L’accordo per il rinnovo del contratto collettivo specifico di lavoro firmato dopo sei mesi di confronto tra sindacati e aziende come Stellantis, CNH industrial, Iveco e Ferrari ha scatenato reazioni contrastanti tra lavoratori e rappresentanti sindacali. L’intesa, che riguarda il quadriennio 2023-2026, introduce un aumento salariale che secondo alcune sigle è insufficiente rispetto all’inflazione e alle sfide del settore automotive.
Qualche dettaglio sul nuovo contratto collettivo specifico di lavoro
Il contratto appena siglato interessa migliaia di dipendenti delle aziende Stellantis, CNH industrial, Iveco e Ferrari. L’accordo è stato firmato dai sindacati FIM, UILM, Fismic, UGLM e dall’associazione quadri che hanno descritto l’intesa come un passo positivo. Il testo prevede un aumento totale del 18,66% distribuito sul quadriennio 2023-2026, che equivale a circa 350 euro lordi mensili quando sarà a regime.
Oltre a questo, sono previste due erogazioni una tantum da 240 euro ciascuna, in arrivo a giugno 2025 e giugno 2026, a copertura dei primi due anni di contratto. Questi pagamenti extra non saranno però inclusi nel calcolo dei salari fissi o nella valutazione dell’anzianità lavorativa. L’obiettivo dichiarato dalle sigle firmatarie è di garantire un miglioramento retributivo graduale per i lavoratori.
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Il punto di vista del sindacato usb di pescara
Il sindacato USB di Pescara ha criticato duramente l’accordo, sostenendo che l’aumento salariale proposto non compensa la perdita reale del potere d’acquisto registrata negli ultimi anni. L’inflazione, dal 2021 a oggi, ha superato il 18% colpendo pesantemente i costi di beni alimentari, energia e altri prodotti essenziali che incidono sul bilancio familiare.
L’USB ha inoltre evidenziato il forte divario tra le condizioni dei lavoratori e i risultati economici del gruppo Stellantis, che nel 2023 ha dichiarato utili superiori a 18 miliardi di euro. Questa disparità alimenta la frustrazione tra i dipendenti, che vedono un aumento salariale spalmato su un arco di quattro anni ma poco efficace nella pratica sul reddito reale.
Criticità e conseguenze del contratto nel contesto dell’industria automotive in italia
I problemi principali del nuovo accordo riguardano il ritmo con cui vengono distribuiti gli incrementi salariali e la natura delle erogazioni una tantum che non modificano la base fissa del compenso. Questo crea una distanza fra il guadagno immediato e il potere d’acquisto stabile.
Il settore automotive ha attraversato anni complessi segnati da ristrutturazioni, esternalizzazioni e una significativa riduzione degli stabilimenti produttivi in Italia. USB denuncia che il contratto firmato dai sindacati cosiddetti concertativi non affronta queste criticità. Al contrario, contribuisce a mantenere uno status quo che ha causato la perdita di migliaia di posti di lavoro e un indebolimento dell’industria manifatturiera nazionale.
Le richieste del sindacato usb per il futuro del lavoro
L’USB non si limita a criticare ma avanza alcune richieste concrete per modificare l’assetto attuale. Propone un contratto nazionale capace di assicurare aumenti reali e periodici adeguati all’andamento dell’inflazione. Chiede l’introduzione di meccanismi automatici che tutelino la crescita dei salari fissi, evitando tagli di potere d’acquisto.
Sul fronte industriale, il sindacato mette al centro della discussione una politica pubblica che vincoli gli investimenti al mantenimento dell’occupazione e alla produzione sul suolo italiano. Questo sarebbe volto a contrastare il rischio di delocalizzazione e di ulteriore riduzione della presenza produttiva nel paese.
Infine, l’USB sollecita una mobilitazione operaia che riporti il conflitto sui luoghi di lavoro. Per ottenere miglioramenti concreti, serve una rappresentanza sindacale più forte e la rivendicazione di condizioni diverse, come la riduzione dell’orario lavorativo mantenendo invariato il salario.
Scenari aperti e iniziative sindacali contro la crisi nell’automotive italiano
Con il mercato sempre più competitivo e la diffusione dell’automazione che modifica le attività produttive, lavoratori e sindacati si trovano davanti a una sfida complessa. La ristrutturazione in corso a Stellantis e nelle aziende afferenti potrebbe cancellare posti di lavoro senza un adeguato investimento in innovazione e formazione.
USB di Pescara ha già annunciato nuove iniziative di protesta per rafforzare la rappresentanza e lottare per condizioni di lavoro più eque. Solo attraverso una pressione costante sarà possibile modificare una situazione che, allo stato attuale, appare stagnante per i lavoratori del comparto automotive. Il futuro di questo segmento industriale resta dunque incerto, con un confronto acceso tra lavoratori, imprese e politica.