Richiesta di rinvio a giudizio per leonardo apache la russa e tommaso gilardoni per revenge porn collegato a indagine 2023

Richiesta di rinvio a giudizio per leonardo apache la russa e tommaso gilardoni per revenge porn collegato a indagine 2023

I pubblici ministeri Mannella e Stagnaro chiedono il rinvio a giudizio per Leonardo Apache La Russa e Tommaso Gilardoni per revenge porn, mentre il filone sulla violenza sessuale sarà discusso il 25 settembre.
Richiesta Di Rinvio A Giudizio Richiesta Di Rinvio A Giudizio
Leonardo Apache La Russa e il dj Tommaso Gilardoni sono stati rinviati a giudizio per revenge porn, mentre il procedimento per violenza sessuale, da cui è partita l’indagine, è ancora in fase di valutazione. - Gaeta.it

Una nuova fase dell’indagine nata nel 2023 da una denuncia per violenza sessuale vede coinvolti Leonardo Apache La Russa e il dj Tommaso Gilardoni. I pubblici ministeri Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro hanno chiesto il rinvio a giudizio per entrambi con l’accusa di divulgazione illecita di immagini o video a contenuto sessuale, in un contesto di revenge porn. Questi fatti rappresentano un filone distinto rispetto alle accuse di presunti abusi, sulle quali i pm avevano chiesto l’archiviazione lo scorso aprile.

La richiesta di rinvio a giudizio per il figlio del presidente del senato e il dj

Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e Tommaso Gilardoni sono finiti sotto accusa per due episodi distinti di diffusione illecita di materiale sessualmente esplicito. L’inchiesta è partita dalla denuncia di una giovane donna di 22 anni, presentata nel 2023, che aveva segnalato episodi di violenza sessuale.

I pm Mannella e Stagnaro hanno concentrato la loro attenzione su questo aspetto della vicenda, chiedendo il rinvio a giudizio per i due ragazzi nel ruolo di sospettati per revenge porn. Il reato contestato consiste nella condivisione senza consenso di immagini o video sessuali, con l’aggravante che spesso comporta una violazione della sfera privata e un evidente danno per la vittima.

La richiesta di rinvio a giudizio segna una svolta processuale che porterà la questione davanti a un giudice, mentre sul fronte degli abusi sessuali il procedimento ha visto una diversa valutazione da parte dei pm.

Il differente percorso processuale del filone sulle presunte violenze sessuali

Parallelamente all’inchiesta sul revenge porn, il procedimento relativo alla denuncia per violenza sessuale è stato valutato con prudenza dai magistrati. Nel mese di aprile, i pubblici ministeri avevano chiesto l’archiviazione di questo filone, ritenendo insufficienti gli elementi per sostenere l’accusa in giudizio.

La giovane che ha sporto denuncia ha però opposto resistenza a questa decisione, presentando ricorso al gip. Questo atteggiamento ha risospinto la vicenda sotto la lente della magistratura che ha fissato l’udienza per il prossimo 25 settembre, data in cui si discuterà la validità della richiesta di archiviazione.

Questa situazione dimostra come i diversi aspetti legali relativi alla stessa vicenda possano seguire percorsi distinti, con valutazioni differenti su prove e testimonianze.

La gestione dell’indagine e le prossime tappe del procedimento

L’inchiesta condotta dalle autorità giudiziarie si è sviluppata attraverso l’esame di prove relative alla diffusione di contenuti pornografici senza il consenso della persona coinvolta. La decisione dei pm di chiedere il rinvio a giudizio punta a far emergere fatti e responsabilità davanti a un tribunale.

Al momento, la difesa e gli imputati non hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche significative sul caso. L’attenzione mediatica resta alta per l’importanza degli esponenti coinvolti e per le implicazioni sulla tutela della privacy e della dignità personale nel mondo digitale.

La data del 25 settembre rappresenta un passaggio cruciale per valutare il percorso del filone legato alla violenza sessuale. Parallelamente, le cause connesse alla diffusione illecita dei materiali sessualmente espliciti proseguiranno secondo le procedure ordinarie. Questi procedimenti costituiranno un banco di prova per la giustizia in materia di crimini digitali e tutela delle vittime.

Si attendono ulteriori sviluppi nei prossimi mesi, mentre la vicenda continua a suscitare discussioni tra operatori del diritto e opinione pubblica.

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