La sentenza definitiva del Tribunale di Roma ha confermato la condanna di Roberto De Santis, noto come ‘Er Nasca’, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. La decisione è stata emessa in seguito al processo che ha coinvolto l’imprenditrice romana, obbligata a versare una somma considerevole di denaro sotto minaccia. Questa vicenda, che ha messo in luce il radicamento della criminalità organizzata nella capitale, ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e della magistratura.
La condanna definitiva e le sue implicazioni
L’ultimo verdetto contro De Santis, che comporta una pena di cinque anni di reclusione, è divenuto ufficiale il 1 ottobre 2024, dopo che la Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali dell’imputato. Questo passaggio ha segnato la fine di un lungo procedimento giudiziario iniziato in primo grado, dove De Santis era già stato condannato per le sue azioni illecite. Dopo un periodo di libertà, il noto criminale è stato riportato in carcere per scontare il resto della sua pena.
Le accuse a carico di De Santis riguardano il tentativo di estorcere 500.000 euro a un’imprenditrice che desiderava avviare un importante progetto urbanistico a Ostia, in convenzione con il Comune di Roma. Lo scopo della somma richiesta era quello di garantire che il progetto fosse realizzato senza intoppi e nella sicurezza di poter contare sulla protezione di una figura influente nel contesto trapassato di Ostia.
Il Tribunale ha valutato con attenzione le prove raccolte, incluse numerose intercettazioni telefoniche, che hanno dimostrato inequivocabilmente il tentativo di De Santis di esercitare potere e controllo. Le intercettazioni, effettuate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, hanno riprodotto le discussioni tra De Santis e l’imprenditrice, evidenziando l’uso di intimidazioni e minacce.
La rete di intimidazione e controllo a Ostia
La dinamica dell’estorsione orchestrata da De Santis si è rivelata complessa e ben pianificata. Dall’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ostia è emerso che il primo contatto tra l’imprenditrice e De Santis è avvenuto tramite un altro imprenditore del luogo, il quale, con toni allusivi, faceva capire alla vittima che incontrare ‘Er Nasca’ fosse fondamentale per garantire il buon esito della sua attività.
Il coinvolgimento di De Santis nella questione non era casuale; la sua notorietà come figura temuta e rispettata a Ostia lo portava a essere percepito come un “capo” nel contesto locale, qualcuno in grado di garantire protezione e risolvere eventuali problemi legati all’imprenditorialità. La sua reputazione di criminale, confermata da precedenti condanne e dal racconto di atti violenti come la gambizzazione di Vito Triassi, ha alimentato il suo potere intimidatorio.
Durante una delle conversazioni intercettate, De Santis ha osato vantarsi della sua influenza e del suo ruolo di preminenza a Ostia, sostenendo di aver mandato via la mafia siciliana dal territorio. Quest’affermazione, seppur autocelebrativa, rifletteva una mentalità pervasiva nella criminalità organizzata, in cui il potere e la violenza si intrecciano in un tessuto di paura e sottomissione.
La lotta delle istituzioni contro la criminalità organizzata
La condanna di Roberto De Santis non è solo un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di lotta della magistratura e delle forze dell’ordine contro la criminalità organizzata a Roma e, in particolare, nel territorio di Ostia. Le autorità sono costantemente impegnate a contrastare l’intimidazione e l’estorsione che, in vari modi, ostacolano un corretto e legale esercizio dell’imprenditoria nella zona.
L’intervento delle forze dell’ordine, attraverso intercettazioni e indagini approfondite, ha reso possibile la raccolta di prove significative contro De Santis e il suo gruppo, dimostrando l’efficacia degli sforzi coordinati della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. La possibilità di generare un impatto duraturo sulla criminalità organizzata passa anche dalla sensibilizzazione della comunità locale, al fine di incoraggiare le vittime a denunciare i crimini e a non cadere nella spirale delle minacce mafiose.
Con la crescente attenzione e le azioni proattive delle istituzioni, si spera di ridurre il fenomeno delle estorsioni e di favorire un ambiente in cui l’imprenditorialità possa crescere in modo legittimo e prospero, contribuendo così al benessere dell’intera collettività.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Sofia Greco