Richiesta cittadinanza per un ragazzo disabile nato in italia: iter burocratico si allunga fino a 3 anni

Richiesta cittadinanza per un ragazzo disabile nato in italia: iter burocratico si allunga fino a 3 anni

Una famiglia brasiliana di Modena affronta lunghe attese burocratiche per la cittadinanza italiana del figlio disabile, con difficoltà legate all’incapacità del ragazzo di esprimere la volontà e l’intervento del sindaco Massimo Mezzetti.
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Una famiglia brasiliana di Modena affronta lunghe attese burocratiche per la cittadinanza italiana di un giovane disabile, mettendo in luce le difficoltà legali e umane legate a chi non può esprimere volontà. - Gaeta.it

Una famiglia di origine brasiliana residente a Modena si trova ad affrontare una lunga attesa per la cittadinanza italiana di un ragazzo disabile, nato nel nostro Paese e da poco maggiorenne. La situazione mette in luce un problema burocratico che coinvolge persone con disabilità incapaci di esprimere la volontà di acquisire la cittadinanza, allungando i tempi e complicando la procedura.

Difficoltà burocratiche per il riconoscimento della cittadinanza ai disabili

Il giovane, ormai diciottenne, ha diritto alla cittadinanza italiana perché nato sul suolo nazionale da genitori brasiliani. Il suo caso si complica però per la disabilità al cento per cento di cui è affetto: non parla e non può formalmente manifestare la volontà di diventare italiano. Questa mancanza, prevista dalla legge, sposta la richiesta dal Comune alla Prefettura. A causa di questo passaggio, la pratica si blocca in un iter più complesso e lento, con tempi che possono estendersi fino a due o tre anni.

La sorella del ragazzo, che si occupa della famiglia e collabora con la madre-tutore, ha spiegato che mentre la procedura per altri cittadini si conclude rapidamente in Comune, la loro è ostacolata proprio da questo vincolo. La Prefettura, organo competente per queste situazioni particolari, mantiene infatti tempi più lunghi di lavorazione, in un sistema che risente di ingorghi e scarsa chiarezza nelle modalità operative.

L’impatto emotivo e le difficoltà della famiglia

La madre, tutore legale e riferimento del ragazzo, ha provato più volte a gestire la pratica con il Comune di Modena. Durante l’ultimo tentativo, il personale ha chiesto direttamente al giovane di esprimere il desiderio di acquisire la cittadinanza. La richiesta ha messo in crisi tutta la famiglia, poiché il ragazzo non parla e la madre non padroneggia completamente l’italiano. L’accento ancora marcato, insieme alla scarsa conoscenza della lingua, espone la donna a situazioni di disagio, a volte derisioni o tentativi di raggiro.

La risposta negativa e le modalità di gestione hanno causato frustrazione alla madre, che ha espresso il suo disappunto per la mancanza di sensibilità degli uffici. La sorella intervistata ha sottolineato quanto questo episodio abbia fatto sentire la famiglia vittima di un’ingiustizia, soprattutto perché la donna tiene molto a completare il percorso di cittadinanza per il figlio.

La segnalazione al sindaco e la ricerca di una soluzione rapida

In risposta a quanto accaduto, Aisha, sorella del ragazzo, ha scritto una lettera al sindaco di Modena, Massimo Mezzetti. Il primo cittadino ha manifestato la propria disponibilità a seguire la vicenda, monitorando i tempi di attesa per la conclusione della pratica. La famiglia spera in un intervento locale che possa velocizzare la procedura.

Avvertimento ad altre famiglie con situazioni simili

Aisha ha raccontato la vicenda non solo per chiedere aiuto, ma anche per mettere in guardia altre famiglie con situazioni simili. La difficoltà di accesso alla cittadinanza per persone disabili senza capacità di esprimere volontà esplicita rischia di riguardare molti altri tutori e parenti, lasciando aperti problemi pratici e umani. Le attese fino a tre anni rappresentano un peso e una complicazione che si aggiunge alle sfide quotidiane di queste famiglie.

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