Ritardi e polemiche sulla ricostruzione dell’ex san salvatore e degli immobili univaq all’aquila

Ritardi e polemiche sulla ricostruzione dell’ex san salvatore e degli immobili univaq all’aquila

La ricostruzione dell’ex ospedale San Salvatore e degli immobili dell’università dell’Aquila è bloccata da anni; consiglieri comunali chiedono maggiore impegno del Comune e trasparenza dall’ateneo.
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La ricostruzione dell’ex ospedale San Salvatore e degli edifici universitari all’Aquila è bloccata da anni, con ritardi e mancanza di coordinamento tra Comune e Università, creando disagi agli studenti e sollevando richieste di maggiore trasparenza e interventi concreti. - Gaeta.it

La ricostruzione dell’ex ospedale San Salvatore e di molti degli edifici di proprietà dell’università dell’Aquila continua a subire un blocco significativo, a sedici anni dal terremoto che ha colpito la città. Recentemente, cinque consiglieri comunali hanno presentato un’interrogazione per chiedere chiarezza e sollecitare un ruolo più attivo dell’amministrazione comunale, ricevendo una risposta contrastata da parte del rettore. Il dibattito si concentra sull’incapacità dell’ateneo di completare gli interventi necessari e sulle responsabilità che spettano soprattutto al Comune.

L’interrogazione dei consiglieri comunali sulle criticità della ricostruzione univaq

Cinque consiglieri comunali dell’Aquila, tra cui Gianni Padovani ed Enrico Verini, hanno firmato un’interrogazione in cui si evidenziano i ritardi nel recupero degli immobili universitari, con particolare attenzione all’ex San Salvatore. L’obiettivo è ottenere spiegazioni ufficiali e stimolare un’azione concreta da parte del sindaco e degli enti coinvolti. I firmatari sottolineano come il diritto di chiedere informazioni sulla ricostruzione sia una prerogativa costituzionalmente garantita ai consiglieri comunali, i quali rappresentano la massima assise democratica cittadina.

L’interrogazione viene così definita una richiesta di trasparenza, priva di fini polemici, che intende solo mettere in luce un problema strategico per il futuro dell’Aquila. I consiglieri ribadiscono il dovere politico e morale di conoscere esattamente le ragioni dei ritardi e di verificare cosa si stia facendo per risolvere la situazione. Come spesso accade in democrazia, anticipano critiche su chi considera la richiesta un’invasione di competenze o una provocazione ingiustificata, ricordando che il confronto sui temi pubblici è parte integrante del ruolo degli amministratori locali.

La risposta e la critica al rettore: toni e contenuti del dibattito

La replica del rettore ha sollevato stupore tra i firmatari dell’interrogazione: Padovani e Verini definiscono mortificanti i toni utilizzati, considerando soprattutto il ruolo istituzionale e accademico che dovrebbe accompagnare il confronto pubblico su questi temi. Secondo loro, l’Università si sarebbe esposta a critiche che si sarebbero potute evitare con un approccio più aperto e trasparente, anche nel dissenso.

Viene rimpianto il comportamento dimostrato da precedenti figure di rilievo dell’ateneo, in grado di sostenere le opinioni anche contrastanti con maggiore misura e rigore. Non a caso, si segnala che solo dopo questa iniziativa l’Università ha iniziato a fornire alcune spiegazioni sulla sospensione dei lavori a San Salvatore, spiegazioni che restano però insufficienti e poco convincenti nella loro dimensione tecnica.

Il punto centrale del conflitto riguarda non solo lo scambio di comunicati ma piuttosto la gestione complessiva della ricostruzione, che ancora fatica a decollare – con l’ex ospedale fermo al primo giorno successivo al terremoto, fatto che pesa sul tessuto urbano e sulle condizioni degli studenti aquilani.

Stato attuale della ricostruzione e piano triennale 2025-2027

La ricostruzione dell’ex San Salvatore e di altri immobili universitari nel centro storico dell’Aquila è arrivata a un punto morto che preoccupa amministratori e cittadini. Nonostante i finanziamenti destinati a queste opere, i cantieri non hanno registrato progressi concreti da oltre un decennio. La programmazione triennale diffusa di recente dall’Università, che riguarda il periodo 2025-2027, lascia intendere che se tutto andrà come previsto, il lavoro potrebbe concludersi non prima del 2035, più di vent’anni dopo il terremoto.

