Negli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate si è scatenato uno sciopero che ha influenzato pesantemente il traffico aereo e i servizi connessi. Le organizzazioni sindacali di base hanno fermato le attività in diverse aziende coinvolte nella gestione voli e handling. Il risultato è stata la cancellazione di numerosi collegamenti nazionali e internazionali, con inevitabili problemi per chi aveva prenotato in quei giorni.
Motivazioni e richieste dei sindacati di base negli aeroporti
Le proteste sono state indette da sindacati di base che rappresentano lavoratori di varie società presenti negli aeroporti, specialmente in settori come handling e supporto ai voli. Il nodo centrale della vertenza riguarda la perdita del potere d’acquisto dei salari, che gli stessi sindacati quantificano in oltre un 20% di riduzione negli ultimi anni. Gli stipendi fermi o rialzati di poco non hanno coperto l’inflazione e i costi crescenti per le famiglie.
I lavoratori puntano soprattutto al pagamento corretto di maggiorazioni legate al lavoro domenicale, una voce da tempo contestata nelle buste paga, ma anche al rimborso delle spese per il lavaggio degli indumenti di lavoro e dispositivi di protezione individuale. Un altro elemento cruciale segnalato è il mancato pagamento integrale delle ferie e la richiesta di aumenti salariali aziendali commisurati all’attività effettiva svolta. Le richieste riassumono una rivendicazione ampia rispetto a condizioni contrattuali ritenute inadeguate.
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L’impatto delle cancellazioni sui voli a malpensa e linte
Le interruzioni legate allo sciopero hanno colpito in modo significativo i voli in partenza dagli scali milanesi. A Malpensa, su un totale di 168 voli soggetti allo stop, ne sono stati cancellati 32, mentre a Linate, su 90 voli coinvolti, ne sono saltati 34. Le cancellazioni non hanno riguardato solo i decollo, ma anche ritardi nell’arrivo, causando una gestione complessa sia per i passeggeri sia per le compagnie aeree.
Questo fermo ha intaccato la regolarità di orari consolidati, generando lunghe code ai check-in e al controllo bagagli, con un aumento delle attese ai gate. In certi casi, la difficoltà nella consegna delle valigie ha peggiorato la situazione, complicando la gestione dei passeggeri, molti dei quali dovevano raggiungere destinazioni urgenti o lavorative. La sospensione ha avuto un effetto domino, con voli successivi ritardati o riprogrammati solo nelle ore seguenti.
La posizione di aziende e gestori aeroportuali
Secondo le sigle sindacali, la responsabilità dei disagi ricade sulle aziende e su Sea, il gestore degli aeroporti milanesi. La critica più forte riguarda il rifiuto di discutere con i rappresentanti dei lavoratori, senza aprire tavoli di confronto per risolvere i problemi posti. Questa assenza di dialogo ha gettato ulteriore benzina sul fuoco della protesta, sancendo uno stallo che ha avuto conseguenze sul traffico aereo e sui servizi di terra.
Sea e le società coinvolte non hanno fornito una risposta pubblica immediata in merito, ma è noto come i gestori aeroportuali debbano garantire operatività e sicurezza, anche in situazioni di tensione sindacale. La gestione dei voli è così diventata più complicata per operatori, compagnie e passeggeri. Questi ultimi si sono trovati a gestire ritardi, cancellazioni e incertezze su orari e procedure, con un clima di incertezza che non accenna a risolversi velocemente.