La musica palestinese emerge in una serie di concerti organizzati dal ravenna festival, che quest’anno esplora il significato del coraggio attraverso suoni e voci legate a un popolo con una storia lunga quasi ottant’anni. L’iniziativa si svolge mentre la crisi che coinvolge la palestina continua a influire sulla scena internazionale, e mette in luce come la musica possa raccontare identità, nostalgia e speranze, senza ricorrere alla violenza.
concerti di maggio al teatro alighieri con protagonisti palestinesi e mediorientali
Dal 23 al 25 maggio il teatro alighieri di ravenna ospita tre serate di musica che vedono protagonisti artisti come kamilya jubran, 47soul e bashar murad. Questi eventi ampliano il racconto iniziato con nahas, offrendo ulteriori sfumature della cultura e della musica palestinese e mediorientale.
il talento di kamilya jubran e le innovazioni di 47soul
Kamilya jubran è nota per il suo uso del qanun, uno strumento tradizionale, ma anche per la capacità di rinnovarne il linguaggio. I 47soul mescolano hip hop, elettronica e ritmi mediorientali, creando un ponte fra suoni regionali e influenze globali. Bashar murad porta una prospettiva contemporanea, spesso critica e personale, sul contesto palestinese. Questi concerti mostrano come la musica riesca a spostare l’attenzione dalla politica al vissuto individuale e collettivo, dando spazio alla diversità e alla complessità.
il ruolo della musica nella costruzione dell’identità palestinese
Da decenni la musica accompagna il popolo palestinese nel suo percorso di affermazione e resistenza culturale. Attraverso melodie e testi, si definisce un senso di appartenenza che si trasmette di generazione in generazione. Il ravenna festival ha scelto di mettere in evidenza proprio questo aspetto, presentando a partire dal 24 aprile una rassegna intitolata “Voci e musiche dalla palestina”, concepita per rappresentare diversità e complessità identitarie.
La musica palestinese riflette anche le difficoltà legate alla diaspora, le memorie di luoghi lontani e spesso inaccessibili, ma soprattutto la volontà di mantenere una memoria culturale viva. Oltre al repertorio tradizionale, sono protagoniste le contaminazioni con generi moderni, come l’elettronica e il cantautorato, strumenti con cui i musicisti raccontano storie personali e collettive, intrecciando radici e nuove esperienze.
voci e suoni da terre lontane
La musica è un ponte tra passato e presente, un mezzo con cui la cultura palestinese si conserva e si rinnova di fronte alle sfide della diaspora.
rasha nahas apre la rassegna al teatro rasi con sonorità variegate
Il primo concerto della rassegna si tiene il 24 aprile al teatro rasi di ravenna. Rasha nahas, vocalist e chitarrista, mette in scena un progetto musicale che abbraccia più stili senza confini precisi, passando dal cantautorato a tratti elettronici. La sua musica nasce dall’esperienza personale e collettiva: viene dal villaggio di alta galilea, è cresciuta nella città di haifa e vive a berlino, un percorso che si riflette nelle sonorità e nei testi che esplora.
A condividere il palco con nahas ci sono jelmer de haan al basso e altair chague alla batteria, con cui definisce un sound intenso e variegato. Il suo lavoro è una riflessione sull’identità considerata come un mosaico complesso, in cui si intrecciano ricordi, tradizioni e temi contemporanei, senza cercare soluzioni semplici ma mostrando una realtà in continua trasformazione.
collaborazione tra ravenna festival e festival delle culture per una prima assoluta in italia
Franco masotti, co-direttore artistico del ravenna festival, ha sottolineato come la collaborazione con il festival delle culture abbia permesso di colmare una lacuna significativa: la musica palestinese non era mai stata protagonista in Italia con una rassegna dedicata, soprattutto in un momento segnato da nuove tensioni. “Questa iniziativa vuole dare voce alla diaspora palestinese attraverso la musica, che diventa veicolo di nostalgia e memoria senza perdere il contatto con il presente”.
La partnership ha permesso inoltre di estendere la collaborazione ad altri eventi, come romagna in fiore, manifestazione dedicata alla musica e alla cultura con un focus ecosostenibile. Il 1° giugno alla torraccia di ravenna si terrà una festa africana con concerti della cantautrice maliana fatoumata diawara e della band franco-marocchina bab l’bluz, dimostrando la volontà di portare sul territorio una molteplicità di suoni e storie.
un festival che guarda al mediterraneo e oltre
Questa trama di eventi conferma l’interesse del ravenna festival per le culture del mediterraneo e oltre, coinvolgendo la musica come mezzo per raccontare storie di popoli e di territori lontani, ma ricchi di relazioni e di memorie da custodire.