Ryanair e i rimborsi: una battaglia che dura anni tra voli, tribunali e attese infinite

Ryanair e i rimborsi: una battaglia che dura anni tra voli, tribunali e attese infinite

ritardi giudiziari in italia bloccano i rimborsi ai passeggeri di ryanair, con lunghe attese e inefficienze burocratiche che minano la fiducia nei diritti dei viaggiatori e nel sistema civile.
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L'articolo evidenzia come i ritardi giudiziari in Italia impediscano ai passeggeri di ottenere rimborsi tempestivi da compagnie low cost come Ryanair, causando frustrazione e perdita di fiducia nei confronti del sistema e delle aziende aeree. - Gaeta.it

Negli ultimi anni, molti passeggeri si sono trovati a dover aspettare tempi lunghi per ottenere i rimborsi da compagnie low cost come Ryanair. Le difficoltà giudiziarie accumulate in Italia complicano le richieste di indennizzo per ritardi aerei, creando tensioni tra consumatori, compagnie aeree e istituzioni. Questa situazione, che coinvolge casi con ritardi di mesi o addirittura anni, mette in luce aspetti critici della giustizia civile e del sistema dei trasporti nazionali, e offre uno spaccato inequivocabile su come i diritti dei viaggiatori si scontrino con i tempi lunghi e le procedure burocratiche.

Il viaggio senza ritorno del rimborso: tra ritardi e lungaggini giudiziarie

Nel mondo dei ritardi aerei, Ryanair è spesso al centro di contestazioni per mancati rimborsi. Un caso emblematico parte da un volo del marzo 2023. L’utente aspetta il rimborso previsto, che ammonta a 250 euro. Ma a distanza di due anni, ancora non c’è stata una sentenza definitiva. La vicenda è bloccata in tribunale, con una nuova udienza fissata per ottobre 2031. È chiaro che i tempi della giustizia italiana superano qualsiasi aspettativa. A quel punto, il velivolo del volo contestato sarà diventato un relitto e l’aeroporto che lo ha ospitato potrebbe essere trasformato in altro.

Ritardi giudiziari e disagio passeggeri

Questi ritardi giudiziari si traducono in anni di attesa per somme che spesso non giustificano un contenzioso così lungo, ma le compagnie aeree continuano a sottrarsi al pagamento attendendo tempi lunghi. La burocrazia e il sovraccarico delle cancellerie alimentano una paralisi che si riflette direttamente sulla fiducia dei passeggeri, molto spesso ormai rassegnati.

L’avvocato Salvo d’Angelo, direttore legale di ItaliaRimborso, descrive questa situazione con un tono che mescola amarezza e ironia, sottolineando quanto sia ridicolo e frustrante aspettare anni per un importo così esiguo. Il disagio nasce dalla lentezza dei processi e dall’assenza di strumenti efficaci per accelerarli.

Lo Stato e le compagnie low cost: un meccanismo che premia l’attesa

Lo scenario giudiziario in Italia appare come un terreno dove le compagnie low cost, tra cui Ryanair, sfruttano le maglie della legge e la lentezza dei tribunali per rimandare i pagamenti. Gli enti statali, da parte loro, raccolgono gli oneri di giustizia – contributi unificati, marche da bollo – senza però intervenire per snellire o risolvere le controversie in tempi rapidi.

Disparità tra trasporti e giustizia

Mentre Ryanair fa decollare i suoi aerei ogni venti minuti, il giudice di pace italiano rimanda le udienze ogni venti mesi. Questo squilibrio si traduce in una doppia velocità tra il settore dei trasporti e quello della giustizia civile, che risultano quasi separati e indipendenti l’uno dall’altro.

Le compagnie aeree si registrano all’estero e pagano tasse fuori dal sistema italiano. La conseguenza è che, quando sorgono problemi, il sistema giudiziario nazionale resta l’unico luogo dove risolverli, ma si sbatte contro anni di attesa. I cittadini restano sospesi nella speranza di un verdetto, intanto le compagnie consumano senza stress.

La legge pinto e il ruolo inefficace dell’enac

L’avvocato d’Angelo richiama spesso la legge Pinto, che prevede un risarcimento quando la durata del processo supera i limiti definiti dalla normativa. Questa legge, nata per tutelare i cittadini da processi interminabili, in pratica non viene applicata con la necessaria tempestività e efficacia nei casi di rimborsi aerei.

Anche l’ente nazionale per l’aviazione civile rimane in uno stato di passività. Secondo d’Angelo, l’ENAC potrebbe avviare procedimenti amministrativi e multe sulle compagnie aeree per ogni singolo sinistro, ma ciò non avviene. L’entità delle multe proposte, circa 2.500 euro per ciascun caso, porterebbe un notevole introito nelle casse pubbliche e metterebbe pressione sulle aziende.

Il silenzio e la lentezza diventano una copertura reciproca, così lo Stato incassa e le compagnie si fanno portatrici di un modello di business che si avvale di un sistema giudiziario inefficiente. La situazione presenta un cortocircuito pericoloso: un apparato che dovrebbe proteggere i cittadini finisce per danneggiarli, lasciandoli soli in trincea.

L’impatto sui passeggeri e la perdita di fiducia

La concatenazione di questi eventi spinge i cittadini a perdere fiducia in molti aspetti legati ai loro diritti di passeggeri. Non riguarda solo la giustizia, ma anche la percezione negativa verso compagnie aeree, call center, canali di assistenza. Quando i rimborsi tardano ad arrivare o si inceppano in procedure lunghe, il senso di abbandono cresce.

Le esperienze quotidiane, anche quelle più comuni come la gestione del bagaglio, si complicano. Casi di bagagli imbarcati erroneamente e spediti in destinazioni sbagliate alimentano l’intolleranza nei confronti delle aziende low cost.

Le proposte ironiche lanciate da alcuni addetti ai lavori, come i rimborsi in buoni pasto utilizzabili solo dopo la chiusura del gate o programmi fedeltà temporali, sottolineano quanto sia diventata surreale la gestione dei rimborsi.

Ryanair vola veloce, ma la giustizia italiana si muove a passi lenti, delineando uno scenario difficile da sostenere per chi aspetta un diritto riconosciuto e garantito.

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