La segnalazione arriva da Lac Marche, che denuncia un gesto inquietante vicino all’abitazione di Danilo Baldini. Nella campagna tra Cerreto d’Esi e Matelica, è stata scoperta la carcassa di una giovane capriola, con la testa mozzata. L’episodio ha acceso i riflettori sulle minacce rivolte a chi si impegna contro la caccia e il bracconaggio.
Il ritrovamento e le prime ricostruzioni sul luogo
La carcassa è stata trovata vicino alla casa di Danilo Baldini, delegato regionale della Lega per l’abolizione della caccia . Al primo momento, si pensava potesse trattarsi di un incidente legato alle operazioni di falciatura del fieno e dell’erba in zona, un’attività comune in questo periodo. In effetti, i caprioli appena nati spesso vengono lasciati in mezzo all’erba alta per sfuggire ai predatori e possono finire accidentalmente coinvolti nelle macchine agricole.
Questa ipotesi però è stata rapidamente scartata. Il punto in cui si trovava la carcassa non era stato interessato da recenti tagli dell’erba, e nelle aree vicine le falciature si erano fermate diversi giorni prima del ritrovamento. La giovane capriola era stata uccisa da poche ore, lo si è capito dai segni di sanguinamento ancora presenti. Una particolarità ha colpito gli investigatori: oltre alla decapitazione, il corpo non mostrava altre ferite, una situazione che ha escluso la possibilità di un incidente.
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Il ruolo del medico veterinario e l’intervento dei carabinieri forestali
Sul posto sono intervenuti, insieme a rappresentanti della Lac Marche, i carabinieri forestali per raccogliere elementi utili all’indagine. Un medico veterinario proveniente dal Cras Marche, chiamato durante il sopralluogo, ha confermato che la decapitazione non poteva essere casuale e chiaramente era stata compiuta da mano umana. Il dettaglio ha dato un indirizzo chiaro alle indagini: si tratta di un atto volontario e non di un evento accidentale.
L’azione, spiega la Lac Marche, assume i contorni di un gesto intimidatorio diretto a Danilo Baldini. Il delegato è noto da oltre quarant’anni per la sua attività a difesa degli animali e contro la caccia, specialmente nella regione Marche.
L’ipotesi di intimidazione e le reazioni della lac marche
La decapitazione della capriola vicino alla casa di Baldini viene letta come un chiaro segnale di minaccia o avvertimento. L’episodio è definito dalla Lac Marche “un atto orribile” e viene condannato fermamente. Restano aperte le indagini, con l’intento di individuare chi ha compiuto questo gesto in una zona spesso monitorata con foto-trappole.
Questi dispositivi, installati per osservare il passaggio degli animali selvatici, potrebbero aver registrato movimenti sospetti o addirittura immortalato il colpevole. I carabinieri forestali hanno ricevuto la denuncia formale per il caso.
Da parte della Lac Marche arriva un messaggio chiaro: azioni intimidatorie di questo tipo non fermano chi lavora da decenni contro il bracconaggio e a sostegno della tutela degli animali selvatici. La vicenda sottolinea le tensioni ancora presenti sul territorio tra chi difende la fauna e chi si oppone alle loro battaglie.
Gli sviluppi sull’indagine saranno monitorati attentamente, nel contesto di un impegno pubblico che da sempre cerca di contrastare le attività illegali in ambito venatorio.