Proposta di vietare l’uso dello smartphone in tutte le scuole durante le ore di lezione in provincia di trento

Proposta di vietare l’uso dello smartphone in tutte le scuole durante le ore di lezione in provincia di trento

La provincia di Trento propone un ddl per vietare l’uso degli smartphone in tutte le scuole durante le lezioni, consentendo eccezioni didattiche e supporti per studenti con disabilità, in linea con modelli europei.
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La provincia di Trento valuta un disegno di legge per limitare l'uso degli smartphone a scuola, estendendo il divieto a tutti gli ordini scolastici, con eccezioni per usi didattici e studenti con disabilità. - Gaeta.it

La provincia di Trento sta valutando un disegno di legge che mira a limitare l’utilizzo dello smartphone da parte degli studenti durante l’orario scolastico. La misura, proposta dall’assessora all’istruzione Francesca Gerosa, estenderebbe il divieto a tutte le scuole, non più solo a elementari e medie. Il provvedimento prevede esclusioni per usi didattici o legati a necessità particolari, come supporti per studenti con disabilità. La questione ha acceso il dibattito in consiglio provinciale, toccando temi di autonomia scolastica e confronto con modelli europei.

Il dibattito in consiglio provinciale: pareri e richieste di chiarimenti

Durante la discussione in Quinta commissione, alcuni consiglieri hanno sollevato dubbi e osservazioni. Lucia Maesti del Pd ha criticato sia la scelta della commissione competente, ritenendo più appropriata la Quarta, sia la necessità di una legge di quadro più ampia sulle tecnologie digitali a scuola. Pur riconoscendo nell’articolo 5 una salvaguardia dell’autonomia scolastica, ha chiesto un intervento più organico.

Andrea de Bertolini, sempre del Pd, ha espresso parere favorevole sull’estensione della normativa a tutte le fasce d’età degli studenti. Ha inoltre evidenziato l’urgenza di un coordinamento più stretto fra le azioni legislative e le politiche scolastiche volte a gestire l’uso della tecnologia in classe. La sua posizione sembra inclinare verso un progetto sistematico anziché normative diffratte.

Eleonora Angeli della Lista Fugatti ha portato esempi internazionali, ricordando che numerosi Paesi europei adottano già divieti simili o ammettono l’uso dei telefonini solo per scopi didattici durante le lezioni. Questo confronto rafforza la direzione scelta dal ddl, vista in linea con tendenze consolidate nel contesto europeo.

Precedenti e prospettive, tra regolamenti scolastici e monitoraggi

L’assessora Gerosa ha spiegato che la proposta di legge segue una pratica già messa in campo con la cosiddetta “disconnessione digitale”, un progetto partito da linee guida diventate regolamenti specifici per alcune scuole. Questi provvedimenti sono accompagnati da attività di monitoraggio sul campo per valutarne l’efficacia e le problematiche di applicazione.

L’obiettivo è rendere le disposizioni più adattabili e calibrate sul contesto reale delle classi. Solo dopo questo monitoraggio, ha spiegato Gerosa, si potrà eventualmente procedere con interventi legislativi più radicali o estesi. Nel frattempo il ddl firmato dall’esponente del consiglio Masè tornerà in Quarta commissione per ulteriori approfondimenti e compatibilità normative.

Il contenuto principale del ddl e i limiti proposti sull’uso dello smartphone

Il cuore del testo legislativo riguarda una regolamentazione precisa sull’utilizzo degli smartphone nelle scuole di ogni ordine, dalla primaria alle superiori. Secondo la proposta, l’utilizzo dei dispositivi digitali sarà ammesso solo per motivi connessi all’apprendimento, attività pedagogiche, supporto a studenti con disabilità o progetti sperimentali di tecnologia educativa. Dietro questa stretta, gli istituti scolastici avranno il compito di recepire queste disposizioni all’interno dei propri regolamenti interni e di vigilare sul rispetto delle norme.

Questa impostazione comporta un divieto implicito su ogni altro utilizzo del telefonino durante le ore di lezione. La proposta intende evitare distrazioni e potenziare l’attenzione degli studenti, mantenendo aperta la strada solo a impieghi strettamente funzionali alla didattica o alla ricerca di metodologie innovative. Lo schema si basa su principi espressi dal Consiglio provinciale, che puntano a un coordinamento fra norme e autonomia scolastica, coinvolgendo ogni istituto nell’applicazione concreta del provvedimento.

Il tema dell’uso degli smartphone a scuola continua a raccogliere attenzione fra istituzioni, famiglie e insegnanti. L’evoluzione normativa provinciale sarà seguita con interesse da parte di chi guarda alla scuola come spazio di apprendimento e ambiente protetto da interferenze superflue.

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