Rapina con monopattino a torino prende di mira ex presidente circoscrizione 5

Rapina con monopattino a torino prende di mira ex presidente circoscrizione 5

Enrico Crescimanno aggredito e rapinato in via Tamagno, barriera di Milano a Torino; il ladro fugge su monopattino elettrico, mentre cresce la preoccupazione per la sicurezza nel quartiere.
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A Torino, nel quartiere Barriera di Milano, l’ex presidente della circoscrizione 5, Enrico Crescimanno, è stato aggredito e rapinato da un giovane su monopattino elettrico, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza urbana e l’uso di questi mezzi nelle città. - Gaeta.it

Un’aggressione improvvisa in via Tamagno, nel quartiere barriera di Milano a Torino, ha colpito Enrico Crescimanno, 52 anni, ingegnere ed ex presidente della circoscrizione 5. Il fatto è avvenuto mentre stava salendo nella sua auto al termine della giornata lavorativa. La dinamica è stata rapida e violenta, con un giovane su monopattino che lo ha aggredito alle spalle per sottrargli un orologio di marca dal valore di circa 3mila euro. Questo episodio ha scosso profondamente la comunità locale, facendo emergere diverse questioni sulle condizioni di sicurezza nella zona.

Dettagli dell’aggressione e condizioni della vittima

Al momento dell’agguato, Enrico Crescimanno si trovava in via Tamagno, una strada nota nel quartiere barriera di Milano a Torino. Secondo il racconto della vittima, il giovane aggressore lo ha colpito con uno sgambetto deciso mentre era vicino alla sua auto, facendolo cadere pesantemente a terra. La violenza dell’impatto ha causato la rottura di un tendine nella mano destra di Crescimanno, oltre a diverse contusioni visibili. L’ingegnere, ancora sotto shock per la rapidità dell’azione, ha descritto il ladro come “giovane ma incredibilmente forte”.

Il pronto intervento dei soccorsi ha portato Crescimanno all’ospedale Maria Vittoria, dove è stato sottoposto a un’operazione d’urgenza. I medici hanno posto l’arto ingessato, una misura necessaria per almeno due mesi, per garantire la corretta guarigione del tendine lesionato. Le ferite della caduta e l’intervento chirurgico testimoniano la gravità dell’aggressione, non solo dal punto di vista materiale, ma anche sul piano della salute fisica della vittima.

La fuga del ladro e le difficoltà nelle indagini

Dopo aver sottratto l’orologio, il ladro si è allontanato in sella a un monopattino elettrico, sparendo rapidamente tra le vie del quartiere. L’aggressore è riuscito a svanire senza lasciare tracce immediate, nonostante la zona sia abitata e piuttosto frequentata. Al momento i carabinieri, cui Crescimanno ha presentato denuncia, conducono le indagini senza avere ancora elementi utili per identificare o localizzare il responsabile.

Il monopattino, scelto dall’aggressore come mezzo di fuga, ha dimostrato quanto possa essere efficace per colpi fulminei in contesti urbani. La velocità e maneggevolezza di questo mezzo elettrico permettono rapidi spostamenti e facilitano l’elusione di eventuali inseguitori o controlli. Questa caratteristica crea difficoltà nella raccolta di testimonianze e nella visione di filmati di sorveglianza, che al momento non hanno ancora fornito riscontri concreti agli inquirenti.

Perplessità sulla sicurezza nel quartiere barriera di milano

Il caso di Crescimanno porta alla luce una situazione di disagio e insicurezza che da tempo affligge il quartiere barriera di Milano a Torino. I residenti lamentano il crescente fenomeno della microcriminalità con furti e aggressioni che si ripetono in varie forme. L’episodio con il monopattino che diventa strumento di rapina non è isolato, ma si inserisce in un contesto urbano segnato da più frequenti episodi di illegalità.

Le istituzioni locali sono chiamate ad affrontare questi problemi, che minano la vivibilità del territorio e spingono la comunità a sentirsi abbandonata. La zona, una volta considerata tranquilla o quantomeno sorvegliata, ora appare più vulnerabile rispetto alle minacce di azioni criminali veloci e aggressive. Questo episodio potrebbe innescare nuove discussioni sulla presenza di forze dell’ordine, sistemi di sicurezza e su come gestire la circolazione e l’uso dei monopattini elettrici nelle aree urbane.

Monopattini elettrici tra opportunità green e strumenti per la criminalità

La vicenda solleva interrogativi sull’utilizzo dei monopattini elettrici, diffusisi come mezzi ecologici e alternativi nel traffico cittadino. Come dimostra l’esempio di Torino, possono trasformarsi in strumenti sfruttati per il compimento di reati, data la loro capacità di muoversi agilmente e in fretta negli spazi stretti e affollati.

Le forze dell’ordine monitorano la situazione, mentre si apre un dibattito sull’eventualità di regolamentare meglio questi mezzi. I monopattini, nati per ridurre l’impatto ambientale e facilitare gli spostamenti brevi, rischiano di diventare complici involontari della microcriminalità. La speranza rimane affidata alle telecamere di sicurezza, che potrebbero fornire indizi decisivi per identificare il rapinatore di via Tamagno e contrastare questa nuova forma di azione criminale.

L’episodio si inserisce in un più ampio contesto di richieste di maggiore attenzione verso la sicurezza urbana, un tema che resta centrale per le amministrazioni e la vita dei cittadini di Torino.

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