destinato a riti cerimoniali o funerari, vista anche la forma che richiama alcune piramidi o monumenti simili.

Le pareti robuste e la posizione strategica nel deserto supportano l’idea che questo sito avesse anche funzioni di controllo militare. Gli oggetti rinvenuti, come le armi antiche, rafforzano questo quadro. Secondo Amir Ganor, direttore dell’Israel Antiquities Authority, le scoperte offrono nuove prospettive per capire la complessità politica e culturale della regione nel II e III secolo a.C. L’eccezionale stato di conservazione degli oggetti permette di approfondire aspetti della vita quotidiana di quel tempo come mai prima d’ora. Questi ritrovamenti sono stati definiti dagli archeologi “commoventi” per la loro capacità di collegare direttamente il presente a un passato remoto, quasi tangibile.

Gli scavi proseguono ancora oggi, con centinaia di volontari impegnati nei vari cantieri, che consentono di esplorare ulteriormente questo angolo di Israele ricco di storia e segreti rimasti nascosti per millenni.

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