Scontri violenti dopo la semifinale tra Puteolana Real Normanna e Nola 1925, due ultras fermati

Scontri violenti dopo la semifinale tra Puteolana Real Normanna e Nola 1925, due ultras fermati

La semifinale di Eccellenza tra Puteolana Real Normanna e Nola 1925 a Aversa si conclude con violenze tra tifosi a Teverola; la polizia di Caserta arresta due ultras e impone Daspo per garantire sicurezza.
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Violenta aggressione tra tifosi dopo la semifinale di Eccellenza Puteolana Real Normanna-Nola 1925 ad Aversa; due ultras fermati e sottoposti a misure restrittive dalla polizia di Caserta. - Gaeta.it

La semifinale di Eccellenza disputata l’11 maggio 2025 ad Aversa tra Puteolana Real Normanna e Nola 1925 è finita con uno scontro violento che ha coinvolto tifosi fuori dallo stadio. Le tensioni hanno superato il campo da gioco raggiungendo le strade di Teverola, dove si è consumata una brutale aggressione. La polizia di Caserta, nelle ultime ore, ha fermato due ultras ritenuti responsabili dei fatti, e ha disposto misure restrittive per scongiurare ulteriori episodi di violenza legati alla partita.

I fatti dell’aggressione dopo la partita di calcio

Dopo il triplice fischio della semifinale, un gruppo di tifosi organizzati del Nola 1925, tra cui G.D.M. e A.C., si è diretto verso un bar di Teverola dove è scoppiata una violenta lite. I due, rispettivamente di 24 e 36 anni, hanno aggredito un giovane con oggetti contundenti, causandogli una frattura scomposta al gomito e una prognosi di 90 giorni. Il ragazzo aveva provato a scappare rifugiandosi nel locale, ma è stato raggiunto e picchiato con brutalità.

Ricostruzione della digos

Secondo la ricostruzione della Digos, i responsabili dell’aggressione erano incappucciati e preparati a colpire. Il clima di tensione si è aggravato rapidamente, con i tifosi che hanno seminato il panico tra i presenti. La violenza si è consumata subito dopo la partita, ben lontana dagli spazi ufficiali del match, confermando la difficile situazione che circonda certi ambienti del tifo organizzato.

Indagini e azione della polizia di stato di caserta

La Procura di Napoli Nord ha diretto le indagini, raccogliendo testimonianze, analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza e svolgendo rilievi sul luogo dell’aggressione. Questi elementi hanno permesso di identificare tutti i protagonisti dell’evento violento. Già nelle ore subito dopo la partita due tifosi – uno del Nola e uno dell’Aversa – erano stati fermati in flagranza differita, segnalando un intervento rapido delle forze dell’ordine.

Nella mattinata successiva sono stati eseguiti due provvedimenti cautelari. G.D.M. è stato posto agli arresti domiciliari, mentre A.C. ha ricevuto il divieto di dimora ad Aversa, in modo da allontanarlo dal luogo del fatto e impedire ulteriori tensioni tra tifoserie. Le accuse principali contestate sono quelle di lesioni aggravate in concorso durante una manifestazione sportiva, un reato che in Italia contempla pene severe quando riguarda violenze in ambito calcistico.

Misure precautionarie

Oltre alle misure restrittive, la Questura di Caserta ha notificato a entrambi i soggetti il DASPO, ovvero il divieto di accesso agli impianti sportivi. Questa sospensione, che dura da due a cinque anni, impedisce loro di assistere a qualsiasi evento calcistico in stadio. Il provvedimento rientra nello sforzo delle forze dell’ordine per mantenere l’ordine pubblico e limitare la diffusione della violenza nel calcio dilettantistico.

La Procura ha definito il comportamento degli ultras “di particolare efferatezza” e lontano dai principi dello sport. La fermezza degli interventi rappresenta una risposta netta alle derive aggressive che spesso investono ambienti di tifoseria, anche nei campionati minori. Le autorità vogliono trasmettere un messaggio chiaro: “nessuna tolleranza per gli episodi che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini e la serenità degli eventi sportivi, in particolare nelle gare decisivi come quelle di semifinale.”

Le misure adottate segnano un passo importante nel contrasto a questi fenomeni. La vicenda testimonia quanto le istituzioni, coordinate in maniera efficace, siano pronte a intervenire con decisione per arginare episodi simili, tutelando il valore aggregante del calcio e delle manifestazioni sportive in generale.

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