Il recupero di un’imbarcazione con uno scafo in alluminio e un albero lungo 75 metri ha richiesto giorni di lavoro intenso e una squadra esperta. L’intervento, articolato e difficile, si è spinto oltre i normali parametri di salvataggio navale, vista l’altezza eccezionale dell’albero, uno dei più grandi al mondo. L’operazione ha coinvolto un gruppo di più di 80 specialisti europei, tra subacquei professionisti, piloti di veicoli sottomarini e ingegneri navali, pronti a intervenire sotto varie condizioni.
Le caratteristiche tecniche dello scafo e dell’albero
Lo scafo dell’imbarcazione in questione è realizzato interamente in alluminio, un materiale scelto per la sua leggerezza e resistenza alla corrosione, ma che richiede tecniche di recupero molto precise per non danneggiarlo ulteriormente. L’albero, con i suoi 75 metri di altezza, si distingue tra i più lunghi al mondo. Non a caso questa dimensione ha complicato molto le manovre di sollevamento e trasporto. La lunghezza e il peso dell’albero influiscono in modo significativo sulla stabilità dell’imbarcazione durante la fase di recupero. Per questo serve una pianificazione rigorosa e strumenti tecnologici all’avanguardia.
Il ruolo dei materiali
“La scelta dell’alluminio, pur essendo vantaggiosa per peso e resistenza, impone una delicatezza estrema durante le operazioni. Ogni movimento deve essere calibrato per evitare deformazioni,” spiegano gli ingegneri coinvolti.
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Gli esperti e le figure coinvolte
L’intervento ha visto il lavoro congiunto di oltre 80 professionisti provenienti da diversi paesi europei. Tra loro figurano subacquei specializzati nelle operazioni sotto il livello del mare, piloti di veicoli telecomandati sottomarini capaci di operare in ambienti difficili e ingegneri navali esperti nella struttura e nel comportamento delle imbarcazioni. Ciascun gruppo ha avuto un ruolo specifico: i subacquei si sono occupati delle verifiche strutturali e dei fissaggi subacquei, i piloti hanno monitorato lo stato dello scafo e individuato punti critici, mentre gli ingegneri hanno seguito tutta la fase di progettazione delle fasi di sollevamento e spostamento.
Collaborazione internazionale
L’alleanza tra i vari specialisti è stata fondamentale: “Il lavoro di squadra e la condivisione delle competenze sono stati decisivi in un’impresa così complessa,” hanno commentato i responsabili del progetto.
La durata e le fasi dell’operazione
Il piano dei lavori ha previsto una durata complessiva di circa 25 giorni, un periodo necessario vista la complessità dell’operazione. Oltre alla delicata fase di sollevamento, sono servite procedure di sicurezza rigorose, ispezioni continue e la gestione delle condizioni meteo marine, sempre variabili e influenti sulle operazioni in acqua. Durante i giorni di intervento la squadra ha lavorato in turni continui, alternando attività subacquee, supporto tecnico da bordo e controllo remoto. Il coordinamento ha puntato a ridurre i tempi morti e a gestire ogni imprevisto con rapidità.
Le sfide tecniche e logistiche del recupero
Sollevare un albero di quella misura comporta rischi altissimi in termini di stabilità dell’imbarcazione e delle strutture circostanti. L’alluminio dello scafo, se mal trattato, può subire deformazioni o danni irreparabili. Non a caso, la scelta dei materiali di supporto e dei sistemi di sollevamento è stata attentamente calibrata. La presenza di correnti marine e la profondità in cui si sono svolte le operazioni hanno aggiunto ulteriori difficoltà. Per alcune fasi è stato necessario l’impiego di veicoli sottomarini telecomandati per facilitare ispezioni e interventi in punti non accessibili direttamente dai subacquei.
L’evento rappresenta una vera prova per la tecnica di recupero navale moderna, che si affida sempre più a mezzi tecnologici combinati all’esperienza umana. La precisione nell’esecuzione e la capacità di adattarsi rapidamente alle condizioni sono stati determinanti per portare avanti lavori così specializzati. Gli esperti hanno saputo mantenere alta l’efficienza anche in situazioni sfavorevoli, garantendo sicurezza e risultati a favore della conservazione dell’imbarcazione.