Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha criticato duramente l’operato del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, volendo mettere in evidenza quello che considera un clima politico teso e violento. Le sue dichiarazioni si sono diffuse in un’intervista rilasciata a Tagadà su La7, dove ha respinto con fermezza un paragone che Ciriani aveva fatto, associandolo a un clima simile a quello delle Brigate Rosse.
Renzi ha espresso la sua contrarietà, definendo l’affermazione di Ciriani come inaccettabile e offensiva, sottolineando che non poteva tollerare di essere accostato a un gruppo terroristico che ha segnato momenti drammatici della storia italiana. Il leader di Italia Viva ha rivolto un appello diretto a Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, chiedendo di contenere gli atteggiamenti provocatori e di reprimere certi toni aggressivi usati dagli esponenti del suo stesso campo politico, per evitare che il dibattito politica scada in schermaglie nocive per il confronto democratico.
Scontro diretto fra renzi e ciriani, e il ruolo della politica nel dialogo parlamentare
Il motivo principale delle critiche di Renzi è l’intervento di Luca Ciriani che aveva paragonato il clima politico creato da Italia Viva a quello delle Brigate Rosse, un’accusa che secondo Renzi non solo è falsa ma estremamente grave. Il leader di Italia Viva ha commentato che Ciriani “non ha le rotelle a posto”, espressione usata per far capire che certi discorsi non rispondono a una responsabilità istituzionale. Dal suo punto di vista, chi deve rappresentare il governo e dialogare con il Parlamento deve dimostrare equilibrio e rispetto, caratteristiche che Ciriani avrebbe mancato in questa occasione.
L’appello rivolto a Giorgia Meloni si basa su questa esigenza di limare gli eccessi. Renzi ha chiesto a Meloni di mettere un freno agli atteggiamenti aggressivi e in particolare di “mettere la museruola ai pitbull” dei suoi. Un’immagine netta utilizzata per far capire come certi interventi troppo duri rischiano di alzare la tensione politica oltre il limite. Renzi ha inoltre chiarito quanto sia inaccettabile per un democratico cristiano come lui essere accostato a una realtà come quella delle Brigate Rosse, segnando una linea molto netta tra lui e gli attacchi ricevuti.
Critiche sulla politica estera del governo con un occhio particolare al ministro tajani
Renzi ha voluto commentare anche la situazione della politica estera italiana sotto il governo guidato da Giorgia Meloni. Ha descritto la componente estera del governo come quasi inesistente, affermando che l’unico atto rilevante è stato un intervento di Antonio Tajani, ministro degli Esteri, con una iniziativa informale rivolta ai bambini palestinesi tramite il personaggio della Pimpa. Questo episodio è stato definito dal leader di Italia Viva come “il massimo livello politico” raggiunto dalla Farnesina, una critica leggera ma chiaramente ironica.
Più in generale Renzi ha accusato Tajani di non avere un ruolo influente nel panorama internazionale. Ha ricordato poi come la senatrice M5S Maiorino sia stata oggetto di critiche per aver definito Tajani “un influencer prezzolato da Israele”, frase dura ma accolta da Renzi come segnale di una situazione caotica più che di un reale coinvolgimento politico. A suo giudizio l’attività estera degli italiani sotto l’attuale governo manca di concretezza e sostanza, anche se Meloni riesce a mantenere una buona immagine pubblica nei bilaterali, sul piano diplomatico.
Questo confronto ha visto inoltre un richiamo ai grandi protagonisti della politica estera italiana in passato, come Andreotti e Moro, per sottolineare il declino rispetto a quel che dovrebbe essere una gestione autorevole e decisa degli affari esteri, ora portata avanti, sempre secondo Renzi, senza effettivo peso politico da parte di Tajani.
Equilibrio e divisioni nel centrosinistra: renzi sul ruolo di schlein e gli scenari per la leadership
Renzi ha affrontato poi il tema della situazione politica interna al centrosinistra. Ha elogiato il lavoro di Elly Schlein che, pur non essendo una sua alleata, ha cercato di tenere unito il fronte in questi ultimi due anni, definendola “testardamente unitaria”. Questo approccio avrebbe iniziato a dare qualche risultato, sia nella tenuta del gruppo sia nella capacità di competere contro la destra.
Il leader di Italia Viva ha sottolineato la necessità di costruire una “quarta gamba”, un’alleanza riformista che si affianchi al Partito Democratico, al Movimento 5 Stelle e ad Alleanza Verdi e Sinistra . Ha coinvolto diversi sindaci e amministratori locali nel progetto, citando nomi come Silvia Salis, Gaetano Manfredi e Alessandro Onorato. Secondo Renzi, senza questa aggiunta la coalizione non raggiunge il 40%, un problema evidente dal risultato delle elezioni in Liguria, dove l’assenza di Italia Viva è costata una sconfitta, mentre a Genova la presenza del partito ha contribuito a un successo.
Sul piano della leadership, Renzi ha segnalato un punto delicato. Chi guiderà l’eventuale governo di centrosinistra? Secondo lui, la strada più naturale è che vinca il leader del più grande partito, cosa che attualmente potrebbe ricadere su Schlein, dato il ruolo primario del Partito Democratico nelle alleanze. In alternativa, se cambierà la legge elettorale, potrebbero emergere le primarie di coalizione come metodo per scegliere il candidato premier. Il quadro politico, quindi, appare in un momento di equilibrio precario dove ogni passo conta per il futuro del centrosinistra in vista delle prossime sfide elettorali.