sciopero alla interpuls di albinea per licenziamenti legati alla gestione del nuovo software

sciopero alla interpuls di albinea per licenziamenti legati alla gestione del nuovo software

La Fiom-Cgil di Reggio Emilia protesta ad Albinea contro i licenziamenti di due lavoratrici presso Interpuls, causati dall’introduzione di un software gestionale non ancora attivo e denunciati come ingiusti e senza dialogo.
Sciopero Alla Interpuls Di Alb Sciopero Alla Interpuls Di Alb
A Albinea, la Fiom-Cgil di Reggio Emilia ha protestato contro il licenziamento di due lavoratrici di Interpuls, avvenuto dopo l’introduzione di un nuovo software gestionale. Il sindacato denuncia mancanza di dialogo e tutele insufficienti, annunciando azioni legali per contestare i provvedimenti. - Gaeta.it

La città di albinea è stata teatro di una giornata di protesta promossa dalla Fiom-Cgil di reggio emilia, dopo il licenziamento di due lavoratrici presso la ditta interpuls. Il motivo scatenante è l’introduzione di un nuovo software gestionale che ha causato un clima di tensione tra i dipendenti e la direzione aziendale. La mobilitazione ha coinvolto decine di dipendenti, che hanno incrociato le braccia per mostrare solidarietà alle colleghe allontanate e per contestare le scelte dell’azienda.

Il contesto del licenziamento e la reazione sindacale

I licenziamenti, come segnalato dalla Fiom-Cgil di reggio emilia, sono avvenuti in modo repentino e senza preavviso, seguendo l’introduzione programmata di un nuovo software gestionale. Tuttavia, il software in questione, al momento della protesta, non risultava ancora attivo operativamente. Questo ha alimentato dubbi sulle reali motivazioni alla base della decisione aziendale.

La Fiom ha sottolineato che le scelte dell’azienda sono state percepite dai lavoratori come senza alcuna attenzione ai rapporti umani. Le due donne coinvolte, sentite telefonicamente dal sindacato, hanno espresso sgomento e shock per il modo con cui sono state informate del licenziamento, definito “all’americana” per la sua brutalità e mancanza di dialogo. Queste colleghe avevano contribuito per anni all’attività dell’impresa, affrontando quotidianamente le sfide del lavoro, e si sono ritrovate improvvisamente escluse senza possibilità di confronto.

La mobilitazione davanti ai cancelli

In risposta ai licenziamenti, la Fiom-Cgil ha convocato un presidio davanti ai cancelli della fabbrica interpuls di albinea. A partecipare sono state alcune decine di lavoratrici e lavoratori, che hanno scelto di scioperare, sospendendo le proprie attività, per esprimere dissenso e chiedere il ritiro dei provvedimenti.

Il presidio si è trasformato in un momento di solidarietà, dove i dipendenti hanno sottolineato la necessità che l’azienda ripensi le decisioni prese. La richiesta principale è che i licenziamenti vengano revocati e che si apra un confronto più rispettoso tra la direzione e il personale. Questo episodio ha scosso la comunità lavorativa dello stabilimento, dimostrando come le scelte aziendali possono creare forti tensioni e incertezze tra i dipendenti.

Le implicazioni legali e il ruolo della normativa sul lavoro

Il sindacato ha evidenziato come i licenziamenti abbiano riguardato proprio due lavoratrici assunte con il contratto cosiddetto “Jobs act”. Secondo la Fiom di reggio emilia, questa normativa facilita licenziamenti senza garanzie e favorisce discriminazioni, lasciando ai datori di lavoro una libertà che può portare a comportamenti discutibili.

Il sindacato ha già annunciato che impugnerà i provvedimenti in tribunale, puntando a ottenere giustizia per le lavoratrici coinvolte. La Fiom ha denunciato come la legge attuale non dia tutele sufficienti alle vittime di licenziamenti ingiusti, permettendo invece una gestione spregiudicata di questi casi sotto il profilo umano.

Prospettive future e attenzione sindacale

Le azioni legali in corso rappresentano un punto di svolta per il caso interpuls ma anche per tutti i casi simili in cui l’introduzione di nuovi sistemi o tecnologie viene usata come pretesto per ridurre il personale. La vicenda resta sotto stretta osservazione da parte dei sindacati e della comunità, in attesa di sviluppi che potrebbero segnalare nuovi orientamenti nel rapporto tra imprese e lavoratori.

Change privacy settings
×