Il 37enne Kevin Kurti è stato riportato in Italia dopo essere stato preso a Durazzo il 5 febbraio scorso. L’arresto fa parte di un’inchiesta più ampia, chiamata ‘Champions League’, che ha smascherato un vasto traffico di droga che partiva dall’Olanda e dalla Spagna e arrivava fino alle zone più calde dello spaccio nella provincia di Napoli. Kurti era riuscito a sfuggire a una prima operazione delle forze dell’ordine svolta a Napoli il 17 gennaio 2025.
Il contesto dell’inchiesta ‘champions league’ sul narcotraffico
L’indagine, portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha individuato un gruppo di 29 persone implicate nel trasporto e nella distribuzione di sostanze stupefacenti su larga scala. Questi soggetti importavano prevalentemente cocaina e hashish, facendo passare la droga dai Paesi Bassi e dalla Spagna fino alle piazze di spaccio napoletane.
Le organizzazioni usavano telefoni criptati e chat protette per scambiare informazioni. Questi sistemi, che inizialmente si pensava fossero inviolabili, sono stati alla base delle prove raccolte. Il caso è riuscito a mandare in luce la complessa rete di movimenti e persone coinvolte, mostrando come il narcotraffico gestito dagli indagati si fosse ben radicato tra Napoli e dintorni.
Leggi anche:
Il ruolo di kevin kurti e la cattura a durazzo
Kurti è stato uno dei soggetti più ricercati durante il blitz dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli il 17 gennaio. In quell’occasione era sfuggito all’arresto ma è stato rintracciato grazie a un’operazione combinata tra la Polizia albanese e le autorità italiane.
La cattura è avvenuta nella notte del 5 febbraio a Durazzo, in Albania. Il blitz è stato effettuato da agenti della Polizia della Repubblica albanese, in collaborazione con i carabinieri di Napoli, il Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia e Europol. In seguito, Kurti è stato consegnato alle autorità italiane e messo ai domiciliari.
Le due organizzazioni criminali coinvolte e le dinamiche del traffico di droga
L’indagine ha scoperto che dietro il traffico di droga c’erano due gruppi criminali distinti ma non collegati direttamente tra loro. Entrambi, però, si rifornivano attraverso lo stesso canale che si trovava in Spagna, luogo principale per l’approvvigionamento di cocaina e hashish.
Questi gruppi operavano quindi in modo indipendente nel territorio partenopeo, ognuno gestendo le proprie piazze e logistiche, ma sfruttavano la medesima fonte di stupefacenti. La Spagna è risultata centrale per l’intera rete, punto di partenza fondamentale per poi smistare la droga in Italia e nel resto d’Europa. Lo smantellamento ha permesso di interrompere almeno temporaneamente questo flusso criminale che alimentava la domanda nelle zone più importanti per lo spaccio.
Operazioni transfrontaliere e collaborazione internazionale
L’intervento delle forze dell’ordine italiane, con l’appoggio di partner internazionali, ha evidenziato come la lotta al narcotraffico passi oggi anche attraverso operazioni transfrontaliere e scambi di informazioni per colpire le reti estese oltre i confini.