Negli anni Duemila, un incontro tra culture e storie si è tradotto in un progetto cinematografico che ha raccontato il giovane Ernesto Che Guevara. Robert Redford acquistò i diritti per trasformare un piccolo diario in un film che ha segnato una stagione del cinema biografico e sociale. Il giornalista Gianni Minà, scomparso nel 2023, fu protagonista di una vicenda che collegò il mondo del cinema a quello della letteratura e della memoria storica.
Il diario di che guevara: un racconto poco conosciuto
“Notas de viaje” è un diario che raccoglie gli appunti del secondo viaggio di Ernesto Guevara attraverso l’America Latina, molto prima della sua fama come “Che”. Minà, giornalista e documentarista, aveva ottenuto i diritti da Aleida Guevara, la moglie di Ernesto, conservando così un pezzo importante della memoria storica. Il diario, pubblicato in Italia con il titolo “Latinoamericana” dalla Feltrinelli, offre una testimonianza diretta delle tappe del giovane Che. In questo racconto scritto a mano, c’è il viaggio in moto con l’amico Alberto Granado, su una Norton vecchia, durante il quale il futuro rivoluzionario scopriva la povertà e le difficoltà di molte comunità del continente.
Questo diario è molto più di un semplice racconto di viaggio. È il luogo dove si forma la consapevolezza politica e sociale di Ernesto. Ogni pagina parla di incontri con persone comuni, di paesaggi estremi e di realtà difficili, che lasciano un segno profondo in chi legge e in chi osserva quella storia da lontano.
La genesi di “i diari della motocicletta”: dal libro allo schermo
Robert Redford acquistò i diritti del diario nel tentativo di trasformare quella testimonianza in un film. Il progetto prese forma sotto la regia di Walter Salles, e vide la luce dopo un processo di produzione durato otto anni. Questa lunga gestazione permise di approfondire il messaggio e di costruire una narrazione fedele alle intenzioni di quei primi viaggi di Ernesto Guevara.
Accanto a Redford e Salles, Gianni Minà ebbe un ruolo importante, realizzando un documentario dal titolo “In viaggio con il Che” che raccontava sia la storia prima della notorietà di Guevara, sia il lavoro attorno al film. In questo modo, offrì al pubblico uno sguardo dietro le quinte e una narrazione parallela, che mostrava come un piccolo diario si era trasformato in una produzione internazionale.
Ettore Scola, grande regista e sceneggiatore, partecipò attivamente alla scrittura della sceneggiatura, garantendo un legame forte con la realtà storica e la profondità umana del racconto.
L’eredità della collaborazione tra Gianni Minà e Robert Redford
Quell’esperienza cinematografica generò un’amicizia duratura tra Robert Redford, Gianni Minà, Walter Salles e Ettore Scola. Un legame nato dal rispetto per una storia che andava oltre il semplice racconto biografico e si apriva a riflessioni più profonde sulla realtà latinoamericana e sulla memoria storica.
Il documentario “In viaggio con il Che”, conservato nell’archivio digitale della Fondazione Gianni Minà, rimane oggi un patrimonio dove si raccolgono le voci e le immagini di quel progetto. È un materiale che testimonia come il cinema e il giornalismo possano lavorare insieme per far emergere storie autentiche, offrendo strumenti di conoscenza a nuove generazioni di spettatori e lettori.
In questa vicenda si intrecciano ricordi, film e documentari che conservano la complessità di un personaggio e il valore di una testimonianza diretta, sempre attuale per comprendere il passato dell’America Latina e le radici ideali di Ernesto Guevara.