Una parte di Torino, tra Barriera di Milano e Regio Parco, è al centro di proteste e tensioni legate allo spaccio e al degrado. Famiglie e abitanti di via Cimarosa, in particolare ai civici 43, 45 e 53, da tempo convivono con situazioni difficili legate a un vicolo poco controllato. A poco più di sette anni dall’intitolazione a Giovanna Astrua, il vicolo che collega via Cimarosa a via Tollegno è diventato il simbolo di un problema che rischia di degenerare. Attività nell’area si svolgono senza sosta, creando un ambiente carico di insicurezza e paura.
La risposta politica e le reazioni dal quartiere
Il caso ha attirato anche l’attenzione della politica locale. Domenico Garcea, vicecapogruppo di Forza Italia al Comune di Torino, è intervenuto definendo il problema come segnale di un controllo urbano ormai saltato. Le sue parole sono dure nei confronti dell’amministrazione cittadina, accusata di pallida reazione e tolleranza verso attività criminali che minano la sicurezza dei cittadini. Il riferimento va a situazioni di aggressione provocate da spacciatori nel quartiere, che rendono difficile la vita quotidiana agli abitanti.
Mentre la protesta cresce, anche alcune associazioni e comitati locali hanno preso posizione. L’appuntamento per mercoledì 4 giugno vede riuniti l’amministratore condominiale e l’avvocato Tripodi con i residenti per preparare un esposto da inviare al Comune. L’obiettivo è mettere nero su bianco una denuncia dettagliata, con testimonianze e richieste concrete, per sollecitare interventi tempestivi ed efficaci contro l’abbandono e la criminalità.
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La situazione a vicolo giovanna astrua: degrado e spaccio senza freni
Il vicolo Giovanna Astrua, fino al 2018 senza nome, fu dedicato al celebre soprano torinese come omaggio culturale. Ma oggi quel ricordo è coperto da un contesto diverso, ben più drammatico. Le cronache da quei pochi metri raccontano di siringhe abbandonate, fazzoletti insanguinati, e movimenti di persone legate al consumo e allo spaccio di droga. Pusher e tossicodipendenti sono ormai presenza fissa, e le lamentele dei residenti si moltiplicano. L’area è definita da molti come “una piazza di spaccio a cielo aperto”, dove non è raro assistere a urla o addirittura a episodi violenti.
Le aggressioni riferite da chi abita qui sono diverse. Le famiglie denunciano la paura che accompagna ogni uscita di casa, chiedendo l’installazione di telecamere di sorveglianza per almeno monitorare la situazione. L’idea di chiudere l’accesso con un cancello appare impraticabile, ma un minimo di controllo per restituire senso di sicurezza ai residenti è ritenuto fondamentale. La convivenza quotidiana è segnata da questo confronto con il degrado e la criminalità di strada.
Comitato “difesa quartieri” e nuove manifestazioni contro il degrado
La mobilitazione dei residenti si traduce in iniziative pubbliche di protesta. Dopo la manifestazione in piazza Foroni, sono già stati fissati nuovi incontri per scuotere le istituzioni e ripristinare un clima di sicurezza. Il 5 giugno alle 21, in via Bologna 55, si terrà una nuova assemblea convocata dal neonato comitato “Difesa quartieri”. Questa realtà si propone di rappresentare le esigenze di sicurezza, ordine e rispetto per la vivibilità del territorio.
Il comitato ha diffuso un messaggio che racchiude le rivendicazioni più urgenti. Si richiama la necessità di ridurre lo spaccio e il degrado e di mettere un freno alle attività criminali che destabilizzano il tessuto sociale. Non manca un riferimento netto anche alla contestazione della realizzazione della moschea di via Bologna. Quest’ultima questione si inserisce nel più ampio dibattito locale, testimonianza delle tensioni che attraversano le periferie torinesi in questa fase.
Torino, insomma, mostra segnali di malessere urbano che i cittadini hanno deciso di non sopportare più in silenzio. Le prossime settimane saranno decisive per capire se alle richieste di chi abita in zona arriveranno risposte concrete o se la situazione rischierà di peggiorare ulteriormente.