Quota integrativa per lavoro di cura e assistenza in Italia: chi può beneficiarne e come funziona

Quota integrativa per lavoro di cura e assistenza in Italia: chi può beneficiarne e come funziona

La quota integrativa supporta i lavoratori domestici con almeno 15 ore settimanali e contratti collettivi nazionali, permettendo alle famiglie di accedere a servizi di assistenza personalizzati e gestiti direttamente.
Quota Integrativa Per Lavoro D Quota Integrativa Per Lavoro D
La quota integrativa è un contributo economico destinato ai lavoratori domestici con almeno 15 ore settimanali, volto a supportare l’assistenza alla persona e l’acquisto di servizi qualificati, offrendo alle famiglie una gestione flessibile e personalizzata dell’assistenza sociale. - Gaeta.it

La quota integrativa rappresenta un sostegno economico dedicato a chi si occupa di assistenza alla persona, in particolare a lavoratori domestici con mansioni di cura frequente. Questo contributo riguarda lavoratori che svolgono almeno 15 ore settimanali e sono assunti con contratti collettivi nazionali riconosciuti. Vediamo nei dettagli come si attua questa misura, chi può richiederla e quali servizi si possono ottenere attraverso di essa.

Cos’è la quota integrativa e a chi è destinata

La quota integrativa serve a coprire parte delle spese legate al lavoro di cura svolto da collaboratori domestici. In pratica, è un’indennità che remunera chi si occupa di assistenza diretta alla persona, come badanti o assistenti familiari. Il requisito minimo prevede almeno 15 ore settimanali di attività continuativa, con un contratto conforme ai contratti collettivi nazionali del settore. Questi contratti tutelano sia i lavoratori sia i datori di lavoro, definendo diritti, doveri e livelli retributivi.

Solo i lavoratori regolarmente assunti e inquadrati attraverso questa normativa possono usufruire della quota integrativa. Lo scopo è assicurare un supporto economico alle famiglie e agli assistenti che si dedicano a persone non autosufficienti, contribuendo a coprire parte del costo di questo lavoro, spesso essenziale nel garantire una buona qualità di vita. La misura risulta rilevante specialmente in contesti dove la presenza di un operatore qualificato è indispensabile per attività quotidiane, come l’igiene personale, la somministrazione di farmaci o l’accompagnamento.

Come si può usare la quota integrativa per l’acquisto di servizi

Oltre a pagare direttamente il lavoro dei collaboratori domestici, la quota integrativa può essere impiegata per comprare servizi di assistenza erogati da imprese o professionisti. Questi servizi devono rientrare nell’assistenza sociale non residenziale, cioè prestazioni offerte al domicilio o in centri dedicati senza ricovero. Per esempio, si può ricorrere a cooperative sociali o a consulenti esperti che assicurano supporto nella gestione di bisogni legati alla non autosufficienza.

Questi operatori esterni sono selezionati in base a qualifiche riconosciute, per garantire un livello adeguato di professionalità. La possibilità di acquistare prestazioni esterne amplia la gamma di interventi a favore delle persone assistite, favorendo soluzioni personalizzate e flessibili. La quota integrativa, quindi, non è solo un rimborso per le famiglie ma anche uno strumento per accedere a servizi qualificati adeguati alle specifiche esigenze delle persone assistite.

La prestazione universale e le modifiche nell’erogazione delle prestazioni territoriali

Chi opta per la prestazione universale deve essere consapevole che questa scelta incide sull’erogazione delle prestazioni sociali gestite dagli Ambiti Territoriali Sociali . L’adesione alla quota integrativa tramite la prestazione universale comporta infatti la sospensione o cessazione dei servizi forniti direttamente dagli Ats in favore della stessa persona o famiglia.

Gli Ats sono enti locali che organizzano e gestiscono i servizi sociali sul territorio, come assistenza domiciliare, supporto a disabili e anziani, e interventi di sostegno alle famiglie. Quando si decide di corrispondere la quota integrativa sotto forma di prestazione universale, la gestione diretta di questi servizi si interrompe per evitare duplicazioni. Questa scelta permette alle famiglie di utilizzare direttamente il contributo per il lavoro di cura o i servizi esterni, nel rispetto delle regole fissate per questa forma di assistenza.

Una scelta da valutare attentamente

La decisione di esercitare l’opzione spetta all’interessato, che deve valutare se sia più vantaggioso mantenere l’assistenza attraverso gli Ats oppure usufruire della quota integrativa, preferendo un supporto maggiormente personalizzato gestito direttamente. Il sistema offre quindi flessibilità, ma con consapevolezza sulle implicazioni amministrative e organizzative che questa scelta comporta.

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