Questa tempistica troppo dilatata avrà conseguenze sulle nuove generazioni: molti studenti potrebbero laurearsi senza aver mai potuto studiare in strutture adeguate in città. Per Padovani e Verini, fare in modo che l’Università possa contare su sedi moderne e funzionali non è un dettaglio secondario ma una necessità per il rilancio culturale e sociale del territorio.

Si segnala che la progettazione ha avuto uno stanziamento di circa quattro milioni di euro, assegnati alla fase preliminare. Tuttavia, l’Università non ha ancora attivato richieste formali al CIPESS per ottenere i fondi necessari alle fasi esecutive del cantiere. Si evidenzia il paradosso che le risorse sono disponibili dal 2017, ma finora non sono state impiegate. Solo qualche mese fa, da fonti universitarie e provveditorato, si parlava di bandi imminenti per aprire i cantieri, cosa che a oggi non si è concretizzata.

Ruolo del Comune e necessità di un intervento diretto sull’università

I consiglieri comunali sollevano la questione del coinvolgimento del Comune, sostenendo che l’ente avrebbe dovuto supportare Univaq nella gestione della ricostruzione degli immobili pubblici di interesse strategico. La lentezza nella ripresa dei lavori potrebbe riflettere carenze organizzative e mancata cooperazione tra istituzioni.

A fronte di difficoltà incontrate dall’ateneo, i firmatari dell’interrogazione invocano un ruolo più presente e deciso dell’amministrazione civica, affinché la città non perda altro tempo prezioso. Considerano l’Università un bene collettivo, una risorsa vitale da tutelare, e ritengono necessario un coordinamento più incisivo, capace di rimuovere ostacoli burocratici e tecnici.

Nel centro storico restano immobili non ristrutturati, come quelli in via Verdi, via Roma e via Cascina, che hanno un impatto sul volto della città e sulle condizioni di vita degli studenti. Il Comune, con i suoi poteri e strumenti, potrebbe favorire la ripresa dei cantieri e garantire un confronto costante con l’ateneo e gli enti finanziatori.

Impatto sugli studenti e situazione delle strutture didattiche provvisorie

Oggi l’emergenza non è solo quella edilizia ma anche logistica. Circa 800 studenti del corso di Economia e i docenti assegnati sono costretti a svolgere le lezioni in sedi temporanee, come quella di San Basilio, con scarsa disponibilità di parcheggi e di servizi. Questa situazione precaria si protrae da mesi senza una risposta chiara da parte della governance universitaria.

Chi studia cerca un ambiente adatto alla didattica e alle attività accademiche, ma mancano spazi idonei e confortevoli. Questo incide sul rendimento e sulla qualità della vita degli studenti, che facendosi carico di questa realtà si trovano ancora lontani da una normalità stabile.

La mancata risposta del rettore su queste problematiche ha alimentato ulteriori dubbi. L’accesso a strutture adeguate resta una delle priorità per l’Aquila e chi si occupa di amministrazione pubblica e universitaria deve misurarsi con queste esigenze concrete.

Aspettative e clima alla vigilia delle elezioni del nuovo rettore

L’interrogazione arriva in un momento delicato, in prossimità delle elezioni per il nuovo rettore dell’Università dell’Aquila. Chiunque verrà eletto dovrà misurarsi con la questione spinosa della ricostruzione e con le aspettative di una città che reclama risposte e soluzioni immediate.

I consiglieri ribadiscono di non voler entrare nel dibattito interno all’ateneo ma auspicano che il mandato che inizierà possa segnare un cambiamento vero nelle politiche di recupero degli immobili e di gestione delle risorse messe a disposizione. Negli ultimi sei anni, lamentano, poco o nulla si è mosso.

La speranza è che il nuovo rettore affronti con concretezza questa sfida. All’Aquila serve più di parole: servono fatti e impegno tangibile. Nel frattempo, i consiglieri si dicono disponibili a dialogare in modo costruttivo per favorire questo processo.

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