Quattro mamme di coppie omogenitoriali registrano la genitorialità a torino dopo la sentenza della corte costituzionale

Quattro mamme di coppie omogenitoriali registrano la genitorialità a torino dopo la sentenza della corte costituzionale

a Torino quattro donne di coppie omogenitoriali hanno ufficializzato la genitorialità grazie alla sentenza della Corte costituzionale, con il sindaco Stefano Lo Russo che invita il parlamento a una legge nazionale chiara.
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A Torino, quattro donne di coppie omogenitoriali hanno ufficializzato la loro genitorialità grazie a una sentenza della Corte costituzionale che riconosce i figli nati da procreazione assistita all’estero, spingendo per una legge nazionale che garantisca questi diritti. - Gaeta.it

A Torino quattro donne di coppie omogenitoriali hanno ufficializzato la loro genitorialità con la firma del sindaco Stefano Lo Russo, grazie a una sentenza della Corte costituzionale che ha aperto la strada a questo riconoscimento nelle anagrafi italiane. Il provvedimento riguarda i figli nati da procreazione medicalmente assistita effettuata all’estero. Questo passo rappresenta una novità per la città e richiama l’attenzione sulla necessità di una legge ad hoc a livello nazionale.

Sentenza della corte costituzionale e nuovi diritti per le mamme intenzionali

Il 22 maggio scorso la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto che impediva alla madre intenzionale di riconoscere il figlio nato in Italia da procreazione assistita avvenuta all’estero. Prima di questa sentenza, il riconoscimento della seconda madre non era possibile in modo automatico o a prescindere dal contesto giuridico. Ora, invece, ogni anagrafe può accogliere le dichiarazioni di genitorialità di entrambe le madri.

Il sindaco Stefano Lo Russo ha sottolineato come il riconoscimento non debba più essere considerato un atto discrezionale delle amministrazioni comunali. La Corte ha messo fine a una situazione paradossale in cui solo la discrezionalità politica e non una norma chiara regolava questo aspetto. Lo Russo ha invitato il parlamento a varare una legge specifica in materia, perché, allo stato attuale, questo tipo di diritto viene garantito solo grazie a un intervento giudiziario.

La cerimonia a torino e il ruolo del sindaco nello sblocco degli atti

L’evento a Torino ha visto la presenza delle quattro coppie di mamme accompagnate spesso dai nonni e con i loro bambini in braccio. Il sindaco Lo Russo ha firmato personalmente i riconoscimenti di filiazione, ma ha precisato che, grazie al nuovo indirizzo della corte, non sarà più necessaria la sua firma diretta: adesso i funzionari potranno procedere autonomamente al riconoscimento.

Prima di questa sentenza, la firma del sindaco rappresentava un passaggio obbligato e non delegabile; ora l’ufficio anagrafe potrà agire senza dover aspettare l’approvazione politica. Questa modifica è cruciale per velocizzare le procedure burocratiche e per riconoscere diritti in tempi ragionevoli.

Implicazioni dei riconoscimenti e prospettive legislative future

Il modulo utilizzato è quello standard per il “riconoscimento di filiazione”, con cui una mamma può dichiarare ufficialmente la genitorialità di un bambino già riconosciuto dall’altra madre biologica. La sentenza della Corte costituzionale ha considerato questa possibilità un tassello necessario per garantire i principi di uguaglianza e tutela dei minori, evidenziando come questa sia una questione che riguarda diritti civili di base.

Il sindaco Lo Russo ha ricordato i passi fatti a Torino negli ultimi anni: nel 2018 l’allora assessora Chiara Foglietta ottenne il primo riconoscimento ufficiale della madre non biologica. Un ruolo significativo è stato anche della direttrice Anna Tornoni, che permise alla sindaca del tempo Chiara Appendino di completare quella operazione. Questi precedenti segnano una strada che ora può allargarsi a tutto il territorio nazionale.

Uno sguardo al futuro legislativo

Lo scenario che emerge è quello di una città che ha scelto di fare un passo avanti nel riconoscimento delle famiglie omogenitoriali. Rimane il nodo politico da sciogliere, con il parlamento chiamato a legiferare in modo chiaro e definitivo per garantire diritti uguali a tutti i bambini e alle loro madri, senza lasciare spazio a discrezionalità o ritardi.

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