Recuperati reperti romani di 2000 anni dai fondali marini davanti a Miseno a Bacoli

Recuperati reperti romani di 2000 anni dai fondali marini davanti a Miseno a Bacoli

Nei fondali di Bacoli, vicino al porto di Miseno, emergono reperti archeologici dell’antica colonia romana Misenum, tra cui un’architrave in marmo di duemila anni fa, destinati a una mostra permanente.
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Un’importante operazione archeologica nei fondali di Bacoli ha riportato alla luce reperti romani, tra cui un’architrave di duemila anni fa, provenienti dall’antico porto di Misenum, con l’obiettivo di valorizzarli attraverso una mostra permanente locale. - Gaeta.it

Nei fondali marini vicino a Bacoli, nei pressi del porto di Miseno, è stata portata a termine un’operazione archeologica che ha riportato alla luce una serie di reperti di notevole valore storico. L’intervento riguarda l’area antistante l’antico porto romano di Misenum, che ospitava la classis misenensis, la flotta principale dell’impero romano nel Tirreno. Tra i reperti recuperati, spicca un’architrave risalente a circa duemila anni fa.

Il recupero nei fondali marini e il contesto storico di miseno

L’area interessata dall’intervento si trova precisamente all’imboccatura del porto romano che serviva da base navale per la flotta imperiale. Questa base era cruciale per il controllo del Tirreno, e il porto di Misenum costituiva la colonia romana più importante nei Campi Flegrei. Durante l’epoca imperiale, l’insenatura era popolata da edifici pubblici e strutture che dimostrano l’importanza strategica e culturale della zona.

Il reperto più significativo emerso da quest’ultima campagna è un’architrave in marmo di duemila anni fa, riportata alla luce dopo essere rimasta sommersa per secoli. Il ritrovamento si inserisce in un quadro più ampio di tutela del patrimonio sommerso dei Campi Flegrei, che conta numerosi resti archeologici sia in superficie che sott’acqua. Questi materiali contribuiscono a ricostruire la storia e la vita quotidiana nell’antica colonia.

Il patrimonio sommerso dei campi flegrei e le precedenti scoperte

Il tratto di mare interessato dallo scavo si estende tra Punta Terone e Punta Pennata. L’area, lunga quasi 90 metri, larga circa 22-23 e con profondità variabile tra 5 e 9 metri, ospita un contesto archeologico ricco di materiali diversi. Dalla fine degli anni ’70 si sono registrati numerosi ritrovamenti fortuiti nei fondali, mentre uno scavo sistematico del 1996 ha consegnato importanti reperti, ora conservati nel Museo archeologico dei Campi Flegrei.

Tra questi reperti si trovano statue, basi di colonne, frammenti di architravi e basi iscritte che provano l’esistenza di strutture pubbliche e forse religiose attorno al porto. Questi elementi, spiega la Sovrintendenza, appartenevano agli edifici della colonia prima che il fenomeno del bradisismo sommersse l’area, trasformando il paesaggio costiero e portando questi reperti sul fondo del mare.

La conservazione e l’esposizione dei reperti recuperati

Dopo il recupero, gli oggetti sono stati trasferiti al Parco Borbonico del Fusaro. Qui, inizieranno le operazioni di desalinizzazione in vasche dedicate, passaggio fondamentale per evitare il degrado dei materiali una volta fuori dall’acqua salata. Successivamente verranno sottoposti a interventi di restauro per essere conservati al meglio.

L’obiettivo è esporre pubblicamente questi reperti nel Palazzo dell’Ostrichina di Bacoli, un edificio storico voluto da Ferdinando IV di Borbone. Le sale messe a disposizione dal Comune di Bacoli ospiteranno una mostra permanente, aprendo così una nuova finestra sulla storia locale e offrendo un’occasione per valorizzare ulteriormente il ricco patrimonio culturale sommerso.

Il valore storico dimostrato dai reperti e la risposta locale

Mariano Nuzzo, soprintendente per i beni archeologici, ha definito il recupero come “un evento di grande rilievo scientifico.” Gli elementi marmorei ritrovati, infatti, testimoniano non solo la qualità artistica del periodo ma anche l’importanza simbolica degli spazi pubblici dell’antica colonia romana. Questi luoghi rappresentavano un centro di potere e cultura, e i rilievi rinvenuti raccontano molto di questa dimensione.

Dal lato amministrativo, Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, ha sottolineato il valore del ritrovamento per l’identità e l’economia locale. “La riscoperta di questi tesori sommersi può rilanciare l’offerta turistica della città e rafforzare il ruolo del mare dei Campi Flegrei come scrigno di storia ancora da scoprire.” Questa operazione evidenzia che i fondali marini possono ancora rivelare molti pezzi di passato rimasti nascosti per secoli.

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