Riapertura della sala del mezzanino a palazzo vecchio con l’affresco dell’orcagna dedicato a sant’anna

Riapertura della sala del mezzanino a palazzo vecchio con l’affresco dell’orcagna dedicato a sant’anna

Il 26 luglio a Firenze si celebra sant’Anna, protettrice della città, con l’apertura straordinaria della sala del mezzanino a palazzo vecchio che ospita un affresco dell’Orcagna legato alla cacciata di Gualtieri di Brienne.
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Il 26 luglio a Firenze si celebra sant’Anna, protettrice della città, con l’apertura straordinaria della sala del mezzanino di Palazzo Vecchio, dove è conservato un affresco dell’Orcagna che raffigura la cacciata del tiranno Gualtieri di Brienne nel 1343, simbolo di fede e identità civica. - Gaeta.it

La giornata del 26 luglio richiama l’attenzione su santi Gioacchino e Anna, figure centrali nella tradizione religiosa, riconosciuti come genitori di Maria e nonni di Gesù. A Firenze, questa ricorrenza prende forma attraverso la riapertura della sala del mezzanino nei musei civici di palazzo vecchio. Un affresco attribuito all’Orcagna, conservato in questa area solitamente chiusa al pubblico, emerge come testimonianza artistica e storica del legame tra la santa e la città.

L’affresco dell’orcagna e la sala del mezzanino a palazzo vecchio

Nel cuore di palazzo vecchio, la sala del mezzanino custodisce un affresco proveniente da un antico cortile dell’ex carcere delle Stinche. Datato tra il 1343 e il 1349, questo dipinto rappresenta sant’Anna in una posa solenne, vestita di rosso, con un’aureola che ne sottolinea la sacralità. La figura femminile è dipinta con uno sguardo serio e paterno, rivolto verso cavalieri che ricevono gonfaloni fiorentini. Sullo sfondo si riconosce una scena simbolica e complessa: un angelo scaccia un uomo, presumibilmente il duca d’Atene Gualtieri di Brienne, che tiene fra le mani un simulacro con volto barbuto. Oggetti caduti al suolo arricchiscono il significato allegorico della scena.

Questa sala, normalmente inaccessibile, si apre eccezionalmente in occasione della festa del 26 luglio, offrendo una prospettiva originale sulla storia civica e religiosa di Firenze. L’opera attribuita all’Orcagna rappresenta un momento decisivo della città: la cacciata del tiranno del 1343, evento che unì fede e politica attraverso l’immagine di sant’Anna come protettrice. La conservazione di questo affresco permette una lettura diretta del ruolo della devozione nella formazione dell’identità collettiva cittadina, attraverso i simboli presenti nell’arte.

Il ruolo di sant’anna come protettrice di firenze e il contesto storico della devozione

La figura di sant’Anna ha assunto a Firenze un significato civico a partire dal Trecento, in coincidenza con eventi fondamentali per la città. Il 26 luglio 1343, giorno dedicato a sant’Anna, la popolazione riuscì a cacciare il duca d’Atene Gualtieri di Brienne, accusato di tirannia. Questo episodio segnò una svolta nella storia politica di Firenze e consacrò sant’Anna come simbolo di difesa e resistenza contro l’oppressione.

La celebrazione coinvolgeva anticamente la chiesa di Orsanmichele, addobbata con le bandiere delle corporazioni artigiane, a simboleggiare la partecipazione attiva delle categorie produttive della città. Sotto la loggia di Orsanmichele fu eretto un altare dedicato alla santa, con un affresco finanziato dalla signoria. Successivamente, al posto del dipinto, venne posto un gruppo scultoreo realizzato da Francesco da Sangallo intorno al 1526. Ancora oggi, la festa si rinnova con un corteo storico che attraversa piazza Signoria, il Duomo e Orsanmichele, riaffermando il nesso tra fede e identità civica.

Caratteristiche artistiche e simboliche dell’affresco nel mezzanino

L’affresco attribuito all’Orcagna è un esempio di arte che conserva la memoria di un momento chiave per Firenze, tradotto in simboli attraverso figure e oggetti dettagliati. Sant’Anna, seduta su un trono sorretto da angeli, sottolinea la sua autorità celeste, mentre la scena rappresenta la cacciata del duca d’Atene, evento che vide la sua protezione come centrale. I cavalieri inseriti nell’opera tengono i gonfaloni fiorentini, segno della partecipazione delle istituzioni cittadine all’azione popolare.

Il contrasto tra il trono affollato di sant’Anna e quello vuoto al margine della scena crea un effetto visivo e narrativo che tocca temi di potere e abbandono del tiranno. L’opera, oltre al valore religioso, ricorda l’azione civile e la lotta per la libertà, collegate alla devozione verso sant’Anna. La scelta di collocare l’affresco nel mezzanino di palazzo vecchio integra questa sala nel circuito delle opere che raccontano la storia di Firenze attraverso testimonianze artistiche.

Il mezzanino tra testimonianze medievali e storia architettonica di firenze

La sala del mezzanino si trova vicino al primo cortile di palazzo vecchio e presenta una struttura sobria, tipica degli ambienti medievali. Nel tempo ha mantenuto la sua atmosfera originaria, con pareti semplici e arredi limitati, a differenza di altre sale più sontuose del palazzo. L’area ospita vari frammenti di rilievi marmorei e affreschi che raffigurano santi patroni di Firenze, tra cui san Zanobi e san Giorgio.

Il rilievo in marmo di san Giorgio che abbatte il drago, databile al XIII secolo e proveniente dalla porta di san Giorgio nell’Oltrarno, rappresenta un simbolo di protezione. Questo elemento bizantineggiante si inserisce nel percorso museale come testimonianza storica e artistica. Il mezzanino si configura così come uno spazio di memoria, dove opere appartenenti al passato tornano a raccontare la storia della città, attraverso la devozione e l’arte.

Patrimonio artistico e relazione con gli spazi storici di firenze

Le opere presenti nella sala del mezzanino sono testimonianza di un patrimonio raccolto da palazzo vecchio nel corso dei secoli. I rilievi e affreschi provengono da contesti diversi, spesso da edifici scomparsi o modificati nel tessuto antico della città. La conservazione di queste testimonianze permette di comprendere l’evoluzione della storia religiosa e civica di Firenze.

La combinazione di imprese artistiche, religiose e civiche trova un punto d’incontro nello spazio museale della sala. L’affresco dell’Orcagna e i rilievi frantumati ricordano il dialogo tra arte e potere, tra devozione popolare e azione politica. Chi visita il mezzanino viene proiettato in un tempo in cui immagini e simboli si intrecciavano con la realtà urbana, mettendo in luce il ruolo di Firenze come città capace di coniugare spiritualità e vita collettiva.

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