Protesta degli studenti del dipartimento di matematica a Milano per i lavori fermi al palazzo delle scienze

Protesta degli studenti del dipartimento di matematica a Milano per i lavori fermi al palazzo delle scienze

Gli studenti del dipartimento di matematica dell’università statale di Milano protestano per i ritardi nel restauro del palazzo delle scienze in via Saldini, denunciando disagi e mancanza di spazi adeguati per studio e ricerca.
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Gli studenti del dipartimento di matematica dell’Università Statale di Milano protestano occupando il marciapiede di via Saldini per i ritardi nel restauro del Palazzo delle Scienze, che compromette studio e ricerca. - Gaeta.it

Gli studenti del dipartimento di matematica dell’università statale di Milano hanno scelto di manifestare il loro disagio occupando il marciapiede di via Saldini con libri, banchi e sedie. Quel luogo è diventato per loro l’aula provvisoria, mentre i lavori di restauro del palazzo delle scienze — edificio storico della facoltà — si trascinano senza una fine. Il cantiere, iniziato nel 2019 grazie a un finanziamento combinato tra ministero dell’istruzione e ateneo, conta su un investimento di 10 milioni di euro. Nonostante questo, però, la situazione resta critica e gli studenti denunciano una sensazione di abbandono.

Ritardi nel restauro del palazzo delle scienze di via saldini

Il cantiere del palazzo delle scienze a Milano ha preso il via nel 2019 con la promessa di un intervento corposo per modernizzare gli spazi. Quel progetto riceveva un finanziamento di 10 milioni di euro, proveniente in parte dal ministero dell’istruzione e dall’università statale stessa. L’obiettivo era riportare l’edificio – un simbolo valido per più generazioni di studenti di matematica – a condizioni migliori e più adeguate per la didattica e la ricerca oggi. Però i lavori sono andati a rilento: vari intoppi burocratici e forse problemi tecnici hanno interrotto più volte l’attività in cantiere.

Impatto sulla vita degli studenti

La situazione ha un impatto diretto sulla vita quotidiana degli studenti. Senza spazi adeguati all’interno dell’edificio, loro vengono costretti a spostarsi continuamente, spesso nelle aree esterne, dove hanno allestito temporaneamente tavoli e sedie sui marciapiedi della via Saldini. Diverse testimonianze riportano difficoltà a concentrarsi o studiare in questi ambienti insicuri il freddo o la pioggia. Il disagio cresce anche perché non ci sono comunicazioni chiare sulla durata definitiva del restauro.

La protesta chiara e diretta degli studenti del dipartimento di matematica

Gli studenti hanno manifestato apertamente la loro frustrazione davanti a questo stallo. “Ci sentiamo abbandonati dall’università”, hanno detto, mentre spiegavano perché preferiscono portare libri e sedie all’aperto anziché trovare alternative interne. Non manca chi ammette che studiare per strada è estenuante e crea disagi, ma definisce l’attuale situazione senza opzioni valide. In effetti, molti spazi destinati all’apprendimento risultano chiusi o non utilizzabili da tempo.

Questa protesta vuole scuotere le istituzioni universitarie e richiamare l’attenzione su una questione che si trascina da anni. Gli studenti sottolineano che, oltretutto, il palazzo delle scienze non riguarda solo lezioni ma ospita anche attività di ricerca e momenti di confronto, fondamentali per la crescita accademica. La mancanza di comodità o la continua incertezza rischiano di danneggiare il clima di lavoro e studio, soprattutto in un contesto dove la matematica resta una disciplina con richieste rigorose e minuziose.

Impatti sulla vita accademica e ripercussioni possibili

Il disagio vissuto dagli studenti va al di là del semplice fastidio. La carenza di ambienti idonei può compromettere la qualità dell’apprendimento e della preparazione agli esami. La matematica, disciplina che richiede tempo e concentrazione, soffre se si resta esposti alle intemperie o si deve adattare a luoghi temporanei. Oltre a questo, la situazione logistica complica l’organizzazione delle attività didattiche, che devono spesso essere riprogrammate o tinteggiate da problemi legati agli spazi.

La ricerca scientifica a rischio

La carenza di strutture adeguate può avere conseguenze anche sulla ricerca scientifica, così importante in una università come quella di Milano. I ricercatori devono potersi incontrare in ambienti attrezzati per scambi di idee e collaborazione, ma questo non sempre accade quando il palazzo è mezzo chiuso e metà delle attività sono bloccate. Non si può ignorare la tensione generata da questa condizione, che rischia di rallentare processi accademici e produttivi legati a tutto il dipartimento di matematica.

Impegni delle autorità e prospettive future per il palazzo delle scienze

Dal 2019 molti si sono impegnati per completare il restauro entro tempi ragionevoli, ma i ritardi accumulati hanno alimentato la rabbia degli studenti e dello stesso personale universitario. L’ateneo e il ministero dell’istruzione hanno garantito che si continua a lavorare per portare a termine i lavori e poi consegnare gli spazi rinnovati. Lo stanziamento di 10 milioni di euro resta confermato e le tecniche di restauro puntano a conservare la storicità del palazzo preservando al contempo la funzionalità degli ambienti.

Necessità di trasparenza nelle comunicazioni

Nonostante ciò, manca ancora una tabella di marcia pubblica che indichi chiaramente date di conclusione e dettagli sulle fasi future dei lavori. Gli studenti chiedono aggiornamenti più trasparenti che li coinvolgano direttamente. La speranza è che il palazzo torni a essere un luogo di studio e ricerca, non più un cantiere o un’area esterna senza tutele. Allo stesso tempo, la protesta in via Saldini ha messo a fuoco quanto una struttura universitaria centrale possa influenzare quotidianamente il percorso accademico di migliaia di persone, chiamando a riflettere su gestione e priorità.

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