La vicenda di Graziano Ferro, scomparso a Verrua Savoia dopo l’alluvione che ha colpito la zona, si è conclusa con un ritrovamento che ha sollevato la comunità locale. Dopo un’attenta ricerca in ambienti esterni difficili da esplorare, l’uomo è stato scoperto all’interno della propria abitazione, in una zona nascosta e poco accessibile. Il salvataggio ha richiamato l’intervento di forze dell’ordine, soccorritori e autorità che hanno lavorato senza sosta anche in condizioni ambientali complesse.
Le ricerche e il contesto ambientale della scomparsa a verrua savoia
Nelle ore successive alla segnalazione della scomparsa di Graziano Ferro, 68 anni, le operazioni di ricerca hanno coinvolto più squadre in un territorio segnato da allagamenti, boschi fitti e borgate isolate. La zona, dopo le piogge intense e la piena del rio Ardovana, ha presentato condizioni difficili con diverse aree inondate o resesi difficili da raggiungere, limitando i movimenti di chi si occupava del soccorso.
Le forze impegnate hanno perlustrato campi allagati e sentieri interni, utilizzando anche droni per un controllo dall’alto e nuclei cinofili per l’individuazione di eventuali tracce o segnali. I vigili del fuoco da Chivasso, Torino Stura e Montanaro hanno fornito un supporto fondamentale, soprattutto per raggiungere zone isolate o pericolose. La partecipazione di numerosi volontari della protezione civile ha aumentato la copertura delle aree da verificare.
L’attenzione inizialmente si è concentrata sull’ambiente esterno dell’abitazione, ipotizzando che Ferro potesse aver cercato riparo tra le zone boschive o nei pressi della sua proprietà. La presenza di un centro di coordinamento organizzato dal sindaco Mauro Castelli ha favorito uno scambio rapido di informazioni, facilitando il dialogo tra i soccorritori e la comunità.
La scoperta dell’intercapedine nella casa di graziano ferro
Dopo aver escluso le ricerche all’esterno, le squadre hanno rivisitato con attenzione la casa di Graziano Ferro, in località Case Cocetti. Durante una perlustrazione approfondita, un maresciallo dei carabinieri della stazione di Cavagnolo, guidata da G. Guzzon, ha notato una discrepanza nel pavimento che sembrava nascondere una botola poco visibile ai più.
L’apertura di questo accesso ha rivelato un’intercapedine spaziosa, dove l’uomo era riuscito a ripararsi. Nonostante la condizione di forte debilitazione, Ferro era cosciente. La scelta di nascondersi lì potrebbe essere collegata allo stato di stress causato dall’alluvione e dai danni subiti, un rifugio temporaneo che gli ha permesso di sopravvivere fino al momento del ritrovamento.
La zona dove si trovava è risultata difficile da ispezionare nelle prime fasi delle operazioni di soccorso, proprio per la conformazione poco accessibile e nascosta. La testimonianza del militare che ha trovato la botola ha evidenziato un atteggiamento attento e scrupoloso nelle operazioni, fondamentale per portare a termine il salvataggio.
Le condizioni di graziano ferro e gli interventi successivi al ritrovamento
A seguito del ritrovamento, sul posto è intervenuto il personale sanitario del 118 che ha valutato le condizioni di Graziano Ferro. L’uomo, che utilizza una bombola d’ossigeno con autonomia limitata, si presentava visibilmente provato e disorientato. Nonostante ciò, era in condizioni generali stabili e ha potuto ricevere immediatamente le cure necessarie per affrontare la debilitazione fisica dovuta al tempo trascorso nascosto.
Il trasporto in ambulanza verso l’ospedale ha permesso di avviare tutti gli accertamenti del caso. I medici hanno tenuto sotto osservazione la funzionalità respiratoria e le eventuali conseguenze dello stress psicofisico. Il sindaco Mauro Castelli, presente durante il soccorso, ha manifestato attenzione al decorso clinico e supporto nei confronti dell’uomo.
Il contatto costante con la famiglia e la comunità ha rappresentato un elemento importante, vista la forte partecipazione emotiva ai giorni di angoscia e alle ricerche incessanti.
Il contesto dell’alluvione e le ipotesi sulla scomparsa volontaria
Il fenomeno alluvionale che ha colpito Verrua Savoia ha creato una situazione di emergenza con effetti diretti sulle abitazioni vicine al rio Ardovana. Graziano Ferro era già finito al centro di un intervento dei vigili del fuoco solo pochi giorni prima, quando era stata portata una nuova bombola d’ossigeno a casa sua, isolata perché la piena aveva bloccato le vie di accesso.
La scelta di nascondersi nella botola potrebbe essere stata motivata dalla paura, da un momento di confusione o da un bisogno di proteggersi dal clima di incertezza in quei giorni delicati. Ancora non è chiaro se la decisione sia stata consapevole o derivata da uno stato di agitazione psicologica.
Le forze dell’ordine continueranno nelle prossime settimane a indagare sulle dinamiche che hanno portato alla scomparsa e al successivo ritrovamento. Capire i movimenti e le scelte di Ferro potrà offrire indicazioni più precise per gestire situazioni simili in futuro.
Le operazioni di ricerca e soccorso di quelle giornate rappresentano un esempio di coordinamento tra diverse realtà territoriali impegnate in situazioni difficili, grazie al lavoro congiunto di carabinieri, vigili del fuoco, volontari e autorità comunali.