Proteste contro il turismo di massa in diverse città europee con un focus sulla spagna

Proteste contro il turismo di massa in diverse città europee con un focus sulla spagna

Manifestazioni in diverse città europee, soprattutto in Spagna, contro il turismo di massa che aumenta i prezzi delle case e danneggia ambiente e qualità della vita dei residenti.
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Manifestazioni pacifiche in diverse città europee, soprattutto in Spagna, contro il turismo di massa, evidenziando l'impatto negativo su abitazioni, ambiente e qualità della vita dei residenti. - Gaeta.it

Il fenomeno del turismo di massa ha scatenato una serie di manifestazioni in varie città europee durante la giornata di domenica, con particolare intensità in Spagna. Decine di gruppi sindacali e movimenti locali hanno mobilitato migliaia di persone, critiche verso un modello economico che, a loro giudizio, favorisce i visitatori a scapito della qualità della vita dei residenti. Le manifestazioni si sono svolte in diversi centri urbani, con un grado di tensione contenuto e un carattere prevalentemente pacifico.

Le città coinvolte nelle proteste e le motivazioni principali

Le manifestazioni hanno toccato molte località, tra le quali Granada in Andalusia e San Sebastián nei Paesi Baschi. I partecipanti si sono radunati anche a Palma di Maiorca, parte dell’arcipelago delle Baleari, e in modo particolare a Barcellona, città simbolo delle criticità legate al sovraffollamento turistico. Altre iniziative, di dimensioni più ridotte, si sono tenute a Lisbona e Marsiglia.

In ogni luogo le ragioni convergono su alcuni punti comuni: l’aumento dei prezzi delle abitazioni, l’impatto ambientale causato dal turismo e la percezione che le istituzioni locali favoriscano il settore turistico penalizzando i residenti. Molte associazioni ambientaliste, tra cui Fridays for Future, e gruppi nati nel tessuto urbano si sono fatti portavoce di queste istanze. La protesta denuncia un sistema economico che, a detta dei partecipanti, sfrutta il territorio senza tutelarne la sostenibilità a lungo termine.

La mobilitazione a barcellona: numeri, richieste e dinamiche della manifestazione

Barcellona, con i suoi 1,7 milioni di abitanti e i 15,5 milioni di turisti registrati nel 2024, rappresenta uno dei casi più eclatanti. Qui la protesta è stata guidata dall’Assemblea de Barris pel Decreixement Turístic. Questo gruppo aveva già promosso nel luglio del 2024 una grande manifestazione, con cifre che variavano da 3mila a 20mila partecipanti, a seconda della fonte.

Domenica scorsa il Comune ha stimato circa 600 partecipanti. I manifestanti hanno chiesto provvedimenti per garantire abitazioni a prezzi accessibili ai residenti e hanno criticato gli aiuti economici al settore turistico. Hanno inoltre sollevato la questione delle condizioni di lavoro per chi opera nel settore.

Durante il corteo sono stati intonati cori come “tourists go home” e si è assistito a episodi simbolici, quali l’uso di pistole ad acqua per spruzzare i visitatori presenti lungo il percorso. Un episodio isolato ha visto qualche piccolo scontro quando sono stati lanciati petardi e alcuni dipendenti di un ostello sono stati bagnati, ma la maggior parte della manifestazione si è svolta senza problemi.

Le proteste in altre città: caratteristiche e partecipazione

A Granada i manifestanti sono stati circa 350, mentre a Palma di Maiorca circa un centinaio. Qui oltre ai gruppi ecologisti, hanno preso parte associazioni locali come Palma XXI e Banc de Temps Sencelles, già protagoniste di una protesta in maggio 2024. A Palma il dibattito si è concentrato sull’impatto degli arrivi turistici in estate, in particolare per l’aumento del traffico aereo e delle navi da crociera che incidono sull’ambiente e sul territorio.

San Sebastián ha raccolto circa 500 persone, riunite in un corteo organizzato da una cinquantina di sindacati e gruppi che sottolineavano da anni come il problema del turismo eccessivo fosse presente ma poco affrontato dalle istituzioni. Gli organizzatori hanno rivendicato un cambiamento nel modello di sviluppo locale, proponendo un orientamento che privilegi la qualità della vita degli abitanti piuttosto che l’espansione dell’industria turistica.

Diverse città si sono confrontate con una questione che si presenta come strutturale e non limitata a un singolo anno o stagione, facendo emergere un malcontento che si traduce in mobilitazioni che coinvolgono sia i cittadini che i lavoratori del settore. Il confronto tra domanda turistica e diritti abitativi resta al centro del dibattito pubblico nelle aree interessate.

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